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Incendi boschivi, il 2023 è stato uno dei peggiori in questo secolo

I dati del “Rapporto avanzato sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa 2023”: l’anno scorso in fiamme un’area pari al doppio del Lussemburgo
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Incendi boschivi, il 2023 è stato uno dei peggiori in questo secolo

L’arrivo dell’estate porta con sé anche una lunga, complicata e spesso tragica stagione di incendi. Boschi e campi che vanno a fuoco non solo in Italia ma in diversi Paesi europei, con danni notevoli e purtroppo vittime. I dati sono drammatici: per superficie totale bruciata, il 2023 è stato il quarto anno peggiore del secolo. A rivelarlo, il “Rapporto avanzato sugli incendi boschivi in ​​Europa, Medio Oriente e Nord Africa 2023” ad opera del Polo Scientifico dell’Unione europea.

Il documento si basa sui dati forniti dal sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS) gestito dal Centro comune di ricerca della Commissione europea. L’EFFIS supporta i servizi responsabili della protezione delle foreste dagli incendi nell’UE e nei paesi vicini e fornisce informazioni aggiornate e affidabili sugli incendi nel Vecchio Continente e nelle regioni.

Incendi, fiamme e danni ambientali nel 2023

È allarme vero.  Nel 2023 nei Paesi dell’Unione europea è andata in fiamme un’area pari a circa il doppio della superficie del Lussemburgo. Stiamo parlando di oltre mezzo milione ettari. Non sta certo andando meglio nel 2024, visto che sino ad oggi si sono già verificati quasi il doppio del numero medio di incendi di questo periodo dell’anno. Fortunatamente, senza un impatto rilevante in termini di aree bruciate.

Gli incendi dell’anno scorso hanno anche provocato gravi danni all’ambiente, producendo – secondo le stime dell’EFFIS – circa 20 megatonnellate di emissioni di CO2. Equivalenti a quasi un terzo di tutte le emissioni del trasporto aereo internazionale nell’UE in un anno. L’analisi per diversi tipi di vegetazione mostra che il 37% dell’area totale bruciata era coperta da arbusti e vegetazione sclerofilla, mentre il 26% (120.000 ettari) erano foreste.

Fiamme in Portogallo e in Canada

Tra l’altro, proprio nel 2023 si è verificato il più grande incendio mai avvenuto in Europa dagli anni ’80 del secolo scorso. L’incendio, scoppiato il 19 agosto nei pressi di Alessandropoli in Grecia, ha devastato un’area di oltre 96.000 ettari e ha causato danni ingenti e numerose vittime. Come si legge nel rapporto del Polo Scientifico dell’Unione europea, il verificarsi di questi fenomeni estremi è correlato a condizioni di pericolo di incendi molto elevati in condizioni di forte cambiamento climatico.

A livello globale, l’anno scorso è stato caratterizzato da incendi senza precedenti in molte regioni del mondo. A patirne le maggiori conseguenze il Canada, dove l’area bruciata stimata ammonta a oltre 18 milioni di ettari. Una zona incredibilmente vasta, visto che è circa il doppio della superficie del Portogallo.

I dati del 2024

Passiamo ora al 2024. Ebbene, da Bruxelles fanno sapere che siccità e temperature elevate che si stanno registrando negli ultimi tempi in molte regioni del pianeta, “potrebbero favorire l’innesco e la diffusione degli incendi”. Il Copernicus Climate Change Service – il Servizio sui cambiamenti climatici della Commissione europea – ha riferito che febbraio 2024 è stato il mese più caldo mai registrato. In Europa, gli incendi sono stati registrati in molte aree, soprattutto nelle catene montuose delle zone settentrionali della penisola iberica.

E ancora: a metà marzo l’EFFIS ha mappato un numero elevato di incendi, ben 1.227. Un numero altamente superiore alla media di 645 per questo periodo dell’anno in Europa, sebbene questi non abbiano avuto un impatto notevole in termini di terre bruciate.

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