Cosa succederà alla ISO 45001 nel 2027?
Chi lavora nel mondo della salute e sicurezza sul lavoro conosce bene ISO 45001. Pubblicata nel 2018, ha rappresentato un punto di svolta per i sistemi di gestione, proponendo per la prima volta uno standard internazionale pensato per creare ambienti di lavoro sicuri, sani e sostenibili. In questo articolo analizziamo il percorso avviato di aggiornamento di ISO 45001.
ISO 45001 è stata pubblicata nel 2018: cosa è cambiato da allora? Tutto
Da allora, molte cose sono cambiate. Le aziende si sono trovate ad affrontare nuove sfide: la pandemia, il lavoro da remoto, l’aumento dei rischi psicosociali, senza contare le conseguenze del cambiamento climatico che impattano anche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Come previsto dal meccanismo di monitoraggio ISO, ogni standard viene sottoposto a una “Revisione sistematica” a distanza di circa cinque anni dall’entrata in vigore.
Nel caso di ISO 45001, questa analisi si è svolta nel 2023 e ha portato a una conclusione chiara: lo standard resta un riferimento valido, ma va aggiornato per restare al passo con un contesto lavorativo e sociale in rapida evoluzione.
Ecco perché la norma si aggiorna
Da qui la decisione di avviare formalmente i lavori di revisione, che sono partiti nel 2024 e accompagneranno il settore fino al rilascio della nuova edizione previsto per il 2027.
Chi sta lavorando alla revisione di ISO 45001?
Ogni standard ISO nasce da un lavoro collettivo, e ISO 45001 non fa eccezione. Dietro le quinte c’è un comitato tecnico internazionale che coordina tutto: si chiama ISO/TC 283 ed è il gruppo di riferimento per la gestione della salute e sicurezza sul lavoro.
Questo comitato ha preso vita proprio per creare la prima edizione della norma, quando nel 2013 fu istituito come Project Committee (ISO/PC 283). Dopo la pubblicazione dello standard nel 2018, il gruppo è diventato permanente e ha assunto il ruolo di ISO/TC 283, pronto a gestire aggiornamenti, linee guida e normative correlate.
Il British Standards Institution gestisce la segreteria del comitato tecnico internazionale
La segreteria del comitato è affidata al BSI, il British Standards Institution, che funge da coordinatore a livello globale e che, per prima, ha applicato i principi dei sistemi di gestione alla sicurezza: BS 8800:1996 è stato il primo standard, cui è seguito il fortunato BS OHSAS 18001, nelle due versioni del 1999 e del 2007.
Ma i lavori coinvolgono decine di paesi e organizzazioni: ogni membro ISO partecipa tramite il proprio ente nazionale di normazione. In Italia, il punto di riferimento è UNI, mentre negli Stati Uniti, ad esempio, il ruolo è coperto da ANSI e dall’associazione ASSP.
La collaborazione con ILO è fondamentale per l’aggiornamento di ISO 45001
Non mancano le collaborazioni con organizzazioni internazionali come l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), che forniscono un contributo tecnico e garantiscono che i requisiti della norma siano coerenti con le convenzioni e le linee guida globali in materia di salute e sicurezza.
Il lavoro non si limita al comitato principale: ISO/TC 283 opera attraverso gruppi di lavoro dedicati (Working Group) e task force che affrontano aspetti specifici, come il cambiamento climatico o il lavoro agile. Sono questi gruppi che elaborano le bozze della norma, raccolgono i commenti e perfezionano il testo passo dopo passo.
Il ruolo dell’Italia con UNI
Anche l’Italia ha voce in capitolo: UNI partecipa ai lavori internazionali e coordina il comitato specchio nazionale, in cui siedono rappresentanti di imprese, sindacati, esperti e autorità. È proprio attraverso questi comitati che i portatori d’interesse italiani possono far sentire la propria opinione sulla nuova ISO 45001.
Le tappe del percorso di aggiornamento di ISO 45001
La revisione di uno standard ISO segue un iter ben preciso, fatto di passaggi progressivi e confronto internazionale. ISO 45001 non fa eccezione e il percorso è già stato tracciato. Il processo si articola in più fasi:
- Prima viene elaborata una bozza preliminare, chiamata Working Draft (WD). Si tratta di un testo di lavoro interno al gruppo tecnico, utile a individuare i temi da approfondire o rivedere.
- Segue il Committee Draft (CD), la prima versione ufficiale che circola tra i delegati ISO dei vari paesi. Qui inizia il confronto vero e proprio: i rappresentanti inviano osservazioni, proposte di modifica, critiche. Questo passaggio può richiedere più giri, finché non si raggiunge un testo sufficientemente condiviso.
- Solo a quel punto si arriva al Draft International Standard (DIS), la bozza internazionale che viene messa a disposizione di tutti per un’inchiesta pubblica. In questa fase, che si prevede tra il 2025 e il 2026, chiunque — aziende, professionisti, enti, associazioni — può esaminare il testo e inviare commenti tramite il proprio ente nazionale, come UNI in Italia.
- Se i commenti ricevuti portano a modifiche rilevanti, si passa allo stadio di Final Draft International Standard (FDIS), un’ultima versione pronta per la votazione finale. Se invece le modifiche dopo il DIS sono minime e c’è già ampio consenso, il FDIS può essere saltato.
Una volta approvato il testo definitivo, ISO pubblicherà la nuova edizione, che probabilmente si chiamerà ISO 45001:2027. Successivamente, ogni paese adotterà la norma a livello nazionale: in Italia diventerà UNI ISO 45001:2027 o UNI EN ISO 45001, a seconda degli accordi europei. Il traguardo finale è quindi previsto per il 2027.
Alcune fonti parlano di marzo, altre stimano la pubblicazione verso la metà o la fine dell’anno. In ogni caso, ci saranno margini di tempo per prepararsi, ma il processo è già in pieno svolgimento.
I temi che stanno emergendo
Anche se la bozza ufficiale della nuova ISO 45001 non è ancora disponibile, è già possibile intuire quali saranno le novità che entreranno nel prossimo aggiornamento. I lavori preparatori, le linee guida in fase di sviluppo e le discussioni tra gli esperti lasciano intravedere alcuni temi chiave che difficilmente resteranno fuori dal testo finale.
Climate change
Uno dei cambiamenti più attesi riguarda il legame tra salute e sicurezza sul lavoro e cambiamento climatico. Si va verso l’inclusione esplicita dei rischi legati agli eventi climatici estremi, come ondate di calore o fenomeni meteorologici che possono mettere in pericolo i lavoratori.
Non è un caso che ISO stia già lavorando su una linea guida specifica, la ISO 45007, proprio per gestire l’impatto del climate change sulla sicurezza. Altro aspetto in primo piano è il benessere dei lavoratori, inteso in senso ampio: salute fisica, salute mentale, equilibrio tra vita privata e lavoro. Su questi temi c’è una sensibilità crescente, accelerata anche dalle conseguenze della pandemia.
Rischi psicosociali
La futura ISO 45001 dovrebbe integrare i concetti introdotti dalla ISO 45003 sui rischi psicosociali e spingere le organizzazioni a occuparsi non solo della prevenzione degli infortuni, ma anche della qualità complessiva dell’ambiente di lavoro.
Diversità e inclusione
C’è poi il tema della diversità e dell’inclusione. Le nuove versioni della norma dovrebbero incoraggiare un approccio più attento alle esigenze di lavoratori vulnerabili, persone di culture diverse, fasce d’età differenti, lavoratrici in gravidanza, personale LGBTQ+ e altre categorie che richiedono misure su misura per garantire condizioni di lavoro sicure e rispettose.
Leadership sostenibile
Sul fronte della leadership, si annunciano modifiche per rafforzare il ruolo attivo della direzione aziendale nella gestione della sicurezza. Il concetto non è nuovo, ma si va verso una maggiore responsabilizzazione dei vertici, che dovranno essere più coinvolti nel dare l’esempio, nell’integrare la sicurezza nella strategia aziendale e nel monitorare i risultati in modo strutturato.
Anche qui, una nuova linea guida ISO 45009 è già in cantiere per chiarire questi aspetti. Infine, il contesto organizzativo si aggiorna. La norma sarà “pensata per un mondo che cambia”, con riferimenti espliciti al lavoro da remoto, alla digitalizzazione, ai nuovi modelli contrattuali e alle tecnologie emergenti. Tutto questo per garantire che la sicurezza non si limiti al sito fisico dell’azienda, ma segua i lavoratori ovunque si trovino.
L’obiettivo è mantenere ISO 45001 allineata agli altri grandi standard di gestione, come ISO 9001 e ISO 14001, con una struttura comune e requisiti armonizzati, in modo da facilitare l’integrazione tra sistemi qualità, ambiente e sicurezza.
Come partecipare al percorso di aggiornamento di ISO 45001?
Chi conosce il mondo delle norme ISO sa bene che non si tratta di processi imposti dall’alto. Le nuove edizioni nascono dal confronto, dai contributi tecnici, dai commenti di chi ogni giorno applica questi standard nelle aziende o negli enti pubblici.
E la revisione di ISO 45001 non fa eccezione. Anche senza far parte dei comitati e dei gruppi di lavoro di UNI, c’è spazio per dire la propria. La fase più visibile è l’inchiesta pubblica sul Draft International Standard (DIS), prevista tra il 2025 e il 2026. In quel momento, chiunque — aziende, tecnici, organizzazioni — potrà acquisire la bozza della nuova ISO 45001 e inviare commenti ufficiali attraverso il portale UNI o gli enti di normazione di altri paesi.
È possibile mantenersi aggiornati, seguendo le piattaforme informative dedicate. Ad esempio, UNI ha lanciato “Obiettivo 45001”, uno spazio online che permette di ricevere aggiornamenti costanti, anticipazioni sui contenuti della revisione e materiali utili per orientarsi nel percorso di transizione.
È uno strumento pensato per accompagnare le organizzazioni passo dopo passo, senza doversi trovare impreparate all’ultimo momento.
Preoccuparsi oggi per adeguarsi a una norma che, se tutto andrà secondo i piani, uscirà nel 2027 e lascerà probabilmente tempo fino al 2030 per adeguarsi, non è necessario. Nessuno è obbligato ad anticipare i tempi.
Temi di oggi, temi di domani
Però i temi che la futura ISO 45001 affronterà sono già attuali e incidono concretamente sulla gestione aziendale: il cambiamento climatico, i rischi psicosociali, il benessere dei lavoratori, la sicurezza nei contesti digitali, l’inclusione e la diversità non sono concetti futuribili, sono questioni che molte organizzazioni si trovano già a gestire ogni giorno.
Le aziende più sensibili si stanno muovendo in anticipo, non per adeguarsi a un testo che ancora non c’è, ma per sfruttare al meglio il tempo che ci separa dal 2030, integrando questi temi nelle proprie politiche e nei propri processi. Questo approccio permetterà di arrivare preparati, valorizzare i cambiamenti e far sì che l’evoluzione dello standard diventi un’opportunità, più che un semplice adempimento.

