Polizza catastrofale per le imprese: primi chiarimenti ANIA, ma restano nodi applicativi
A pochi giorni dalla scadenza del 31 marzo 2025, ad eccezione delle imprese dei settori pesca e acquacoltura, le imprese operanti in Italia dovranno adempiere all’obbligo assicurativo contro i rischi catastrofali. Sul controverso tema della polizza catastrofale, nel frattempo, arrivano i primi chiarimenti operativi da parte dell’ANIA.
L’associazione ha infatti pubblicato sul proprio sito istituzionale una serie di FAQ, con l’obiettivo di supportare imprese e operatori del settore nel passaggio verso il nuovo regime assicurativo, in attesa di ulteriori interventi normativi.
Intanto, Confindustria ha chiesto al MIMIT una proroga di almeno 90 giorni oltre a proporre di destinare il gettito fiscale derivante dai ricavi per le polizze assicurative a investimenti per la messa in sicurezza del territorio ed evitare che i costi del rischio idrogeologico, ad esempio, siano posti a carico delle imprese.
Interpretazione della polizza catastrofale: le diverse “aree grigie”
Nonostante l’adozione del Decreto Ministeriale n. 18 del 2025, che ha definito alcune modalità attuative e operative dell’obbligo, permangono incertezze interpretative che ostacolano l’attuazione uniforme della norma.
L’ANCE insieme a Confindustria ha attivato un’azione congiunta per sollecitare il legislatore a fornire chiarimenti definitivi. Le aree grigie, infatti, sono numerose, e rischiano di generare adempimenti difformi o coperture inadeguate, soprattutto nei comparti ad alta complessità infrastrutturale o immobiliare.
I primi chiarimenti ANIA
Uno dei nodi principali affrontati dalle FAQ riguarda l’assicurabilità dei beni strumentali all’attività di impresa che non siano di proprietà del soggetto esercente. Si tratta di un tema cruciale per numerose imprese che operano in immobili condotti in locazione o che utilizzano impianti e attrezzature in leasing o noleggio operativo. Secondo quanto chiarito da ANIA, in assenza di una copertura già attiva da parte del proprietario, l’utilizzatore – sia esso affittuario o conduttore – è tenuto a stipulare autonomamente la polizza obbligatoria, estendendola ai beni in uso.
Le compagnie assicurative hanno tempo fino al 31 marzo 2025 per adeguare i nuovi prodotti alle disposizioni della polizza catastrofale obbligatoria. Ma attenzione: questo termine non si applica alle polizze già in essere. In quel caso, l’adeguamento potrà avvenire al rinnovo contrattuale o al primo pagamento utile. Un esempio pratico? Se una polizza annuale è stata sottoscritta il 24 febbraio 2025, l’adeguamento scatterà al 24 febbraio 2026.
Le cause di esclusione dalla polizza catastrofale
La copertura assicurativa contro le catastrofi naturali, come delineata dal decreto attuativo, non è totale: sono infatti previste alcune esclusioni esplicite. Restano fuori dall’indennizzo i danni derivanti da radiazioni o calore provocati da reazioni nucleari, anche se collegati a eventi sismici.
Sono esclusi anche i danni dovuti a interruzioni o anomalie nella produzione o distribuzione di energia (elettrica, termica o idraulica), a meno che non siano direttamente causati dal terremoto sul fabbricato assicurato.
Non rientrano nella copertura le conseguenze di frane causate da errori progettuali o di scavo, se verificatesi entro dieci anni dai lavori, né le frane già note o potenzialmente conosciute al momento della stipula. Infine, la polizza non copre le spese di demolizione e sgombero, che restano a carico dell’assicurato.
Inoltre, viene confermata l’esclusione delle merci dal perimetro dei beni soggetti all’obbligo assicurativo: un punto importante per le imprese del settore logistico e della distribuzione, che temevano oneri aggiuntivi sulla tutela delle scorte.
In attesa di un intervento correttivo
In assenza di una proroga ufficiale, la scadenza del 31 marzo resta un termine stringente, e il rischio di non conformità è concreto, con tutte le possibili conseguenze, anche in termini di responsabilità patrimoniale e reputazionale.
Nell’attesa di possibili interventi legislativi o di una circolare esplicativa da parte del MIMIT o della Protezione Civile, il settore produttivo si muove in un quadro normativo ancora schizofrenico: da un lato, cresce la domanda di prodotti assicurativi ad hoc, dall’altro si moltiplicano le richieste di rinegoziazione delle coperture preesistenti.


