Tutela del territorio

Vulnerabilità sismica: quale ruolo per i geologi nei sopralluoghi?

Per la seconda edizione di "Diamoci una scossa" abbiamo raccolto le dichiarazioni del geologo Raffaele Nardone (Cng) in merito al supporto del geologo nelle verifiche di agibilità post sisma
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Vulnerabilità sismica: quale ruolo per i geologi nei sopralluoghi?

Il 20 ottobre nelle piazze italiane è rinnovato l’appuntamento con “Diamoci una scossa, un’occasione di avvicinamento tra il tecnico e il cittadino, un momento in cui la parola chiave è formazione e prevenzione.

L’evento è promosso da Fondazione Inarcassa, dal Cni e dal Cnappc, con il supporto scientifico del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Protezione Civile Italiana, Conferenza dei Rettori Università Italiane e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica ed il patrocinio, per il primo anno, del Consiglio Nazionale dei Geologi, per favorire una cultura della prevenzione sismica e un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro Paese.

A questo proposito abbiamo raccolto le dichiarazioni del geologo Raffaele Nardone, componente del Consiglio Nazionale dei Geologi con cui abbiamo parlato del ruolo rivestito dal geologo e del contributo che apporta nel corso dei sopralluoghi.

Diamoci una scossa: un evento giunto alla seconda edizione.Una collaborazione tra ingegneri/architetti/geometri con il geologo: una collaborazione anche nel quotidiano?

Si tratta di una manifestazione, che ritengo molto positiva nella sua finalità, forse avremmo dovuto dare quel contributo in termini di conoscenza e lettura del territorio che quotidianamente noi geologi diamo nell’ambito della progettazione. Purtroppo, pur facendo parte del Consiglio Nazionale dei Geologi, sono riuscito, solo in parte, a far comprendere l’importanza di una nostra partecipazione attiva nella manifestazione che, comunque, rispetto allo scorso anno, compie un piccolo passo in avanti anche se più formale che sostanziale, avendo solo patrocinato la manifestazione.

È mia convinzione che per trattare in modo completo ed esaustivo la tematica del rischio sismico e spiegarla alla popolazione, anche in relazione alla valutazione della sicurezza sismica del proprio edificio, non si può prescindere dalla conoscenza del sottosuolo e, soprattutto dalla valutazione degli effetti che questo trasmette alla struttura in caso di terremoto.

Mi rammarica che non siamo presenti in modo propositivo, collaborativo e fattivo! Cosa che oggi non traspare sia nell’organizzazione che nella proposizione dell’evento all’esterno. Si sarebbe potuto organizzare la nostra partecipazione nelle piazze come ben i geologi hanno dimostrato di saper fare con l’evento Georischi di qualche anno fa.

Avremmo fatto sicuramente un miglior servizio al Paese, se avessimo organizzato per tempo, magari inserendo un geologo nel comitato scientifico dell’evento, una formazione specifica che avrebbe dovuto vedere insieme le figure professionali tecniche formarsi sulla scheda di rilevamento degli edifici.

Operazione peraltro poco onerosa, potendoci avvalere della collaborazione che ormai da anni esiste nell’ambito delle professioni tecniche e, quindi, nel quotidiano.

Polemica a parte, siamo tutti chiamati, non solo a promuovere l’importanza della prevenzione sismica, ma a mettere in campo quegli strumenti come il Sisma bonus che ci consentano di avviare in modo concreto la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro Paese.

Il 20 ottobre, con la presenza dei geologi nelle piazze, confermeremo non solo la forte collaborazione esistente tra i geologi e gli ingegneri/architetti e geometri ma, anche quello spirito di servizio verso i cittadini come esempio virtuoso di collaborazione tra le figure professionali tecniche per vincere l’importante sfida di mettere in sicurezza il costruito.

C’è però stata l’iniziativa lodevole del “La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo”: la cultura del terremoto parte dai banchi di scuola. È anche questa prevenzione e cultura, no?

Sì, il Consiglio Nazionale ha deciso di investire le sue risorse in un’altra iniziativa concomitante, anch’essa importante sotto il profilo culturale ma meno concreta, secondo me, per la collettività e per i colleghi professionisti, che è appunto la divulgazione della cultura geologica nelle scuole attraverso il progetto “La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo”.

Differenti punti di vista: può capitare!

Qual è il contributo del geologo alla valutazione speditiva di vulnerabilità sismica di un edificio?

Nella valutazione speditiva di vulnerabilità sismica di un edificio il geologo, preliminarmente, inquadra l’area sulla base della cartografia tematica esistente consultando ad esempio i Piani di Bacino, le carte di microzonazione sismica nonché la pianificazione urbanistica.

Nel corso del sopralluogo si esprimerà quindi sulle pericolosità geologiche rilevabili dalla lettura visiva del territorio, fornendo anche un contributo collaborativo allo strutturista per interpretare il quadro fessurativo dell’edificio alla luce dell’interazione terreno / struttura.

Quali sono i motivi per cui un privato debba richiedere la competenza del geologo?

La sicurezza di una costruzione non può prescindere dalla sicurezza del sito su cui poggiano le fondazioni e le opere di sostegno; pertanto diventa imprescindibile la conoscenza geologica, geotecnica e sismica sito-specifica.

Se a questo aggiungiamo che il capitolo 8 delle Norme Tecniche sulle costruzioni ha riconosciuto in modo chiaro l’indispensabile contributo che il geologo deve dare nella valutazione della sicurezza di un edificio esistente, si può concludere che diventa anche obbligo di legge coinvolgere il geologo non solo quando si devono realizzare gli interventi di messa in sicurezza ma sin dalle fasi delle valutazioni preliminari.

A suo parere, e in merito alle specifiche competenze, lo strumento del sisma bonus: un successo o una sensibilizzazione mancata?

Il sisma bonus è sicuramente una grande occasione per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano e, diventa, una vera sfida per le professioni interessate affinchè possa decollare per cogliere il risultato finale di avere un Paese più sicuro.

Dal 1944 al 2013, in Italia, i terremoti hanno provocato danni per circa 188 miliardi di euro. Soltanto per il sisma dell’Italia Centrale il Dipartimento della Protezione civile ha stimato danni per oltre 23 miliardi di euro.

Finalmente si sta cercando di mettere a sistema le sinergie provenienti da Governo, amministrazioni, soggetti finanziatori, professionisti, imprese e cittadini affinché il Sisma bonus possa costituire un’importante occasione per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano.

Prendo atto che le misure finora emanate dal Governo non sono bastate per far decollare questo importante strumento.

Ritengo che le azioni di prevenzione del rischio e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio debbano essere, gradualmente nel tempo, uniformate ad un principio di obbligatorietà stabilito per legge, al fine di avviare un processo di prevenzione realmente efficace, rispondente ad un’oggettiva esigenza di tutela sociale, non più procrastinabile.

Per fare ciò bisogna pensare ad una scala di priorità basata sugli studi di microzonazione sismica che costituiscono la base conoscitiva indispensabile sia per il rilevamento delle informazioni specifiche per il singolo edificio, sia per valutazioni e programmi di intervento a scala urbana.

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