Fattore clima: Microsoft annuncia la sfida Carbon negative
Il fattore clima cambierà volto alla finanza e all’economia mondiale. A dirlo è l’ultimo report del McKinsey Global Institute: “Climate risk and response: Physical hazards and socio-economical impact”. Nell’indagine si evidenzia come i mercati finanziari potrebbero andare incontro a gravi scossoni. Questo potrebbe accadere se i rischi legati ai cambiamenti climatici non verranno affrontati tempestivamente e attraverso policy adeguate.
Fattore clima e le paure dei big player
A preoccupare istituzioni e aziende sono in particolare due fenomeni: il surriscaldamento del pianeta e lo scioglimento dei ghiacciai. Come si legge nel report infatti se è vero che i mercati storicamente hanno considerato il rischio climatico come un fattore stabile, oggi non possono più permetterselo. A livello internazionale si moltiplicano i dubbi rispetto alle capacità del sistema di far fronte all’emergenza con conseguenze importanti per l’economia globale. Per fare un semplice esempio evento l’aumento della temperatura potrebbe sconvolgere il mercato del lavoro, la produttività di alcune aziende e impatterebbe anche sulle attività delle assicurazioni. Entro il 2030, tutti i 105 Paesi presi in considerazione nell’analisi di McKinsey saranno esposti “all’impatto dei cambiamenti dell’ambiente, con ricadute dirette su persone, risorse materiali e naturali, valore di asset”. Ecco perché i prossimi dieci anni saranno decisivi. Le principali decisioni aziendali e politiche dovranno essere esaminate tenendo in considerazione il cambiamento climatico.
I rischi per l’economia dei paesi
Anche i rating sovrani potrebbero essere intaccati dai rischi scatenati dal fattore clima. L’agenzia di rating Moody’s negli scorsi giorni, ad esempio, ha pubblicato un report che sottolinea come l’innalzamento del livello del mare sia entrato nell’analisi di lungo termine dei rating sovrani. In altre parole l’acqua alta minaccia non solo beni e attività costiere, ma le stesse valutazioni sull’affidabilità del debito di vari Paesi.
La scelta di Microsoft
In questo contesto di grande preoccupazione, l’amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, ha deciso di compiere un passo inedito per un esponente di spicco di una società high tech. Ha annunciato dal quartier generale di Redmond che Microsoft diventerà al 100% Carbon Negative. L’obiettivo della società sarà, quindi, non solo quello di ridurre a zero le emissioni nocive entro il 2030 ma rimuovere entro il 2050 l’equivalente di tutte le emissioni generate fin dalla fondazione del gruppo. Una sfida non da poco se si pensa che Microsoft è nata nell’ormai lontano 1975.
L’idea rivoluzionaria di Nadella punta sul raggiungimento di risultati importanti su due fronti. Da una parte si lavorerà sulla limitazione delle emissioni dirette, causate ad esempio dall’utilizzo di veicoli su strada. Dall’altra si interverrà su quelle indirette come il consumo di elettricità. L’azienda di Redmond ha poi annunciato la creazione di un fondo di 1 miliardo di dollari per investire in innovazione e tecnologie green. L’idea è promuovere la sostenibilità ambientale e contrastare il cambiamento climatico.“Quando si parla di anidride carbonica, essere neutrali non è abbastanza”, ha commentato il presidente di Microsoft, Brad Smith.

