Sicurezza sul lavoro

EU-OSHA presenta i diversi profili di lavoratori su piattaforma digitale

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Varie pubblicazioni dell’agenzia analizzano quali sono i profili professionali e lavorativi che prestano la loro opera attraverso le piattaforme digitali.

Il lavoro sulle piattaforme digitali assume diversi aspetti che rispecchiano quelli dei settori di attività. Capire meglio questa modalità di lavoro e i soggetti coinvolti consente di applicare più efficacemente i principi di prevenzione e protezione.

Il lavoro su piattaforme digitali è la prima area prioritaria della campagna EU-OSHA 2023-2025 “Lavoro sano e sicuro nell’era digitale”.

Le piattaforme di lavoro digitale impiegano 11,5 milioni di persone nell’Unione europea, una quota corrispondente a circa il 6% della forza lavoro totale. La maggior parte di essi sono giovani (più di 1/3 rientra nel gruppo di età 16-34), con una prevalenza di uomini anche se la presenza delle donne sta aumentando.

Il livello di formazione necessario può essere sia basso che alto, anche se questa caratteristica non è illuminante sulle vere competenze di questi lavoratori: piuttosto determina soltanto se e a chi può essere assegnato un determinato compito.

Altra caratteristica di questi lavoratori è di appartenere a gruppi che in genere incontrano difficoltà negli impieghi tradizionali: migranti, specialmente extra-UE, minoranze etniche, disabili, residenti in aree isolate o che offrono poche opportunità di lavoro, soggetti con incombenze di cura, lavoratori a tempo parziale e giovani. Le piattaforme di lavoro digitali offrono a questi gruppi poche barriere all’ingresso, orari, ritmi di lavoro e sedi flessibili, minimi requisiti linguistici, anonimità sullo stato di migrante o di appartenente a minoranze e anche maggiori possibilità di carriera rispetto ad altri impieghi più formalizzati.

Nell’Unione europea le più di 500 piattaforme di lavoro digitali attualmente attive mostrano eterogeneità di settori, attività e modelli di business:

Servizi IT, finanziari, tecnici, professionali e scientifici impiegano il 19% degli addetti alle piattaforme; tra di essi la parte maggiore è rappresentata da contabili, ingegneri, traduttori, consulenti, avvocati, sviluppatori di software e altri;

commercio, trasporti e logistica, servizi di accoglienza e ristorazione, consegna di pacchi e pasti, trasporto passeggeri e affitti temporanei rappresentano il 18%

servizi amministrativi di supporto, ad esempio pulizie, sono al 16%

assistenza medica e sociale (badanti, baby sitter, infermieri, ecc.) coprono il 12% di questa forza lavoro;

servizi sociali, culturali, alla persona e altri appartengono alla residua quota del 9% e includono attività manuali come riparazioni idrauliche, imbiancatura, giardinaggio, riparazioni elettriche o simili.

Per tutti questi gruppi è possibile individuare i rischi specifici del lavoro su piattaforma che si sommano a quelli già legati alle varie mansioni.

Per approfondimenti

Precedenti articoli su rischi e opportunità del lavoro su piattaforme digitali

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