Tutela del territorio

Verde urbano, a che punto siamo?

Il Position paper di ASviS "Le infrastrutture verdi nelle città a dieci anni dalla legge sugli spazi verdi urbani" traccia un bilancio dell'attuazione della legge n. 10 del 2013 per lo sviluppo di spazi verdi urbani
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Verde urbano, a che punto siamo?

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), nata nel 2016 per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030, ha pubblicato il Position paper “Le infrastrutture verdi nelle città a dieci anni dalla legge sugli spazi verdi urbani” che traccia un bilancio dell’attuazione della legge n.10 del 2013 per lo sviluppo di spazi di verde urbano, intesi come strumento per:

  • contrastare la perdita di biodiversità,
  • favorire la rigenerazione e la riqualificazione urbana,
  • aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici,
  • contribuire all’equità sociale e alla prevenzione sanitaria,
  • mitigare gli effetti delle isole di calore in città,
  • ridurre i rischi causati dalle precipitazioni intense,
  • diminuire l’inquinamento atmosferico.

La legge, tra l’altro, ha istituito il 21 novembre quale Giornata nazionale degli alberi, finalizzata a creare attenzione sull’importanza degli alberi, specie nei contesti urbanizzati; ha introdotto l’obbligo per i Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti di porre a dimora un albero per ogni neonato residente e minore adottato e di realizzare un bilancio arboreo a fine mandato del Sindaco; ha istituito il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico (Csvp) presso il ministero dell’Ambiente; ha stabilito disposizioni per la tutela e salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico.

Nel 2017, il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico ha approvato le Linee guida per la gestione del verde urbano, e nel 2018 la Strategia Nazionale del Verde Urbano, basata su tre elementi essenziali:

  • passare da metri quadrati a ettari;
  • ridurre le superfici asfaltate;
  • adottare le foreste urbane come riferimento strutturale e funzionale del verde urbano.

Verde urbano: i risultati degli ultimi dieci anni

Quali sono i risultati conseguiti in dieci anni? Il Position paper di ASviS li sintetizza così:

  • non si arresta il consumo di suolo: nel 2022 il ritmo di trasformazione dei terreni agricoli e naturali in aree artificiali è stato di 2,4 metri quadrati al secondo, per un totale di 77 chilometri quadrati in un anno, il 10% in più rispetto al 2021;
  • sono aumentati i Comuni capoluogo che aderiscono alla Giornata nazionale degli alberi, dal 55% nel 2014 al 75% nel 2021;
  • sono aumentati anche i Comuni che ottemperano all’obbligo di piantare un albero per ogni nato e/o minore adottato (50% nel 2021);
  • lo strumento del bilancio arboreo interessa più della metà dei Comuni capoluogo nel 2021, confermandosi molto utile per la trasparenza dell’operato pubblico in materia di alberi;
  • i Comuni capoluogo che promuovono iniziative di incremento degli spazi verdi urbani, con particolare riferimento all’inverdimento sia delle nuove edificazioni sia degli edifici esistenti, sono aumentati negli ultimi anni con un’unica flessione tra il 2019 e il 2020;
  • il censimento del verde risulta realizzato nel 93% dei Comuni;
  • il regolamento del verde risulta approvato nel 66% dei Comuni capoluogo;
  • il Piano del verde, strumento volontario ma con una valenza strategica, risulta approvato solo in nove Comuni capoluogo (8%) tra il 1993 e il 2021;
  • la disponibilità di verde pubblico pro-capite nei Comuni capoluogo è aumentata solo del 3,8% nel periodo 2014-2021, passando da 31,3 m2 per abitante nel 2014 a 32,5 m2 nel 2021 (+1,2 m2 ), e anche la densità media di verde pubblico sulla superficie comunale (dato non riportato in tabella) non supera il 3% al 2021, con un incremento di appena 0,10 punti percentuali rispetto al 2011 (Fonte: ISTAT Ambiente urbano, 2023).

ASviS: c’è maggiore sensibilità, ma non è abbastanza

In conclusione, ASviS ritiene che la legge n.10 del 2013 abbia sicuramente contribuito a diffondere nel Paese e presso le amministrazioni locali una maggiore sensibilità verso i temi del verde e dei suoi benefici per le comunità urbane, anche grazie alle attività di divulgazione e networking condotte dal Comitato e alla collaborazione di enti e istituti competenti nella redazione di importanti documenti di indirizzo tecnico e strategico.

Tuttavia, questa maggiore sensibilità non si traduce in incrementi significativi delle aree verdi, né in una pianificazione urbanistica adeguata a indirizzare gli usi e le trasformazioni del territorio verso una maggiore tutela e valorizzazione delle aree libere permeabili e vegetate.

I Piani comunali del verde urbano

Il Piano comunale del verde, così come previsto nella Strategia nazionale, rappresenta uno strumento strategico per guidare le politiche di trasformazione urbanistica locale e le conseguenti scelte dell’amministrazione pubblica in materia di aree verdi e blu, definendo i principi e fissando i criteri di indirizzo per la realizzazione di aree verdi e la salvaguardia del capitale naturale. È una sorta di piano regolatore del verde.

Occorre capovolgere il principio su cui tradizionalmente si basa la pianificazione territoriale, che ha come scopo primario la regolazione dell’edificato, nuovo o già costruito, e considera il verde come una variabile subordinata, uno standard, appunto, com’è definito dalla normativa in vigore. Al primo posto ci devono essere, invece, le infrastrutture verdi e blu, la loro salvaguardia e potenziamento, in quanto costituiscono la trama interconnessa entro cui si colloca l’edificato a una scala necessariamente sovracomunale.

I piani comunali del verde urbano sono lo strumento principale per realizzare questo obiettivo, e per poterlo fare essi devono essere strettamente legati agli strumenti di pianificazione urbanistica. Con una integrazione al Codice dell’ambiente nazionale (dlgs n. 152 del 2006), su cui lo Stato ha competenza legislativa esclusiva, occorre disporre che le leggi urbanistiche delle Regioni stabiliscano che gli strumenti di pianificazione comunale devono contenere obbligatoriamente come allegato i Piani del verde urbano.

Le proposte di ASviS

Piantare alberi non basta, servono risorse per gestire e curare il patrimonio naturale in maniera sostenibile e per rafforzare una nuova cultura della natura in città attraverso politiche integrate e una vision di lungo periodo il più possibile condivisa con le rappresentanze pubbliche e private. Le proposte contenute nel Position paper comprendono: maggiore cogenza della pianificazione del verde, migliore governance, maggiore sensibilizzazione e cultura del verde come infrastruttura di salute e qualità della vita, esigenza di una cornice normativa all’altezza delle grandi sfide per la sostenibilità delle nostre città.

Il Position paper sottolinea la necessità di approvare una norma di legge per l’azzeramento del consumo netto di suolo, obiettivo che l’Unione europea ha indicato per il 2050 e il Piano per la transizione ecologica italiano (Pte) ha anticipato al 2030.

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