A pochi giorni dal suo insediamento, il
ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi fa due mosse sul binario dell’
edilizia scolastica.
La prima è il 13 febbraio, quando sul sito del Ministero dell’Istruzione viene pubblicato, per volontà del neoministro, il documento
“Idee e proposte per una scuola che guarda al futuro”. Si tratta del
rapporto finale del Comitato di esperti, tra i quali era annoverato lo stesso Bianchi, istituito per la
riapertura delle scuole dopo la sospensione causata dalla pandemia di Covid-19. Un intero capitolo di questo documento è dedicato all’edilizia scolastica.
Il secondo è il 15 febbraio, quando il Mise ha reso disponibile, sempre sul proprio sito, la
piattaforma Open Edilizia. Uno spazio dedicato all’edilizia scolastica che permetterà di consultare i
dati di monitoraggio dei fondi erogati dal Ministero.
Il Comitato e il rapporto finale
Il rapporto finale “Idee e proposte per una scuola che guarda al futuro”, datato 13 luglio 2020, è stato realizzato dal Comitato istituito dalla precedente
ministra Lucia Azzolina con il decreto ministeriale n. 203 “Scuola ed Emergenza Covid-19” del 21 aprile 2020. L’organo è composto da
18 esperti per avanzare idee e proposte inerenti alle modalità di riapertura della scuola, dopo la sospensione determinata dal Coronavirus.
Al momento della firma del report in questione, il Comitato era
coordinato dall’attuale ministro Bianchi, all’epoca in qualità di professore ordinario di Economia e Politica industriale presso l’Università di Ferrara e Cattedra Unesco in Educazione, crescita ed eguaglianza.
Il mandato del Comitato prevedeva anche di formulare
idee e proposte sui possibili sviluppi successivi alla riapertura, con uno sguardo al futuro della scuola italiana. E con particolare riferimento ai temi dell’
edilizia scolastica, dell’utilizzo delle tecnologie digitali, della formazione e del reclutamento dei docenti, del sistema integrato 0-6 anni.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di contribuire a una “scuola italiana aperta, coesa e inclusiva, in quanto luogo di formazione della persona e del cittadino, radicato nel proprio territorio e sostenuto dalla partecipazione attiva di tutta la comunità. Una scuola autonoma capace di essere
motore di integrazione civile, di uguaglianza e di sviluppo”. Per realizzarlo, il Comitato aveva avviato una riflessione sullo stato della scuola italiana e contestualmente sentito in audizione diversi attori.
Il capitolo sull’edilizia scolastica
Il quarto capitolo del rapporto finale del Comitato è intitolato “L’architettura scolastica e nuovi ambienti di apprendimento”. In questo passaggio, dedicato all’edilizia scolastica, gli esperti approfondiscono il tema degli
ambienti di apprendimento e delle
didattiche capaci di superare quelle che vengono chiamate “gabbie del Novecento”.
Gli autori scrivono che gli ambienti di apprendimento della nuova scuola richiedono un
profondo ripensamento degli spazi educativi in cui i bambini, i ragazzi e gli adolescenti devono crescere. In particolare, bisogna superare l’immagine dell’aula come spazio chiuso e obbligato. Per approdare verso architetture più flessibili e tali da rispondere a bisogni educativi che possono mutare nel tempo. Questa riflessione, ragionano gli esperti, comporta un
impegno di lungo periodo con un piano per la messa in sicurezza e l’innovazione del patrimonio scolastico italiano.
Inoltre, per il Comitato, gli spazi didattici devono essere
più aperti alle opportunità educative e sociali del territorio; devono assicurare un servizio alle comunità locali; e garantire una didattica più flessibile e personalizzata che superi le cosiddette “gabbie del ‘900”. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, però, è necessario, si legge nel rapporto,
uscire dai vincoli del gruppo classe e della classe intesa come unità solo “amministrativa”. Al fine di offrire una formazione che permetta a tutti gli alunni di raggiungere gli stessi traguardi formativi, pur partendo da situazioni talora molto differenziate.
Per realizzare questa trasformazione degli “ambienti di apprendimento” e delle loro architetture, il Comitato propone un apposito
“Piano nazionale di architettura scolastica”. Il Piano è pensato come un intervento strutturato
su ampia scala e su base poliennale. In più, il progetto è ispirato ai criteri di
sostenibilità ambientale, sicurezza igienico/sanitaria e flessibilità didattica.
La piattaforma Open Edilizia
La piattaforma Open Edilizia è uno spazio dedicato all’edilizia scolastica, disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione, che permette di
consultare i dati di monitoraggio dei fondi erogati dallo stesso Ministero,
il numero e la tipologia di interventi finanziati e il loro
stato di avanzamento.
Inoltre, grazie a un apposito cruscotto di dati, è possibile cercare i finanziamenti anche
per singolo istituto scolastico, verificare quante risorse sono state stanziate per l’edilizia
nel proprio Comune. E se, e come sono stati spesi quei soldi. In pratica, la piattaforma dà la possibilità di
controllare in tempo reale lo stato di avanzamento delle opere e la tipologia degli interventi realizzati sul fronte dell’edilizia scolastica attraverso i finanziamenti concessi dal Mise.
I finanziamenti del Mise in edilizia scolastica
I
finanziamenti di edilizia scolastica concessi dal Ministero dell’Istruzione sono destinati agli Enti locali proprietari o gestori degli
edifici pubblici adibiti a uso scolastico. Più precisamente, i fondi vanno ai
Comuni per gli edifici che ospitano le scuole del primo ciclo di istruzione; e alle
Province e alle
Città metropolitane per gli edifici che ospitano le scuole del secondo ciclo.
Il Mise fa sapere che, solo nel 2020, sono
2.917 gli interventi finanziati, per un totale di 1.989,4 milioni per lavori di messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico. E per la realizzazione di 5.560 indagini su solai e controsoffitti. A queste risorse si aggiungono circa
460,3 milioni per interventi di edilizia leggera per l’
adattamento delle aule didattiche all’emergenza Covid.