Crisi idrica, dal Mit 3 miliardi per le opere idrauliche
Per fronteggiare la crisi idrica, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è pronto ad investire 3 miliardi di euro con una serie di interventi infrastrutturali in tutta Italia. E’ quanto ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio e ministro Matteo Salvini.
“Abbiamo 11 dighe commissariate per problemi che ne rallentano la conclusione o la manutenzione – ha detto Salvini. Quattro impianti (tre in Sardegna e uno in Sicilia) hanno una gestione speciale perché hanno bisogno di essere completati. In un caso – in Campania – mancano interventi rilevanti a valle della diga, sei strutture sarde non possono essere riempite al 100% per drammatica mancanza di manutenzione: devono essere messe in sicurezza”. Interventi importanti, dunque: ancora più strategici all’indomani della tremenda alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna e le Marche.
Crisi idrica: gli interventi
“In tutto – ha confermato il ministro Salvini – prevediamo investimenti da 3 miliardi che comprendono anche i lavori per l’acquedotto del Peschiera alle porte di Roma. In Emilia-Romagna, c’è la diga di Vetto: abbiamo già assegnato 3,2 milioni per la progettazione e confidiamo che il dossier venga sbloccato al più presto”. Non c’è più tempo da perdere, dunque. Sembra questo essere il motto che guida il Mit. A confermarlo è lo stesso titolare del dicastero: “Siamo determinati ad accelerare, costruire, ricorrere ad altri eventuali commissariamenti: i troppi No ideologici hanno aggravato i problemi idrogeologici e hanno rallentato la corretta gestione delle risorse idriche”. Il concetto è chiaro e Salvini pare proprio non avere dubbi al riguardo: “Dobbiamo cambiare strada: si può fare, lo faremo”.
Alluvione e Consiglio dei ministri
Proprio in merito all’alluvione, il Consiglio dei ministri ha preso i primi urgenti provvedimenti con il consiglio dei ministri del 23 maggio 2023. Nel successivo Consiglio, il numero 32 del 25 maggio 2023, c’è stata la rimodulazione dell’ordinanza di Protezione civile, che aveva già dichiarato nei giorni scorsi lo stato di emergenza, con l’estensione del perimetro della relativa area interessata dagli eventi alluvionali.
Ecco come ha scelto di integrare il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci:
- la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati a partire dal 16 maggio 2023 nel territorio dei comuni di Fano, Gabicce Mare, Monte Grimano Terme, Montelabbate, Pesaro, Sassocorvaro e Urbino della provincia di Pesaro e Urbino. Per i primi interventi di soccorso alla popolazione, sono stati stanziati 4.000.000 di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali;
- la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni dal 15 al 17 maggio 2023 nel territorio dei comuni di Firenzuola, Marradi, Palazzuolo sul Serio e di Londa della città metropolitana di Firenze. . Per i primi interventi di soccorso alla popolazione, sono stati stanziati 4.000.000 di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.
I danni all’agricoltura fanno parte della crisi idrica
Sono oltre 5 mila secondo la Coldiretti le aziende agricole colpite dal maltempo per frane o allagamenti. Tutto ciò mette a rischio nell’intera filiera almeno 50 mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione. Il settore più colpito è quello dell’ortofrutta. Con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che “soffoca” le radici degli alberi. Ora “Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire. Con la nomina di un Commissario alla ricostruzione come fatto ai tempi del terremoto” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Bisogna anche investire nei “bacini di accumulo. Fondamentali per la sicurezza di tutto il nostro Paese, conservando l’acqua in eccesso per ridistribuirla quando serve utilizzando al meglio le risorse del PNRR, dei fondi di coesione e del REpowerEU”.

