Lo stato di salute delle coste italiane: il Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente
Continuano ad aumentare gli eventi meteorologici estremi che colpiscono i litorali italiani. Le spiagge del Bel Paese sono sempre più minacciate da erosione e consumo di suolo. A confermarlo, con dati e cifre degli ultimi anni, il Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente.
Il Report certifica che “Purtroppo, ormai da molti anni, in Italia si parla di spiagge quasi mai in merito a progetti di tutela e valorizzazione, di accessibilità per tutti alle spiagge o di adattamento e resilienza”. È solo entrando nel merito dei rischi e delle conseguenze che diventa possibile trovare soluzioni di qualità e innovative a difesa delle coste e delle attività sociali ed economiche dei territori. A tal proposito, Legambiente nel documento presenta 7 proposte per il futuro delle coste italiane, da far recapitare direttamente al Governo.
Rapporto Spiagge 2024: il primato del Sud
Eccoli i numeri. Dal 2010 sino a giugno 2024 gli eventi meteo estremi che hanno colpito i litorali italiani sono stati 816 in 265 comuni costieri. Di questi, 104 eventi solo nell’ultimo anno, con un eloquente +14,6% rispetto al 2023. L’area della Penisola maggiormente colpita è il Mezzogiorno, con al primo posto la Sicilia con 170 eventi (quasi il 21% del totale nazionale). A seguire la Puglia (104), la Calabria (82) e la Campania (78).
Per quanto concerne i Comuni, il triste primato spetta a Bari con 44 eventi meteo estremi registrati, poi Genova (36), Agrigento (32) e Palermo (27). Degli 816 eventi registrati, 295 sono allagamenti da piogge intense, 226 i danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 83 da mareggiate, 81 danni alle infrastrutture. E ancora: 47 esondazioni fluviali, 23 danni da grandinate, 21 frane da piogge intense, 19 danni da siccità prolungata, 12 legati alle temperature record in città e 9 danni al patrimonio storico.
Le 7 proposte di Legambiente
A tal proposito, Legambiente ha elaborato 7 proposte per la gestione, la difesa e la valorizzazione delle coste. Eccole:
- Dare attuazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici emanando al più presto il decreto che stabilisce l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici. È fondamentale per un Paese come l’Italia definire un quadro di interventi che riguardino i litorali, anche perché interessa direttamente settori produttivi di vitale importanza, primo fra tutti il turismo.
- Bisogna superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi con opere rigide per la difesa delle coste dall’erosione, che hanno risolto poco e solo temporaneamente i problemi locali.
- Per la difesa della costa dall’innalzamento dei livelli dei mari, prevedere interventi di rinaturalizzazione delle coste. Ad esempio, ricostituendo le fasce dunali e zone umide e paludose, per la protezione dalle inondazioni.
Stop al consumo del suolo
Le altre proposte:
- Approvare la legge sullo stop al consumo di suolo, prevedendo di arrivare a quota zero, cioè a non cementificare un metro quadro in più, entro il 2050. Occorre, poi, prevedere il divieto di edificazione nelle aree a rischio idrogeologico.
- Garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge, con un minimo di almeno il 50% delle spiagge in ogni Comune lasciato libero. Bisogna premiare la qualità dell’offerta nelle spiagge in concessione, incentivando chi garantisce l’attenzione alla sostenibilità nella gestione e negli interventi di riqualificazione ambientale.
- Ristabilire la legalità e fermare il cemento sulle spiagge.
- Rilanciare a livello nazionale e locale la costruzione e la messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione; regolamentare lo scarico in mare dei rifiuti liquidi istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa.

