Ddl Cantiere Ambiente, si parte dai dati Ispra

Per analizzare i termini del ddl Cantiere Ambiente, è necessario partire dai dati Ispra. Nel 2018 l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha aggiornato lo scenario del dissesto idrogeologico in Italia. Nel 2017 è a rischio il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015) ed oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità.
Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%). Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50.000 km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550.000) si trova in aree a pericolosità di frana e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio.

La mappa dell’Ispra sulla pericolosità idraulica
Le prospettive di Cantiere Ambiente
Visti i dati allarmanti, nelle ultime settimane il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il Disegno di Legge (DDL) contro il dissesto idrogeologico, ribattezzato Cantiere Ambiente.
Per la pubblicazione ufficiale servirà l’approvazione definitiva della Conferenza Stato-Regioni.
Il Ddl realizza gli obiettivi indicati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 20 febbraio 2019, ovvero il Piano Nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, detto Proteggi Italia, da circa 11 miliardi di euro per il triennio 2019-2021. Il Ddl Cantiere Ambiente si propone di aumentare le risorse disponibili per i commissari di governo, a partire dalla progettazione degli interventi, così da superare le principali criticità degli ultimi anni. È una vera e propria legge quadro che vede il Ministero dell’Ambiente al centro della progettazione e realizzazione delle opere, così come un polo che si interfacci con le regioni e le altre istituzioni competenti.
Il focus del disegno di legge Cantiere Ambiente
“È la risposta corposa, strutturata, sostanziale al dissesto idrogeologico” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Il disegno di legge attribuisce ai Presidenti di Regione, in qualità di Commissari contro il dissesto idrogeologico, i compiti di coordinamento e realizzazione degli interventi funzionali atti a garantire la salvaguardia del territorio. Ciascun Commissario ha il dovere di predisporre un Programma d’azione triennale per la mitigazione del rischio idrogeologico.
I relativi interventi del Programma sono connessi a:
- Difesa, sistemazione e regolazione dei corsi d’acqua;
- Moderazione delle piene;
- Difesa e consolidamento dei versanti e delle aree instabili;
- Protezione delle coste e degli abitati dall’erosione delle acque marine;
- Gestione del rischio e del rischio residuo.
Il programma d’azione triennale
Con questo disegno di legge l’idea è di disciplinare la procedura per l’adozione del Programma d’azione triennale, dei relativi piani annuali di stralcio e degli eventuali accordi volti a definire le modalità di gestione degli interventi. Ad esempio il Programma d’azione triennale, predisposto dal Commissario (Presidente di Regione) viene trasmesso al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha 60 giorni di tempo per individuare gli interventi da finanziare con le risorse dello stato di previsione. In questo modo l’azione contro il dissesto idrogeologico può procedere in modo spedito e flessibile in base alle diverse esigenze che si presentano sul territorio.
Inoltre vengono riordinati e ampliati i poteri dei Commissari (Presidenti di Regione), ai quali vengono attribuite una serie di facoltà in deroga all’ordinamento vigente, che consentono loro di avere un margine di intervento più incisivo e più rapido in ragione delle finalità da raggiungere.
Contrasto al dissesto idrogeologico
È prevista l’istituzione presso il Ministero dell’Ambiente di una Segreteria Tecnica per le azioni di contrasto al dissesto idrogeologico, composta da n.7 persone con esperienza pluriennale tecnico-scientifica nel campo dell’ingegneria civile e ambientale.
Infine viene istituita la figura del green manager nell’ambito di ciascuna Pubblica Amministrazione. Esso avrà il compito di assicurare la corretta attuazione della normativa ambientale, monitorando l’attuazione dei Programmi d’azione triennali, promuovendo l’attuazione delle disposizioni in materia di mobilità sostenibile, sovrintendendo e promuovendo le attività di efficientamento energetico ed idrico, promuovendo la realizzazione di campagne di informazione e la partecipazione ai processi decisionali relativi alla tutela dell’ambiente.
La semplificazione
L’obiettivo di questo DDL è facilmente riassumibile: semplificazione a favore della cantierizzazione delle opere a difesa dell’Italia dal dissesto idrogeologico. È necessaria l’approvazione definitiva da parte della Conferenza Stato-Regioni, per poter conoscere le risorse effettivamente destinate al Ddl Cantiere Ambiente.