Sicurezza sul lavoro
Coronavirus e lavoro, tra smart working e regole base
Lo smartworking può aiutare il sistema economico italiano a reggere la portata del contagio da Coronavirus, come stabilisce uno dei decreti attuativi del dl 23 febbraio 2020 n. 6
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Articolo pubblicato il 24/02/2020, aggiornato il 05/03/2020.
Ultimo aggiornamento 11/03/2020
È un’Italia spaventata ai limiti del panico da Coronavirus quella che in queste ore si mette in auto, sui mezzi pubblici e va al lavoro.
Mentre scriviamo ci sono sette regioni con presenza accertata della diffusione del virus Covid-19 con oltre 200 casi.
L’epicentro è nel cuore economico del nostro Paese, tra Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. Le misure messe in atto dal Governo con apposito decreto legge sono importanti, compresa la quarantena per i soggetti di rientro dalla Cina o che sono stati in contatto con persone provenienti dai focolai riconosciuti di Codogno e Vò Euganeo.
Con il decreto del 4 marzo 2020, le disposizioni per cotenere la diffusione dell’epidemia si estendono a tutto il territorio italiano.
Smartworking ai tempi del Coronavirus
E poi c’è il tema dello smartworking, la possibilità di lavorare da casa. Il lavoro agile, previsto dalla legge n.81/2017. Oggi Milano sarà un po’ più vuota, perché realtà come Unicredit, A2a, Ibm, Eni, Saipem, Pirelli, Salini Impregilo, PwC, Luxottica hanno chiesto a chi abita nel lodigiano di attuare questa forma di lavoro. E ci sono anche tante aziende e multinazionali che hanno dato disposizione ai propri dipendenti di utilizzare i mezzi pubblici in orari meno carichi di pendolari. Il rischio di fermare l’economia, il lavoro, è palpabile. Ma il telelavoro è senza dubbio una strada utile da percorrere in questo momento di estrema difficoltà. Lo stabilisce il dcpm del dl 23 febbraio 2020 n. 6 (misure urgenti sul coronavirus), pubblicato in GU. La modalità di lavoro agile è già applicabile in via automatica, da subito, senza necessità di adempimenti aggiuntivi e anche in assenza di accordi individuali previsti dalla legge. Il dpcm 25 febbraio 2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2020 ha esteso in via provvisoria fino al 15 marzo 2020 lo smart working nelle regioni dell’Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria, e per i lavoratori che vi riesiedono o siano domiciliati che lavorano fuori da queste regioni. Gli obblighi e l’informativa sono disponibili sul sito Inail. Ci sarà anche l’utilizzo dello strumento della malattia o dei riposi per quelle persone che non potranno recarsi al lavoro in questi giorni. Restano allo studio del governo anche le possibilità di ricorrere alla cassa integrazione vista la straordinarietà delle vicende che stiamo vivendo. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo 2020 e dell’8 marzo 2020 si dispongomo misure stringenti per il contenimento del virus, unite a misure di informazione e prevenzione per l’intero territorio nazionale. Come sottolinea l’Inail, si incentivano i datori di lavoro ad applicare il lavoro agile, per tutta la durata dello stato di emergenza, a ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza di accordi individuali. È possibile assolvere agli obblighi di informativa sulla salute e sicurezza nel lavoro agile nei confronti dei lavoratori e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) in via telematica, anche ricorrendo alla documentazione fornita dall’Istituto. Il DPCM 8 marzo 2020 stabilisce il termine al 3 aprile. Decadono dunque gli effetti degli artt. 3 e 4 del precedente decreto del 1° e del 4 marzo che, a loro volta, avevano già superato le disposizioni dei precedenti decreti del 23 e del 25 febbraio 2020.Uffici pubblici e Coronavirus
Un discorso diverso invece vale per la pubblica amministrazione: “Non ci sono emergenze tali da farci pensare a chiusure di servizi pubblici“, ha spiegato in queste ore il prefetto di Milano, Renato Saccone – “Molte imprese e uffici pubblici potranno fare ricorso al telelavoro per ridurre gli spostamenti sul territorio“, ha aggiunto Saccone invitando a rispettare le norme di “igiene personale e a fare ricorso al 112” in caso di necessità. Il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone ricordando su Facebook le misure adottate con il decreto varato sabato sera 22 febbraio 2020 ha anche detto che “in cantiere abbiamo anche possibili provvedimenti di carattere organizzativo in favore del pubblico impiego, per esempio in merito a un ulteriore impulso per forme di lavoro agile”.Le regole base contro il contagio
La situazione è precipitata nel giro di 48 ore. Ma anche se è cambiata, valgono sempre le stesse regole, il decalogo del Ministero della Salute.- Lavati spesso le mani
- Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
- Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
- Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci
- Non prendere farmaci antivirali né antibiotici a meno che siano prescritti dal medico
- Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
- Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate
- I prodotti MADE IN CHINA e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
- Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus
- Contatta il numero verde 1500 per maggiori informazioni

