Sicurezza sul lavoro

Green pass, l’obbligo va esteso anche ai clienti degli studi professionali

Confprofessioni chiede di sciogliere alcuni nodi legati alla certificazione verde: data di scadenza, controlli e policy per i clienti
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Green pass, l’obbligo va esteso anche ai clienti degli studi professionali

È iniziato ormai il conto alla rovescia per l’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro pubblici e privati, come previsto dal Dl n. 127 21 settembre 2021. Dal 15 ottobre i lavoratori saranno infatti obbligati ad esibire la certificazione verde.

Ad ogni modo restano molti i nodi ancora da sciogliere. A sollevarne alcuni inerenti gli studi professionali è il Presidente di Confprofessioni Gaetano Stella.

Nel corso di un’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato Stella ha sottolineato come “L’obbligo di possedere ed esibire il green pass per accedere in uno studio professionale è certamente condivisibile, ma potrebbe creare problemi organizzativi e gestionali per i professionisti chiamati a rispettare la norma.”

Anche i clienti degli studi dovrebbero esibire il green pass

Auspicando un aggiornamento del “Protocollo anticontagio”, sottoscritto dalle parti sociali al Ministero del Lavoro, per arrivare un corpus unico con le indicazioni operative sulle procedure da utilizzare in azienda, l’attenzione del presidente di Confprofessioni si sofferma, in particolare, sugli studi professionali, dove l’accesso è aperto non solo a dipendenti, lavoratori autonomi e collaboratori, ma anche ai clienti dei professionisti.

“È questa una delle principali criticità che emerge dalla lettura del decreto all’esame della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, afferma Stella. “Se il cliente non esibisce il green pass, la sicurezza e la salute dei lavoratori di studio non può essere garantita“. Secondo la Confederazione, quindi, anche i clienti dei professionisti, come pure altri visitatori, dovrebbero essere tenuti a esibire la certificazione verde per accedere in studio.

Controlli e privacy

Un altro aspetto delicato della norma riguarda la verifica del certificato verde che, nel rispetto della tutela della privacy, non consente la raccolta dei dati, ad esempio, la data di scadenza del green pass: “Una situazione che potrebbe portare il professionista a controllare ogni giorno i lavoratoriaggiunge Stella, sottolineando – se sia possibile prevedere che il datore di lavoro possa avere accesso ad alcune informazioni di base del certificato del lavoratore, in un’ottica di semplificazione delle procedure.”

Dubbi anche sull’incaricato dei controlli che la norma affida a un dipendente, con il compito di trasmettere eventuali violazioni al Prefetto. “In questo caso – conclude Stella – sarebbe opportuno conferire al datore di lavoro il potere di trasmettere gli atti al Prefetto a fronte di eventuale segnalazione del lavoratore.”

Come si ottiene il Green pass

Ma come si ottiene il green pass e cosa prevede la legge? Il green pass si ottiene:

  • dopo aver completato il ciclo vaccinale o 15 giorni dopo la prima dose
  • dopo essere risultati negativi a un tampone molecolare nelle ultime 72 ore o antigenico rapido nelle 48 ore precedenti

Sono esentati dal Green pass solo coloro che sono esentati dalla vaccinazione.

Controlli: all’accesso o a campione

L’articolo 3 del decreto prevede che le aziende private si organizzino per definire le modalità operative per effettuare i controlli e individuare i soggetti incaricati dell’accertamento. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione.

La legge sulla privacy non consente però al datore di lavoro di conservare i dati del green pass del lavoratore, compresa la scadenza. Questo ‘blocco’ complica la faccenda, entrando in contrasto con quanto detto sopra. Come dovranno muoversi quindi le aziende?

Le sanzioni

Le sanzioni per chi accede senza Green pass vanno dai 600 a 1.500 euro, mentre per il datore di lavoro che non controlla si va da 400 a 1.000 euro.

Cosa succede se non si ha il Green pass

Per chi non ha il pass non ci sarà la sospensione per i lavoratori del privato e del pubblico sprovvisti, come previsto in una prima versione del decreto. I lavoratori non possono essere licenziati ma non riceveranno lo stipendio fino a quando non si saranno allineati alla nuova norma. E fino a quel momento? Nelle aziende con meno di 15 dipendenti il datore di lavoro può prevedere una sostituzione per un massimo di 20 giorni.

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