Conservazione preventiva, tecniche di
- la diagnostica, a due livelli: da un lato rilevamenti e indagini per verificare le condizioni di conservazione, le cause di degrado e identificare gli interventi preventivi atti a “limitare le situazioni di rischio”; dall’altro l’analisi energetico-ambientale incentrata sulla definizione dettagliata dei consumi energetici del sistema edificio-impianto;
- il monitoraggio, attività di controllo periodico e sistematico delle condizioni del bene nel suo contesto;
- la pianificazione della conservazione, intesa come definizione o aggiornamento delle tecniche e dei sistemi d’intervento per ridurre l’alterazione in atto;
- gli interventi manutentivi, per garantire “il mantenimento dell’integrità, dell’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle sue parti” (UNI 10147:1993).
Il processo conservativo dovrà applicare tecnologie e processi adeguati nelle diverse fasi, coerenti con le problematiche del bene ed in grado di apportare significativi e duraturi benefici conoscitivi, conservativi ed economici sul bene in relazione al contesto in cui si trova; includere applicazioni innovative con riferimento al basso impatto ambientale degli interventi (materiali ecologici, controllo di emissioni, prestazioni energetiche ecc.); prevedere modalità efficaci ed innovative di divulgazione delle attività in corso e a termine, attraverso forme di fruizione, coinvolgimento e partecipazione attiva della popolazione locale; evidenziare le esternalità positive (conoscitive, conservative ed economiche) che l’intervento di conservazione preventiva e programmata è in grado di produrre sulla gestione.
Bibliografia
Della Torre S. (a cura), La conservazione programmata del patrimonio storico architettonico, Milano, 2003; Dossier conservazione programmata, «TeMa», 3, 2001; Lanzarone F., Conservazione dei beni culturali, Palermo, 2004; Sposito A., La conservazione affidabile per il patrimonio architettonico, Palermo, 2003; Zanardi B. (a cura), Urbani G., Intorno al Restauro, Milano, 2000.