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Rapporto BES 2019: il benessere equo e sostenibile in Italia

Dall'Istat un'analisi specifica e analitica che mette insieme plurimi indicatori nel Rapporto Bes 2019. Il tema di fondo è comprendere l'evoluzione
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Rapporto BES 2019: il benessere equo e sostenibile in Italia

È uno degli ultimi lasciti del 2019. Il 19 dicembre scorso infatti c’è stata la pubblicazione del Rapporto BES 2019 sul benessere equo e sostenibile in Italia. Giunto alla settima edizione, il dossier curato da ISTAT offre una valutazione complessiva dell’andamento dei principali fenomeni sociali, culturali ed economici del nostro paese.

In particolare, si è rafforzato il metodo analitico per la misurazione di tali fenomeni nel corso del tempo, sono stati utilizzati degli indicatori a livello regionale, e in molti casi l’analisi per genere e classi di età è stata implementata con il livello di istruzione. 

A completamento dei dati forniti, due approfondimenti dedicati ai temi del benessere della popolazione più giovane e della relazione tra benessere soggettivo e altri indicatori.

Da cosa nasce il Rapporto BES 2019

Cosa spinge l’ISTAT, da sette anni a questa parte, ad elaborare un dossier sul benessere equo e sostenibile? Innanzitutto è una questione di scelte. Conoscendo a fondo determinate tematiche si possono fare le giuste scelte, sia a livello collettivo, sia a livello personale, affinché molte situazioni possano essere arginate e/o migliorate.

A giovarne, anche le decisioni di governo, che possono diventare più trasparenti e supportate da analisi e dati visibili a tutti.

Secondariamente, la crescita delle autonomie locali, e del loro conseguente ruolo di responsabilità, fa sì che si debba indagare più a fondo sul territorio, scendendo fino ad una scala di dettaglio, per toccare con mano le diverse realtà. L’ISTAT ha dunque deciso di fornire un ventaglio di informazioni che racconti la varietà dei contesti e supporti politici e cittadini nei loro processi decisionali.

L’ISTAT e le università

Il lavoro di ISTAT si inserisce inoltre in un panorama ben più ampio, quello europeo, in cui molti indicatori stanno ricevendo più attenzione, soprattutto quelli relativi a reddito e povertà. A tale proposito, l’ISTAT collabora con altri istituti di statistica nazionale e alcune università europee nel progetto di ricerca MAKSWELL (Making Sustainable development and WELL – being frameworks work for policy analysis). 

A testimoniare l’importante contributo delle statistiche al mondo accademico europeo anche il progetto GROWINPRO (GROwth – Welfare – INnovation – PROductivity).

Infatti, come dichiarato dal Presidente Gian Carlo Blangiardo, “la forte sinergia tra il mondo accademico e quello delle istituzioni preposte alla produzione di statistiche pubbliche nasce dal fine comune di fornire, accanto alle informazioni quantitative, letture e analisi delle stesse in grado di interpretare una realtà i cui gradi di complessità sono in costante aumento. I risultati di questo impegno sono ben visibili nella produzione editoriale dell’Istituto, sempre più orientata a ‘interpretare’, oltre che a descrivere, i fenomeni. Il Rapporto Bes si inserisce pienamente in questo sforzo”. 

I domini e gli indicatori del Rapporto Bes 2019

Quanto ‘si sta bene’ in Italia? Come si evolve nel tempo il benessere? E quali sono i punti trattati da ISTAT nella sua analisi? In particolare, sono dodici i settori individuati da ISTAT nel processo di ‘quantificazione’ del benessere equo e sostenibile, ovvero:

  • Salute;
  • Istruzione e formazione;
  • Lavoro e conciliazione dei tempi di vita;
  • Benessere economico;
  • Relazioni sociali;
  • Politica e istituzioni;
  • Sicurezza;
  • Benessere soggettivo;
  • Paesaggio e patrimonio culturale;
  • Ambiente;
  • Innovazione, ricerca e creatività;
  • Qualità dei servizi.

Dodici dimensioni che sono come i tasselli di un grande puzzle, che rivelano le condizioni economiche e finanziarie fino al livello di istruzione e di cultura della popolazione, passando per la tutela ambientale e l’efficienza dei servizi, la tecnologia, e la salute psico-fisica.

In ciascuno di questi ambiti sono stati individuati degli indicatori e sono state evidenziate le variazioni – in positivo o in negativo – nell’anno 2018 rispetto al 2017 e al 2010. Laddove non si è potuto disporre del dato 2018, sono stati utilizzati gli ultimi dati a disposizione confrontati con il rispettivo anno precedente (ad esempio i dati 2017 rispetto al 2016, i 2016 rispetto al 2015 e così via).

Molti di questi indicatori, inoltre, sono già stati adottati dal legislatore quali strumenti di programmazione e valutazione dell’assetto economico e politico della nazione – e inseriti in un apposito allegato al Documento di economia e finanza – realizzando il cosiddetto approccio Beyond-GDP (Gross Domestic Product).

Salute

Nel comparto salute l’ISTAT ha preso in esame tredici indicatori, tra cui mortalità infantile, mortalità per incidenti stradali, mortalità per tumori, speranza di vita senza limitazioni di attività fino a 65 anni, fumo, alcool, sedentarietà, adeguata alimentazione.

In generale, si sono registrate le seguenti variazioni:

  • aumento della speranza di vita;
  • riduzione della mortalità infantile;
  • riduzione della mortalità per tumori;
  • lieve calo della mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso;
  • riduzione della sedentarietà;
  • tasso di mortalità per incidenti stradali tra i giovani stabile.

Nel dossier si conferma inoltre un significativo rapporto tra gli indicatori del comparto salute e il livello di istruzione delle persone. Ad esempio, l’aspettativa di vita media alla nascita è pari a 82,3 anni per gli uomini con livello di istruzione alto e scende a 79,2 anni per i meno istruiti. Per le donne il gap è invece più basso: da 86 scende a 84,5 anni.

Istruzione e Formazione

Sembrano esserci segnali positivi nel dominio dedicato all’istruzione. Le persone tra i 25 e i 64 anni che hanno conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore sono il 61,7% (+0,8 rispetto al 2017), e i giovani tra 30 e 34 anni che hanno ottenuto la laurea o un altro titolo di studio terziario sono il 27,8% (+0,9 rispetto al 2017). Anche la percentuale di persone che partecipano alle attività di formazione e aggiornamento professionale cresce, anche se più lentamente (8,1%, +0,2 rispetto al 2017).

Tra gli indicatori del settore istruzione ci sono:

  • partecipazione al sistema scolastico del bambini di 4-5 anni;
  • persone con almeno il diploma;
  • passaggio all’università;
  • competenze digitali;
  • competenze numeriche;
  • partecipazione culturale.

A livello scolastico, si assiste ad un miglioramento in matematica e italiano. Aumentano le persone con diploma e laurea e le skills vengono sempre più ampliate e arricchite.

Lavoro e conciliazione dei tempi di vita

Gli indicatori del settore lavoro sono certamente tra i più emblematici nel momento in cui si parla di benessere di una nazione.

Si tratta di:

  • tasso di occupazione;
  • trasformazione da lavori instabili a lavori stabili;
  • dipendenti con bassa paga;
  • occupati non regolari;
  • asimmetria nel lavoro familiare;
  • percezione di insicurezza dell’occupazione;
  • soddisfazione per il lavoro svolto.

Nel 2018 il tasso di occupazione della popolazione italiana tra i 20 e i 64 anni è aumentato di  +0,7 punti percentuali rispetto al 2017 e la percentuale delle donne che lavora supera il 53% (incremento occupazionale femminile negli ultimi cinque anni di circa 2,8 punti percentuali). Il 72,2% dei residenti nel nord Italia in età compresa tra 20 e 64 anni lavora. Questa percentuale, però, scende al 67,8% al Centro e a valori intorno al 48% nel Mezzogiorno, dove, tra l’altro, solo 35 donne su 100 lavorano. Sembrano esserci invece dei segnali positivi per l’occupazione dei più giovani, ma è in peggioramento la stabilità del lavoro: sempre meno passaggi dal lavoro a tempo determinato a quello a tempo determinato. Inoltre, e purtroppo non è una novità, continuano a essere svantaggiate le donne con figli. 

Benessere economico

Reddito medio pro-capite, rischio di povertà, vulnerabilità finanziaria, povertà assoluta, sono tra gli indicatori che definiscono il benessere economico.

Secondo l’ISTAT, nel 2018, si sono verificati i seguenti fenomeni:

  • aumento del reddito nominale, del potere d’acquisto e della spesa per i consumi finali;
  • aumento dello svantaggio del Mezzogiorno;
  • povertà assoluta stabile.

Anche in questo caso il livello di istruzione gioca un ruolo molto importante. Infatti, come  si legge nel rapporto “tutti gli indicatori di povertà e deprivazione sono peggiori per le persone con titolo di studio più basso: tra coloro che hanno come titolo più elevato la licenza media, una persona ogni quattro è a rischio di povertà di reddito, l’11,8% si trova in povertà assoluta, il 12,7% vive condizioni di grave deprivazione materiale e il 6,1% abitativa, il 17,8% vive in famiglie a bassa intensità lavorativa e il 14% dichiara di arrivare a fine mese con grande difficoltà”. 

Relazioni sociali

Nell’ambito delle relazioni sociali gli indicatori presi in considerazione nel BES sono:

  • soddisfazione per le relazioni familiari e amicali;
  • persone su cui contare;
  • partecipazione sociale, civile e politica;
  • attività di volontariato;
  • fiducia generalizzata.

La soddisfazione per le relazioni che si hanno con parenti e amici appare stabile, così come l’andamento delle attività di volontariato. La partecipazione alla vita sociale, civile e politica del paese è in lieve aumento.

Politica e istituzioni

Sia rispetto al 2010, sia al 2017, si è verificato un miglioramento degli indicatori nel comparto politica e istituzioni. In generale, si è assistito a:

  • aumento della presenza femminile (anche se non in tutte le regioni);
  • crescita della fiducia nelle istituzioni;
  • riduzione della durata dei procedimenti civili.

Di contro, diminuisce la fiducia nei partiti e aumenta l’affollamento nelle carceri.

Sicurezza

Dal rapporto BES si evince che nel complesso, sono diminuiti gli omicidi e i reati predatori (furti, scippi ecc.). Non cala, però, il dato relativo ai femminicidi.

Inoltre, nel 2018, l’81,2% delle donne è stata uccisa da una persona conosciuta, dato in aumento rispetto al 2004 quando era invece al 64%.

Benessere soggettivo

Più persone ottimiste e soddisfatte della propria vita, del proprio tempo libero e delle prospettive future. A quanto pare, è a Bolzano che è stata scoperta la ‘ricetta della felicità’, dove la percentuale di individui di 14 anni e oltre che assegnano punteggi elevati di soddisfazione è la più alta. Si tratta del 61,1% in più rispetto alla media italiana per quanto riguarda la propria vita in generale e il 22,7% in più per quanto riguarda il tempo libero.

Più pessimisti i siciliani, i liguri, i piemontesi e gli umbri.

Paesaggio e patrimonio culturale nel Rapporto Bes 2019

Gli indicatori analizzati dall’ISTAT nel dominio paesaggio e patrimonio culturale sono:

  • spesa corrente dei comuni per la cultura,
  • indice di abusivismo edilizio;
  • densità e rilevanza del patrimonio museale;
  • erosione dello spazio rurale da dispersione urbana e da abbandono;
  • pressione delle attività estrattive;
  • impatto degli incendi boschivi;
  • diffusione delle aziende agrituristiche;
  • densità del verde storico;
  • preoccupazione per il deterioramento del paesaggio.

I trend sono positivi nell’ambito della spesa per la cultura e cresce l’interesse verso le attività museali. L’abusivismo edilizio, nel complesso, è in diminuzione, ma nel 2017 due case su tre in Campania, e una su due nel Mezzogiorno, purtroppo non sono state costruite previa autorizzazione.

Scendono l’impatto degli incendi boschivi e la pressione delle estrazioni in cave e miniere.

Ambiente

Sono ben 18 gli indicatori del dominio ambiente, tra cui ritroviamo:

  • emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti;
  • consumo materiale interno;
  • dispersione rete idrica comunale;
  • conferimento in discarica dei rifiuti e raccolta differenziata;
  • qualità dell’aria;
  • verde urbano;
  • aree protette;
  • frane e alluvioni;
  • qualità della balneazione;
  • energia elettrica.

I temi ambientali sono sicuramente tra i più scottanti degli ultimi tempi. Riscaldamento globale e cambiamenti climatici, inquinamento, trattamento dei rifiuti, risparmio energetico: sono tanti gli argomenti, tante le leggi, tanti gli obiettivi che Italia, Europa e mondo intero si sono prefissati per poter riuscire nell’ardua impresa di un pianeta più sostenibile.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, sono stare misurate, nelle città italiane, le concentrazioni in atmosfera di polveri sottili PM10 e biossido di azoto (NO2), del cui rilascio sono responsabili soprattutto i combustibili fossili, oltre a fattori meteoclimatici e geomorfologici. In generale, il BES ha evidenziato un miglioramento della qualità dell’aria. Rimangono stabili le emissioni di gas serra e diminuisce il consumo interno di risorse materiali. L’utilizzo delle fonti rinnovabili è in crescita: 1/3 dell’energia elettrica deriva dalle FER. 

Aumenta però il consumo di suolo e più di un italiano su 10 vive in zone a rischio frana e/o alluvione.

Innovazione, ricerca e creatività nel Rapporto Bes 2019

La percentuale di spesa in Ricerca e Sviluppo (R&S) in rapporto al Pil e gli investimenti in proprietà intellettuale, sono gli unici due indicatori che restano stabili rispetto all’anno precedente, ma registrano comunque valori superiori a quelli del 2010.

Nel campo dell’innovazione il rapporto coglie dei segnali positivi, ma è ancora forte il divario nord-sud. In sintesi, il BES sottolinea:

  • un miglioramento dell’occupazione nei settori della tecnologia;
  • un aumento della presenza femminile – che supera quella maschile – nelle professioni scientifiche e tecnologiche;
  • una ripresa del numero di occupati in imprese culturali e creative;
  • un aumento della fuga dei giovani laureati dal sud al nord.

Qualità dei servizi e Rapporto Bes 2019

Gli indicatori del dominio mostrano una tendenza positiva rispetto all’anno precedente (anche se non particolarmente significativa) in relazione alla presenza di servizi sociali sia per i bambini sia per gli anziani, all’accesso ai servizi essenziali e alla soddisfazione nei riguardi del funzionamento dei mezzi pubblici. Gli indicatori relativi alle infrastrutture nel Rapporto Bes 2019 si mantengono sui livelli precedenti. In costante aumento dal 2014, invece, le problematiche connesse al servizio idrico.

Ma è sul lungo periodo che emergono le maggiori criticità. Si registra un peggioramento dei servizi per l’infanzia, dell’accessibilità dei servizi di base e la disponibilità dei mezzi pubblici urbani, mentre si riscontra una lieve riduzione delle irregolarità nella distribuzione dell’acqua e del servizio elettrico.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla lettura completa del Rapporto BES 2019.

 

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