Il 7 aprile, il
Comitato per il capitale naturale (CCP) ha presentato il “
Quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia”, predisposto tra novembre 2020 e marzo 2021. Dopo l’approvazione, il documento sarà trasmesso al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia. La riunione plenaria del CCP, in videoconferenza, si è tenuta alla presenza di Roberto Cingolani, ministro della
Transizione ecologica.
Sono intervenuti anche Antonio Maturani, direttore generale del Mite per il patrimonio naturalistico; Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili; Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole; Massimo Garavaglia, ministro del Turismo; Laura Castelli, viceministra all’Economia; Rossella Accoto, sottosegretaria al ministero del Lavoro; Dalila Nesci, sottosegretaria al Sud; e Stefano Laporta, presidente dell’Ispra.
Il Rapporto
Il “Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia” ha il compito di evidenziare ai
policy makers il ruolo fondamentale ricoperto dal capitale naturale italiano rispetto al
sistema socio-economico del Paese. Per farlo, elabora schemi concettuali, migliora la conoscenza e affina modelli di misurazione del capitale naturale e degli impatti delle politiche su esso.
La
Legge n. 221 del 2015, art. 67, prevede la redazione annuale del Rapporto da parte del Comitato per il Capitale Naturale. I Rapporti devono poi essere consegnati dal Ministro dell’Ambiente, al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia, al fine di assicurare il raggiungimento degli
obiettivi sociali, economici e ambientali coerenti con l’annuale programmazione finanziaria e di bilancio.
Il
Comitato è presieduto dal Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare ed è composto da 10 Ministri, dall’
Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), dalla
Conferenza delle Regioni, da cinque Istituti pubblici di Ricerca e da un gruppo di esperti della materia nominati dal Ministro dell’Ambiente.
Il Quarto Rapporto e gli impegni europei
Nell’impostare la quarta edizione del rapporto è stato tenuto in considerazione il fatto che la necessità di preservare e ripristinare il capitale naturale per garantire una ripresa duratura è riconosciuta tra gli
Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu e dal
Green Deal europeo.
Inoltre, gli esperti hanno concordato sull’importanza strategica di allineare il documento nell’ambito della transizione economica prevista dal programma integrato del
Next Generation EU, da sviluppare attraverso un
Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che dedichi il
37% delle risorse alla biodiversità, ad azioni per il clima e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
A tutti questi fattori si legano anche i nuovi impegni comunitari derivanti dalla
Strategia europea per la biodiversità al 2030 e alla
Strategia “Farm to Fork” per una migliore sostenibilità ecologica di tutta la filiera agroalimentare. Infatti, la ‘vision’ del Comitato sostiene che:
“La nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato”.
Le indicazioni della quarta edizione
Alla luce degli impegni internazionali, nella quarta edizione del Rapporto si suggerisce che
il Pnrr includa una grande “opera pubblica” di ripristino degli ambienti terrestri e marini, attraverso la creazione di infrastrutture verdi e soluzioni basate sulla natura.
In questo modo, il Piano non solo costituirebbe una straordinaria occasione per il necessario cambio di rotta, ma risponderebbe anche all’impegno delineato dal
decennio delle Nazioni Unite sull’“Ecosystem Restoration” 2021-2030 e consentirebbe di affrontare l’
adattamento ai cambiamenti climatici.
Il ministro della Transizione ecologica
Nel suo intervento, il
ministro della Transizione ecologica si è soffermato in particolare sulle
azioni prioritarie del Pnrr. Inoltre, ha sottolineato quanto sia fondamentale puntare sulla riforestazione, sul miglioramento delle aree fluviali, sui programmi per i parchi e il mare, sulla riconnessione degli ecosistemi, sul turismo verde, sul monitoraggio del capitale naturale. Includendo la decarbonizzazione, la circular economy, lo stop al consumo di suolo, il recupero delle aree degradate, le infrastrutture idriche, la mobilità urbana, senza dimenticare la pianificazione delle risorse.
“Ho osservato con soddisfazione che l’impostazione del ‘Quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale’ è allineata con il Recovery Plan, pur essendo nata precedentemente. È una buona notizia: vuol dire che stiamo quindi lavorando, tutti insieme, nella giusta direzione”, ha affermato
Roberto Cingolani.
Quarto Rapporto sul capitale naturale in Italia.