Rischio idrogeologico

Come funzionano le polizze obbligatorie per gli immobili: l’efficacia del modello spagnolo e il ritardo italiano

La Spagna prevede polizze obbligatorie per gli immobili, la cui efficacia è emersa a margine del disastro di Valencia: e l'Italia?
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Come funzionano le polizze obbligatorie per gli immobili: l’efficacia del modello spagnolo e il ritardo italiano

Il recente caso dell’alluvione a Valencia ha dimostrato come la Spagna sia in grado di offrire un sostegno tempestivo ai cittadini colpiti in tema di risarcimenti, grazie a polizze assicurative obbligatorie sugli immobili per i disastri naturali. L’Italia, invece, non dispone di una normativa simile, lasciando ampi spazi di vulnerabilità in un territorio soggetto a frequenti calamità.

Il modello spagnolo: polizze obbligatorie per gli immobili e intervento rapido

In Spagna, la gestione delle calamità naturali è supportata da un sistema assicurativo obbligatorio che copre i danni causati da eventi straordinari come alluvioni, terremoti e tempeste.

Questo modello prevede che ogni contratto assicurativo per beni immobili, sia residenziali che produttivi, includa una polizza contro i “rischi straordinari”, amministrata dal Consorcio de Compensación de Seguros (CCS), un ente pubblico specializzato nella gestione di disastri naturali. I cittadini pagano un piccolo sovrapprezzo sulle polizze standard, destinato a un fondo nazionale di riserva gestito dal CCS.

Questo sistema permette di raccogliere fondi che vengono rapidamente redistribuiti in caso di calamità, assicurando alle vittime un risarcimento tempestivo. Grazie a questo sistema, il CCS è stato in grado di avviare le procedure di rimborso a soli otto giorni dall’evento, con un’organizzazione che ha consentito la valutazione rapida dei danni e un accesso facilitato per i cittadini alle richieste di risarcimento, anche online.

Questo modello riduce il carico finanziario sullo Stato, trasferendo parte della responsabilità della gestione dei rischi al settore assicurativo, e contribuisce a garantire una maggiore resilienza della società di fronte ai disastri naturali.

L’Italia e il vuoto normativo sulle assicurazioni immobiliari obbligatorie

Nonostante la frequenza delle calamità naturali, ad oggi in Italia non esiste un obbligo di assicurazione per gli immobili contro i disastri. Vi è comunque una intenzione dell’attuale Governo di inserire, con un norma ad hoc, l’obbligo di una assicurazione per eventi catastrofali come già anticipato dal ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, nel pieno dell’emergenza alluvionale in Emilia-Romagna.

Le inondazioni in Emilia-Romagna e Veneto hanno evidenziato la vulnerabilità di un territorio spesso affidato a fondi di emergenza statali, piuttosto che a politiche assicurative strutturate. La mancanza di una normativa in materia rappresenta un rischio economico, che grava sia sui cittadini che sullo Stato.

Affidarsi esclusivamente all’assicurazione obbligatoria non risolve la questione della prevenzione. In Italia, come sottolineato da esponenti politici, molti fondi destinati alla prevenzione rimangono inutilizzati, specialmente in Regioni ad alto rischio idrogeologico come l’Emilia-Romagna. Una gestione più efficace di tali risorse potrebbe limitare la necessità di risarcimenti post-disastro. Per tali motivi urge un intervento normativo mirato, magari sulla falsa riga del “modello spagnolo”.

Piano di contrasto al dissesto idrogeologico: il Ministero annuncia fondi e nuove misure per il 2024

Intanto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha annunciato in Senato, durante il Question Time tenutosi in data 7 novembre, che il Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico per il 2024 riceverà risorse per oltre 1 miliardo di euro, destinati a Regioni e Province autonome.

Attualmente sono in corso le procedure per definire questo Piano, il cui completamento è previsto entro la fine dell’anno. Il dissesto idrogeologico è uno dei punti chiave del “decreto-legge ambiente”, attualmente al vaglio del Parlamento, che introduce misure per rafforzare il monitoraggio degli interventi di difesa del suolo e velocizzare la programmazione delle attività di prevenzione.

Per garantire trasparenza e controllo sui progressi di ogni intervento, il monitoraggio avviene tramite la piattaforma ReNDiS, che raccoglie dati essenziali per le decisioni strategiche. La realizzazione del Piano è affidata ai Presidenti delle Regioni, in qualità di Commissari di Governo, responsabili sia del corretto aggiornamento dei dati di monitoraggio che della produzione di relazioni annuali sullo stato degli interventi. Sulla base di tali relazioni, il MASE redige il rapporto annuale, con aggiornamenti puntuali al 31 dicembre.

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