Nuovo standard ISO 45003: salute psicologica sui luoghi di lavoro e fattori psicosociali
                                Il benessere organizzativo è parte della definizione di ‘salute’ secondo OMS. Lo standard ISO 45003 riguarda la salute psicologica nelle organizzazioni e la gestione dei fattori psicosociali di rischio. Vediamo alcune sue caratteristiche, in particolare per la valutazione del rischio.
Nella definizione di salute dell’OMS rientra anche il benessere mentale. La ISO 45001 costituisce lo standard per i sistemi di gestione per la sicurezza e la salute, ma come è stato fatto notare, non ha dei contenuti completamente adatti alla tematica dei fattori psicosociali di rischio. Per fare un solo esempio, nella gerarchia delle misure i livelli individuati sono chiaramente pertinenti alle tematiche di sicurezza. Ecco, quindi, che la ISO 45003 compensa questa tendenza fornendo indicazioni specifiche per la gestione dei fattori psicosociali e per la salute e sicurezza mentale sul lavoro. Per tornare all’esempio fatto sopra, la gerarchia delle misure contempla la prevenzione primaria, secondaria e terziaria, come letteratura e buone prassi suggeriscono per questi fattori.
Che cos’è il benessere e cosa sono i fattori psicosociali di rischio nel nuovo standard ISO 45003?
Nella norma vengono date alcune definizioni: quella di benessere e quella di rischio psicosociale.
Il benessere è la realizzazione dei bisogni e delle aspettative dei lavoratori dal punto di vista fisico, mentale, sociale e cognitivo, in relazione al lavoro. Viene precisato che il benessere al lavoro può anche contribuire alla qualità di vita fuori dal lavoro.
I pericoli di natura psicosociale includono aspetti dell’organizzazione del lavoro, fattori sociali nel lavoro, fattori dell’ambiente di lavoro, delle attrezzature e compiti pericolosi.
La combinazione della probabilità di occorrenza all’esposizione a tali fattori, e la severità delle conseguenze sulla salute e sicurezza costituisce il rischio psicosociale.
Comprensione del contesto e delle parti interessate
Nella struttura di alto livello può trovare spazio una sistematica gestione dei rischi per la salute mentale.
Ad esempio, nella comprensione del contesto, oltre alle richieste della ISO 45001, occorrerà considerare espetti esterni e interni specifici.
Diversi esempi vengono fatti:
- Fra gli aspetti esterni, la supply chain che potrebbe richiedere una pressione temporale, o pressione sulla pianificazione della produzione, le relazioni con appaltatori e fornitori, i rapidi cambiamenti tecnologici, ecc.
 - Fra gli aspetti interni, il livello di impegno verso i temi della salute mentale, le caratteristiche della popolazione aziendale, la disponibilità di risorse, ecc.
 
La comprensione dei bisogni e delle aspettative dei lavoratori e delle altre parti interessate dovrebbe tenere conto ad esempio della sicurezza finanziaria, delle interazioni sociali e del supporto, dell’inclusione, del riconoscimento, dello sviluppo e della crescita personale, delle pari opportunità e di rapporti di lavoro corretti.
I fattori psicosociali, la leadership e la politica
Gli aspetti sociali di leadership e partecipazione hanno nella ISO 45001 un posto di riguardo. La ISO 45003 specifica diversi aspetti che dovrebbero essere presidiati dalla leadership aziendale, ad esempio la necessità di dimostrare leadership e impegno nella gestione dei fattori psicosociali e nella promozione del benessere al lavoro, identificare ruoli e responsabilità per la gestione di questi rischi, mettere a disposizione le risorse necessarie, proteggere i lavoratori da ritorsioni o minacce per aver riportato incidenti, pericoli, rischi e opportunità, rimuovere barriere che possano limitare la partecipazione dei lavoratori ed incrementare la partecipazione.
Anche nella definizione della politica organizzativa il top management dovrebbe assicurare l’impegno nella prevenzione riguardante i fattori psicosociali di rischio e promuovere il benessere al lavoro, determinare se occorra una separata politica riguardante i fattori psicosociali, considerare come le altre politiche organizzative si supportino e siano coerenti per raggiungere obiettivi comuni.
Valutazione e gestione del rischio nel nuovo standard ISO 45003
Nel punto 6 ‘Pianificazione’ vengono elencate azioni per affrontare i rischi e le opportunità.
In generale, nella pianificazione occorre stabilire obiettivi per la gestione dei fattori psicosociali e determinare come raggiungerli, dimostrare impegno e miglioramento continuo, dove possibile andando anche oltre al soddisfacimento dei requisiti legali. Andrebbero tenuti in conto i bisogni e le aspettative di gruppi particolari di lavoratori, quelli relativi a specifici luoghi o operazioni, i risultati della valutazione dei rischi psicosociali, l’implementazione di azioni per eliminare i pericoli psicosociali e ridurre i rischi associati, e altri aspetti.
Nell’identificazione dei pericoli di natura psicosociale vanno individuati tutti i fattori che riguardino come il lavoro è organizzato, i fattori sociali al lavoro e gli aspetti relativi all’ambiente, alle attrezzature e ai compiti pericolosi.
In tre tabelle incluse nello standard vengono fatti esempi di fattori di pericolo.
- La prima tabella della norma riguarda gli aspetti di organizzazione del lavoro, e include elementi riguardanti i ruoli, l’autonomia, la domanda, la gestione dei cambiamenti, il lavoro in remoto o in isolamento, i ritmi di lavoro e il carico di lavoro, gli orari, l’insicurezza e la precarietà del lavoro.
 - La seconda tabella riguarda i fattori sociali al lavoro quali le relazioni interpersonali, la leadership, la cultura organizzativa, le modalità per riconoscere il merito, lo sviluppo di carriera, il supporto, la supervisione, la civiltà e il rispetto nei rapporti, l’equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa, le violenze sul lavoro, le molestie, i fenomeni di bullismo e vittimizzazione.
 - La terza tabella, più breve, riguarda gli aspetti ambientali e relativi ad attrezzature e compiti pericolosi, dei quali vengono fatti alcuni esempi.
 
L’organizzazione deve mantenere attivi processi continui per l’identificazione dei fattori psicosociali di rischio.
La valutazione dei rischi per i fattori identificati deve essere parallela alla ricerca di opportunità per la riduzione dei rischi e il miglioramento continuo.
La valutazione dei rischi dovrebbe fornire informazioni sui danni potenziali, consentire di comparare gruppi che differiscono nell’esposizione, considerare l’interazione tra fattori psicosociali e altri rischi, dare una priorità ai fattori secondo i livelli di rischio, considerare le diversità della popolazione e i bisogni di gruppi particolari, fornire informazioni sul controllo delle misure e le opportunità di miglioramento.
Conclusioni: una norma particolarmente innovativa
Molti altri aspetti presenti nello standard meritano di essere considerati nelle prassi organizzative, in particolar modo all’interno di un sistema di gestione secondo il nuovo standard ISO 45001. Ma è evidente che le indicazioni di buona prassi sono interessanti per qualunque organizzazione.
Fra gli aspetti che rendono questa norma particolarmente innovativa:
- Il fatto che supera il concetto di stress lavoro-correlato, sul quale la norma italiana si è fossilizzato da più di dieci anni, per andare verso una gestione più complessiva dei fattori psicosociali, di cui lo stress è solo una delle manifestazioni
 - Il richiamo che viene fatto ai concetti di carico mentale e alla ISO 10075, che riguarda il carico mentale e la sua misurazione
 - Il collegamento che viene fatto fra la valutazione dei fattori psicosociali e gli altri rischi lavorativi, che è forse stata una delle parti meno comprese nell’approccio italiano a questo tema.
 
Per maggiori informazioni sul nuovo standard ISO 45003, consulta la pagina dell’organizzazione ISO.
                                    

