Sicurezza sul lavoro

Valutazione dei rischi derivanti dal Covid-19: un protocollo interdisciplinare

Quali rischi derivanti dal Covid-19 valutare, in che modo valutarli? Un approccio interdisciplinare coerente con i più elevati standard internazionali
Condividi
Valutazione dei rischi derivanti dal Covid-19: un protocollo interdisciplinare
Un gruppo di lavoro interdisciplinare ha messo a punto un protocollo coerente con i migliori standard internazionali di valutazione del rischio, per valutare i diversi rischi derivanti dall’epidemia Covid-19, biologici e non biologici, e individuare le misure necessarie alla riduzione dei rischi.

Valutazione del rischio: una fase importante della gestione della sicurezza

Obiettivo del protocollo per la valutazione dei rischi biologici e non biologici derivanti dall’emergenza Covid-19 è supportare le valutazioni con un processo:
  • agile nelle modalità
  • rigoroso nell’aderenza alle conoscenze scientifiche e ai loro avanzamenti
  • allineato con i più recenti standard internazionali di valutazione e gestione dei rischi
  • compatibile per l’adattamento alle legislazioni dei diversi paesi
Un esplicito autorevole richiamo alla valutazione dei rischi per la sicurezza e salute in conseguenza dell’emergenza Covid-19 si trova ad esempio nel documento EU-OSHA, “Orientamento UE. Covid-19: fare ritorno al luogo di lavoro”, 2020. Il protocollo è stato concepito per essere adattato alle normative localmente applicabili, e in coerenza con:
  • lo standard UNI ISO 31000:2018 “Gestione del rischio – Linee guida”
  • lo standard UNI CEI EN IEC 31010:2019 “Gestione del rischio – Tecniche di valutazione del rischio”
  • lo standard UNI ISO 45001:2018 “Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro – Requisiti e guida per l’uso”
  • altri documenti di buona prassi e di letteratura
Il gruppo di lavoro è costituito da Carlo Bisio (Diploma NEBOSH, Ergonomo, Psicologo del lavoro), Paolo Campanini (Psicologo del lavoro, Dottorato in Medicina del lavoro) e Paolo Santucci (Medico specializzato in Medicina del lavoro). Qui sotto un’immagine del processo che comprende le diverse valutazioni. valutazione rischi modello protocollo grafico

Rischio biologico da Covid

La valutazione del rischio biologico, come quelle dei rischi non biologici che seguono, si basa su matrici che considerano la probabilità del danno e la sua gravità. La scala di probabilità del rischio biologico nasce da una considerazione congiunta delle seguenti variabili:
  1. Prossimità: in che misura l’attività richiede vicinanza con le altre persone
  2. Aggregazione: in che misura l’attività richiede la frequentazione di spazi in cui vi sono molte persone
  3. Specificità di contatto: quanto l’attività richiede la frequentazione di persone infette o il contatto con materiale biologico potenzialmente infetto
La scala di danno nasce invece da una considerazione congiunta delle seguenti variabili:
  1. Vulnerabilità della popolazione di riferimento (in quanto una maggiore vulnerabilità genera una potenzialità di danno più grave)
  2. Possibilità di trasmissione dal soggetto ad altri soggetti (con quante persone può venire in contatto un soggetto, incluse le terze parti, e quanto possono essere vulnerabili queste ultime)
Sono state quindi definite scale di probabilità e di danno, derivanti dall’analisi dei compiti e delle caratteristiche di vulnerabilità delle persone facenti parte dei gruppi omogenei definiti. La valutazione del rischio procede in modo separato per i diversi gruppi omogenei. È stato approntato un elenco non esaustivo di misure di riduzione del rischio, secondo la categorizzazione gerarchica contenuta nella ISO 45001. Fra esse compaiono anche quelle del Documento tecnico INAIL del 23 aprile 2020 sulla rimodulazione delle misure di contenimento.

Rischio ergonomico derivante dal lavoro agile

Il ricorso massiccio al lavoro in remoto, in postazioni che non sono state progettate per ospitare in via continuativa attività di lavoro, potrebbe porre problemi ergonomici. Viene proposto un questionario da sottoporre al personale esposto al fine di assumere informazioni riguardanti l’esposizione al rischio. Il questionario è stato messo a punto in base alla letteratura, e i diversi item vengono pesati con coefficienti derivanti da un’analisi preliminare fatta indipendentemente da diversi esperti. La tecnica della survey è prevista dalla UNI CEI EN IEC 31010:2018 par. B.1. Quanto alla matrice di rischio, la probabilità di danno è considerata proporzionale alla presenza di fattori di rischio (es. posture, movimenti) e alla durata dell’esposizione a tali fattori; mentre la potenzialità di danno è in relazione a caratteristiche dei soggetti che li rendano più vulnerabili. Sulla base dei risultati della valutazione del rischio possono essere individuate azioni per la riduzione del rischio. È stato approntato un elenco non esaustivo di misure di riduzione del rischio, anch’esse categorizzate secondo la gerarchia della ISO 45001. I risultati saranno riportati e discussi sia al Medico competente che ai soggetti direttamente interessati, affinché ne facciano uso per il miglioramento delle condizioni di esposizione o per il controllo nel tempo dello stato di salute.

Rischi psicosociali derivanti dalla mutata condizione di lavoro in situazione epidemica

Le incertezze circa la salute (possibilità di contagio) e circa la sicurezza economica, assieme ai cambiamenti repentini e ad altre caratteristiche della situazione epidemica, costituiscono fattori potenziali di tipo psicosociale, che possono condurre a stress o burnout o altri problemi di salute mentale. Una checklist è stata predisposta per un esame obiettivo dei fattori che possono generare stress, e un questionario rivolto al personale consente di assumere informazioni soggettive. Le variabili di percezione soggettiva sono in questo caso traguardate assieme alla valutazione di tipo obiettivo, e considerate assieme alle caratteristiche di vulnerabilità della popolazione. La valutazione di rischio evidenzia le misure più appropriate, secondo una gerarchia che include quella ISO 45001 e quella più classica nel campo della salute, che annovera misure di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.

Rischi derivanti da una carente gestione dei cambiamenti

I molti cambiamenti nell’ambiente di business possono provocare difficoltà di diverso tipo, dalla difficoltà negli approvvigionamenti alla riduzione di risorse disponibili, alla minor presenza di persone sul luogo di lavoro, e molti altri ancora. Possono quindi esservi effetti su aspetti di salute, di sicurezza personale, di sicurezza di processo. Scale di probabilità e di danno sono state predisposte, assieme a una metodologia coerente con la UNI CEI EN IEC 31010:2019 per l’attribuzione dei valori su tali scale, funzionale alla valutazione del rischio. La scala di probabilità si riferisce alla descrizione dei modi in cui un fattore di incertezza potrebbe provocare uno scenario di danno (stima della probabilità definita da esperti indipendenti); mentre la scala di gravità si basa sul giudizio circa i tipi di danno che potrebbero derivare in caso di realizzazione dello scenario negativo. In questa valutazione si tiene conto della capacità di gestione dei cambiamenti e della resilienza organizzativa.

Ad aprire e a chiudere il processo: due considerazioni

Il processo di valutazione dei singoli rischi è condotto all’interno di una cornice in cui si parte con un’analisi del contesto, coerentemente con quanto indicato dalla ISO 45001 e dalla ISO 31000, per elaborare poi i dati all’interno delle diverse valutazioni dei rischi specifici. Un appropriato livello di partecipazione e altre caratteristiche derivanti dalle buone prassi sono raccomandate nell’attuazione del protocollo. Infine, il criterio per l’accettabilità del rischio è considerato essere il livello ALARP (il più basso livello ragionevolmente praticabile), come indicato dalla ISO 45001. Tale livello viene operazionalizzato secondo un criterio basato sulla convergenza di pareri di testimoni qualificati. Riferimenti • UNI ISO 31000:2018 “Gestione del rischio – Linee guida” • UNI CEI EN IEC 31010:2019 “Gestione del rischio – Tecniche di valutazione del rischio” • UNI ISO 45001:2018 “Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro – Requisiti e guida per l’uso” • EU-OSHA, ‘Orientamento UE. Covid-19: fare ritorno al luogo di lavoro’, 2020 • www.iss.it www.who.org
Condividi

Potrebbero interessarti

Condominio

Dalla costituzione del condominio alla gestione delle tabelle millesimali, dalle delibere assembleari ai lavori edilizi e ai titoli abilitativi:...

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...

Il futuro del lavoro agile

Raffaele Guariniello
Raffaele Guariniello
La Legge 22 maggio 2017, n. 81 sul lavoro agile è messa in discussione dal SSL S1484, approvato in Senato con il titolo “Legge annuale sulle...