Il 18,4% dell’Italia risulta a rischio idrogeologico

Il 18,4% del territorio italiano risulta a rischio idrogeologico per la popolazione e le infrastrutture. Per questo motivo, diventa sempre più urgente prevedere e prevenire, attraverso un’attenta programmazione degli interventi da eseguire. Da questo assunto parte la relazione annuale 2024 al Parlamento da parte del MASE, in merito agli “interventi di competenza dei commissari di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico e il loro stato di attuazione” in Italia.
Il documento, presentato dal ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Giliberto Pichetto Fratin, è un’analisi della programmazione in materia di dissesto idrogeologico, con gli interventi in calendario, gli atti di indirizzo governativi ed una serie di dati (aggiornati al 31 dicembre 2023) utili a comprendere la gravità e l’urgenza del fenomeno.
Il dissesto idrogeologico in Italia: natura e cause
Nella relazione si evidenzia che i fenomeni di dissesto idrogeologico che colpiscono l’Italia con sempre maggior intensità e frequenza si traducono, spesso, in eventi calamitosi che provocano ingenti danni al territorio, con particolare impatto sul patrimonio edilizio e infrastrutturale e, nei casi più drammatici, con perdita di vite umane.
Molto dipende dalla natura fragile della nostra penisola. Tanto dal suo uso improprio, con “urbanizzazioni incompatibili con le condizioni di pericolosità intrinseca dei territori, pratiche agricole e forestali non corrette, attività industriali e turistiche non rispettose degli equilibri ambientali”.
Ad aggravare la situazione, i cambiamenti climatici. Ecco perché le funzioni richiamate dall’art. 58 del d.lgs. 152/2006, di “previsione, prevenzione e difesa da frane, alluvioni e altri fenomeni di dissesto idrogeologico”, nonché “di programmazione, finanziamento e controllo degli interventi”, diventano strategiche.
L’Italia è un paese fragile a livello idrogeologico
Il MASE si rifà ai dati Ispra 2021, dal quale emerge che il 18,4% del territorio italiano è a rischio idrogeologico per la popolazione e le infrastrutture. Come conseguenza, la quasi totalità dei Comuni italiani, ossia 7.423 Comuni, pari al 93,9% del totale, risulta esposta a rischio idrogeologico per frana, alluvioni o per erosione costiera.
Le persone esposte al rischio di frana sono 1,3 milioni, mentre sono 6,8 milioni quelle esposte al rischio idraulico. Su un totale di oltre 14,5 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono il 3,9%, mentre quelli ubicati nelle aree inondabili sono il 10,7%. Le industrie e le infrastrutture in aree a pericolosità da frana molto elevata sono oltre 84.000, con 220.548 addetti a rischio. Nel complesso, le infrastrutture esposte al pericolo di inondazione – nello scenario di “pericolosità media” – rappresentano il 13,4% del totale.
Frane, alluvioni e erosione costiera
Da un punto di vista geografico, le Regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria. Per quanto riguarda il dissesto nelle aree costiere, risultano in erosione 841 km di litorali, pari al 18% delle coste italiane. Le Regioni che hanno fatto registrare il maggior incremento dei tratti costieri in erosione sono Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania.
Altro capitolo, i beni architettonici, monumentali e archeologici a rischio idrogeologico. Ebbene, degli oltre 213.000 beni censiti, quelli soggetti al rischio di frana “elevato” sono oltre 12.500, ossia il 5,8% del totale. I beni culturali esposti al rischio alluvione “medio” sono 34.000, pari al 16% del totale. I beni esposti al rischio salgono a 50.000, pari cioè al 23%.
Il dissesto idrogeologico in Italia: interventi e politiche a medio-lungo termine
Si tratta di una serie di indicatori fondamentali per lo sviluppo delle politiche di intervento sul territorio nell’ambito della pianificazione alla scala di Distretto idrografico e regionale. In generale, il MASE registra “l’elevata eterogeneità delle manifestazioni di dissesto idrogeologico in Italia”.
Ogni Regione presenta peculiarità geologiche, geografiche e climatiche tipiche, che meritano differenti strategie locali di contrasto. “I recenti eventi alluvionali occorsi nel biennio 2022-2023, che hanno colpito l’Isola d‘Ischia e i territori dell’Emilia-Romagna e della Toscana, hanno riproposto con urgenza il tema dell’efficacia sul lungo termine delle soluzioni di difesa idraulica”. Interventi necessari in un territorio quasi interamente occupato dalle attività umane e in uno scenario di cambiamenti climatici rispetto ai quali “le politiche di adattamento necessitano dei tempi adeguati, generalmente lunghi, per manifestare gli effetti positivi”.