Architettura

Il Museo d’Arte della Fondazione Rovati porta la firma di Mario Cucinella

Uno spazio dalle suggestioni uniche, nato dal restauro e ampliamento ipogeo di palazzo Rovati in Corso Venezia, Milano, a firma Mario Cucinella Architects. In mostra l’arte etrusca tra antichità e contemporaneità
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Il Museo d’Arte della Fondazione Rovati porta la firma di Mario Cucinella
Il progetto di restauro e ampliamento ipogeo del palazzo della Fondazione Rovati, in corso Venezia a Milano, mostra una nuova identità espositiva che unisce arte e architettura, città e civiltà. L’intervento, curato da Mario Cucinella Architects, ha riportato l’edificio all’antico splendore e ha individuato al suo interno un percorso espositivo su due livelli, dal nuovo piano ipogeo al piano nobile, con l’intento di valorizzare le raccolte d’arte della fondazione, di epoca etrusca e contemporanea. La storica proprietà immobiliare di Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, divenuta Rovati nel 2015, ha così aperto al pubblico (dal 7 settembre 2022) i nuovi spazi del Museo d’Arte della Fondazione Rovati.

Il progetto ambizioso di Mario Cucinella per la Fondazione Rovati

Tre sono i macro interventi che hanno accompagnato Cucinella nel suo progetto ambizioso. In primo luogo, la necessaria annessione di ulteriori spazi da adibire a funzione museale è stata tradotta in un importante progetto di ampliamento ipogeo per due piani interrati, destinati all’esposizione dei reperti etruschi (primo livello) e all’archivio (secondo livello sotto le fondazioni). Complesse attività di scavo e di rinforzo strutturale hanno interessato la prima fase dei lavori. L’edificio è stato infatti temporaneamente adagiato su pali di sottofondazione, consentendo la demolizione delle vecchie fondazioni e la costruzione dei nuovi livelli interrati. Il secondo intervento ha riguardato il restyling del piano nobile. Un’operazione di conservazione e restauro, al confine tra antico e contemporaneo, ha dato vita ad un’esposizione tutt’altro che convenzionale. Il terzo intervento nasce infine dal recupero del giardino sul retro dell’immobile, oggetto di tutela paesaggistica, con la riqualificazione del padiglione espositivo e la creazione di un vero e proprio salottino nel verde, tra le specie arboree. Nel complesso il palazzo è così strutturato: il piano terra è destinato a hall, bookshop e caffè-bistrot, il piano ammezzato agli uffici della fondazione, il piano nobile alla nuova esposizione, il piano secondo a eventi ed esposizioni temporanee e il terzo piano ospita il ristorante.  

La facciata interna del palazzo © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati

Il museo ipogeo: arte etrusca tra antichità e contemporaneità

L’esposizione museale al piano interrato è uno spazio poetico dalle suggestioni uniche. Un ambiente fluido che richiama le cupole delle architetture funerarie etrusche in chiave contemporanea e materica. Le sale sono immerse nella penombra e nella massa solida di 30.000 conci di pietra disposti l’uno sull’altro per avvolgere, solo con linee curve, le tre sale circolari e quella grande ellittica. Le cupole in pietra serena, estratta dalle cave di Fiorenzuola in collaborazione con l’azienda Casone Group, mostrano una stratificazione di conci che non si toccano mai per creare un effetto di sospensione magistralmente eseguito grazie ad un telaio posteriore di sostegno (i conci sono spessi 5 cm e sono distanziati tra loro da una fuga di 5 mm). Si accede al piano ipogeo da una nuova scala, intagliata anch’essa nella pietra serena. Le teche espositive, progettate in collaborazione con il gruppo Goppion (leader nel settore delle vetrine museali) e l’illuminazione (iGuzzini), contribuiscono a rendere il racconto della civiltà etrusca straordinario. La collezione archeologica si fonde con opere contemporanee (alcune acquistate appositamente per entrare in sinergia con quelle antiche), quasi annullando la distanza temporale che le separa. Spiccano opere di Picasso, Arturo Martini o Alberto Giacometti, accostate alla ricca collezione di reperti.

L’ingresso al piano ipogeo © Giovanni de Sandre per Fondazione Luigi Rovati

L’esposizione al piano nobile e il restyling del palazzo ottocentesco

Il percorso prosegue al piano nobile dove i dettagli del palazzo ottocentesco diventano parte dell’esposizione e si fondono con allestimenti site specific. Boiserie, porte dorate, camini in marmo, specchiere e pavimenti in legno sono riportati alla loro bellezza originale con un intervento di restauro conservativo e fanno da cornice ad una serie di esposizioni che esaltano il rapporto tra arte, architettura ed archeologia, con accostamenti anche audaci. Tra le altre opere: i disegni di Luigi Ontani e di Andy Warhol, lo specchio di Marianna Kennedy e la “Lanterne à quatre lumières” di Diego Giacometti.

Sala Warhol © Giovanni de Sandre per Fondazione Luigi Rovati

Certificazione Leed per la nuova Fondazione Rovati

Grande attenzione è stata rivolta, per tutto l’intervento, al tema della sostenibilità ambientale ed energetica sia in termini impiantistici che nella scelta dei materiali, per rispondere ai parametri della certificazione mediante protocollo LEED Silver (New Construction & Major Renovation). L’energia per la climatizzazione degli spazi è ottenuta mediante sistemi a pompa di calore ad acqua di falda che attingono dalla generosa risorsa geotermica della città di Milano, annullando le emissioni di gas serra locali e senza occupazione dei pregiati spazi esterni fruibili per il pubblico. Le prestazioni dell’involucro dell’edificio sono state migliorate grazie alla coibentazione delle murature storiche conservate, alla sostituzione di tutti gli infissi con serramenti ad alte prestazioni termiche e visive (realizzati da Capoferri Serramenti), e infine all’introduzione di sistemi di schermatura automatizzati per il controllo dell’energia solare e del comfort luminoso. Gli impianti di illuminazione sono full led con controllo dell’intensità. La riduzione dei fabbisogni energetici è ottenuta anche mediante un impianto fotovoltaico nella copertura posizionato nella falda, lato interno per il rispetto del vincolo paesaggistico della veduta da Corso Venezia. Tutti gli spazi sono ventilati con aria di rinnovo, trattata e filtrata secondo i più severi standard della certificazione Leed, al fine di garantire un elevato livello di qualità dell’aria interna con abbattimento del particolato e degli inquinanti gassosi. Leggi anche: L’Iceberg di Cucinella, com’è il nuovo San Raffaele Crediti: Progettazione architettonica e museale: Mario Cucinella Architects Ingegneria impiantistica: Manes – Tfs Ingegneria strutturale: Milan Ingegneria Ingegneria acustica: Biobyte Antincendio: Gae Engineering Consulenza paesaggistica: Greencure and Landscape, Marilena Baggio Lighting design: studio Piero Castiglioni Project management: Ing. Giovanni Canciullo Impresa opere edili: Ediltecno Restauri Pietra e ingegnerizzazione cupole: Casone Group, Elios Engineering Serramenti: Capoferri Serramenti Allestimenti Museali: Goppion, Nexhibit Design Illuminazione: iGuzzini

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