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Quale sarà l’impatto ambientale ed economico delle opere di Milano-Cortina 2026?

I dati affermano che la metà delle opere per Milano-Cortina 2026 è ancora in fase di progettazione o in gara. Per oltre il 60% manca la VIA
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Quale sarà l’impatto ambientale ed economico delle opere di Milano-Cortina 2026?

A un anno dall’inizio dei Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026, Legambiente fa il punto sullo stato di attuazione delle opere, con un focus sull’impatto ambientale delle infrastrutture. Le statistiche riguardano 94 delle 100 opere del Piano delle Opere. Ebbene, il valore economico complessivo è di 3 miliardi e 400 milioni di euro.

I dati raccolti fanno riferimento al portale “Open Milano-Cortina 2026” di Simico S.p.A., considerando l’ultimo caricamento del 15 gennaio 2025, con aggiornamento al 31 dicembre 2024. Purtroppo, il 50% delle infrastrutture è ancora in una fase precedente alla “posa del primo mattone: vale a dire in progettazione o in gara. Un dato particolarmente preoccupante che si evince dal report delle 20 associazioni promotrici della campagna internazionale di monitoraggio Open Olympics 2026 per la trasparenza dei Giochi invernali, è che attualmente la maggior parte delle opere non è stata sottoposta alle valutazioni ambientali.

Milano-Cortina 2026, l’impatto ambientale e quello economico: il report

Il report informa che 30 opere sono categorizzate come essenziali allo svolgimento dell’evento olimpico e paralimpico. In 64 casi, invece, si tratta di interventi connessi alla legacy dell’evento, cioè di lascito di lungo periodo ai territori che ospiteranno i Giochi. Queste comprendono interventi infrastrutturali di vario tipo, soprattutto lavori stradali o ferroviari (40 di 64 opere legacy).

L’ammontare della spesa destinata alle opere propedeutiche all’evento olimpico è di circa mezzo milione di euro (13% della spesa totale). Quella per le opere di legacy è di quasi 3 miliardi di euro. La spesa destinata agli interventi stradali e ferroviari è di 5,6 volte maggiore di quella per le opere essenziali per l’evento olimpico. I principali investimenti interessano la Lombardia e il Veneto, con oltre 1 miliardo di euro investiti in ciascuna Regione. Il Trentino ospita il maggior numero di opere (30), seguito da Lombardia (29), Veneto (21) e Alto Adige/Südtirol (14).

Interventi: a che punto siamo?

Nello specifico, lo stato degli interventi è il seguente:

  • 6 sono le opere per cui i lavori sono già conclusi;
  • 40 i cantieri aperti;
  • le gare avviate per i lavori sono 8;
  • 40 opere sono ancora in progettazione.

Più del 60% delle opere vedrà la fine dei lavori entro il 4 febbraio 2026, giorno di avvio delle prime gare dei Giochi invernali. Il restante 35% sarà pronto a Giochi già conclusi, in un arco temporale che va da aprile 2026 a luglio 2032.

Impatto ambientale Milano-Cortina 2026: i gravi ritardi

Altri dati interessanti – e preoccupanti – riguardano l’impatto ambientale. Al momento della pubblicazione del report, la situazione è questa:

  • per il 60% delle opere non è stata fatta Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) perché non necessaria o valutata come tale;
  • il 16% delle opere ha avuto una qualche verifica di impatto ambientale;
  • per il 23% delle opere è in corso una verifica preliminare di assoggettabilità a VIA.

Le richieste della rete civica

Da un punto di vista tecnico, sono 9 i soggetti attuatori (con Simico S.p.A. capolista, per quasi il 60% delle opere del Piano e il 74,5% delle risorse complessive impiegate), 9 le stazioni appaltanti e 340 le ditte tra aggiudicatarie e subappaltatrici direttamente ingaggiate per la realizzazione delle opere olimpiche. Le ditte che ricorrono a più di un subappalto sono l’8% del totale.

Attraverso l’analisi dei dati, la rete Open Olympics 2026 rinnova quattro “domande civiche:

  • il conteggio effettivo dei progetti (dal portale di Simico mancano 6 delle 100 opere previste dal Piano);
  • la trasparenza sulle fonti di finanziamento e sulle spese effettivamente sostenute. Dettagli ancora assenti nel portale;
  • i dati sull’impronta CO2 per valutare l’impatto ambientale delle opere (su cui c’è disponibilità di Simico S.p.A.);
  • chiarimenti su come si eviterà di scaricare i costi su ambiente, lavoro e controlli, considerati i tempi ristretti.
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