Rappresentazione e media

Celerimensura (tacheometria)

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Definizione – Etimologia

Dal lat. celer, rapido, e mensura, misura, indica un metodo di rilievo topografico volto ad acquisire contemporaneamente la posizione planimetrica e altimetrica di un punto, cioè le sue tre coordinate spaziali, senza misura diretta delle distanze.
Fu introdotto nella pratica operativa da Ignazio Porro (1801-1875), che lo chiamò “tacheometria” in virtù dello strumento usato per la lettura di angoli, distanze e dislivelli: un tacheometro e una stadia, ora sostituiti dal teodolite munito di cannocchiale distanziometrico e dalle recenti stazioni laser.

Generalità

Si tratta di un rilievo numerico “completo”, conosciuto come “rilevamento per irraggiamento” o “per coordinate polari”: scevro dalle imprecisioni dei procedimenti grafici, è congruente con le attuali tecniche della rappresentazione informatizzata.
Dopo avere redatto lo schizzo di campagna (eidotipo) e annotato i punti da rilevare, se ne determinano le coordinate polari nello spazio da uno o più “punti di stazione” collegati tra loro per mezzo di poligonali (topografia) o di triangolazioni. Posto lo strumento nella “stazione” S (origine della terna di assi cartesiani) e fissata arbitrariamente la direzione dell’asse x, detta D la distanza topografica (ridotta all’orizzontale) del generico punto A dalla stazione S, detto α l’angolo di orientamento orizzontale (“azimutale”, riferito all’asse x) e β l’angolo verticale (“zenitale”, riferito all’asse z) della retta congiungente SA, le coordinate di A riferite a S (0, 0, 0) risultano essere XA = Dcosα, YA = Dsenα, ZA = Dcotgβ.

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