Sicurezza sul lavoro

I rischi emergenti tra EU-OSHA e TUSL

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Quasi non passa giorno senza che l’EU-OSHA richiami l’attenzione dei responsabili politici e dei ricercatori sui “rischi emergenti” per la SSL.

Certo è per noi che, a fronte di questo insistente richiamo dell’EU-OSHA, non basta prospettare per il futuro nuovi orizzonti normativi, ma diventa di grande interesse chiedersi se le nostre leggi, e in particolare il TUSL, già impongano misure in grado di fronteggiare i rischi emergenti e sistemi basati sull’intelligenza artificiale e se sì, in quale misura.

Proprio questa è la domanda che mi ha indotto a scrivere l’opera appena pubblicata come e-book sotto il titolo “Intelligenza artificiale e rischi emergenti”. Il nuovo libro è destinato, almeno negli intenti, a porre in luce gli obblighi di sicurezza che nel nostro Paese già impongono alle imprese di tutelare i lavoratori contro i rischi emergenti: dai rischi psico-sociali all’età, dai lavori verdi ai rischi ambientali e climatici.

Il Piano integrato SSL per un’Italia più giusta e sicura

Sarebbe ingeneroso non cogliere nel Decreto del Ministro del Lavoro 17 dicembre 2024, n. 195, recante il titolo “Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro per un’Italia più giusta e sicura”, un aspetto meritevole di attenzione: “L’obiettivo da perseguire con il presente Piano integrato è anche quello di realizzare politiche di prevenzione in un mondo caratterizzato da rischi emergenti e nuovi, non ancora pienamente conosciuti e quantificabili, intervenendo nel contempo per ridurre efficacemente quelli tradizionalmente noti, coerentemente con le previsioni della Strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027, nonché con l’Agenda ONU 2030; documenti strategici che invitano ogni livello istituzionale ad anticipare i cambiamenti determinati dalle transizioni verde, digitale e demografica per migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”.

La smaterializzazione dei luoghi di lavoro

Ma svetta uno dei rischi emergenti che più allarmano l’Europa: “Gran parte dei lavoratori operano al di fuori dei luoghi tradizionali. Con l’emergere di nuove forme organizzative, modelli aziendali e industrie, per una parte dei lavoratori dell’UE, il concetto di luogo di lavoro sta diventando più fluido ma anche più complesso. Lo sviluppo della tecnologia ha ampliato la possibilità di trasferire il lavoro al di fuori dei luoghi ad esso tradizionalmente

deputati e ha favorito la nascita di forme di organizzazione del lavoro del tutto nuove. Attualmente un terzo dei dipendenti dell’UE lavorano a distanza, e ciò evidenzia la necessità di adattare le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro per affrontare le nuove sfide”.

Il pensiero corre a fenomeni largamente invalsi e quanto mai inquietanti per le imprese quali il telelavoro, la mobilità stradale, il distacco. Non meno allarmata appare l’EU-OSHA in rapporto a ulteriori fenomeni: lo stalking occupazionale, le differenze di genere, l’uso di alcool e droga, la tarda età, le condizioni ambientali e microclimatiche a partire dallo stress termico. E persino, nel linguaggio dell’EU-OSHA, i “lavori verdi”.

I “lavori verdi”

Obiettivo di queste professioni, che coinvolgono una forza lavoro diversificata, è la tutela dell’ambiente: proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, ridurre il consumo di energia e di materie prime, ridurre i rifiuti e l’inquinamento.

Il messaggio lanciato dall’Europa è: “ciò che rispetta l’ambiente non necessariamente rispetta anche la salute e la sicurezza dei lavoratori che svolgono lavori verdi”.

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