Rischio idrogeologico

Caldo e siccità, colpa (anche) della cattiva gestione delle risorse idriche

Report WWF: il caldo fuori controllo è legato anche allo sfruttamento eccessivo degli ecosistemi idrici. Serve adottate la Water Frame Directive
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Caldo e siccità, colpa (anche) della cattiva gestione delle risorse idriche

Mentre l’Italia e l’Europa subiscono continue ondate di caldo, il WWF fa luce sulle cause di questi eventi estremi, sempre più frequenti. Il report Good water management: The heart of Europe’s drought response, pubblicato a luglio, evidenzia infatti la correlazione tra una mal gestione delle risorse idriche e il fenomeno della siccità. E più in generale dei cambiamenti climatici.

I periodi di siccità non sono sicuramente un’anomalia in Europa. Questo soprattutto in alcune aree della penisola iberica, del sud est della Francia, del basso corso del Danubio e della Grecia.

Ma questi fenomeni si aggravano giorno dopo giorno. E hanno una portata sempre più violenta: ed oggi coinvolgono aree come quelle dei Balcani, la Svezia e il nord della Francia. Questo dipende anche dallo sfruttamento eccessivo degli ecosistemi di acqua dolce, come fiumi, laghi, zone umide, corsi d’acqua e acque sotterranee.

Water Frame Directive contro il caldo

La responsabilità del caldo anomalo è quindi anche degli Stati membri dell’Ue che, secondo gli Autori dello studio, dovrebbero adottare pienamente la Water Framework Directive. Questa è la direttiva comunitaria per il management responsabile dei bacini idrici potabili in Europa.

La WFD è in vigore da 19 anni: ci sono stati diversi passi in avanti ma non ci sono ancora fondi sufficienti per garantire la resilienza dei corsi d’acqua in caso di caldo, siccità e inondazioni. Il momento di farlo è ora, sottolinea il Wwf, per prepararsi al meglio al 2027, anno di scadenza della Direttiva.

Gestione delle emergenze: le azioni dovrebbero essere preventive

Innanzitutto il report sottolinea come sia necessario migliorare il sistema di gestione dell’emergenza, che è quasi sempre di carattere reattivo (a siccità avvenuta) e non preventivo. Nel mirino anche il sistema di allocazione delle risorse idriche, che generalmente vengono distribuite all’inizio del calendario idrologico, ovvero a ottobre. Si tratta di un sistema che non è in grado di prevedere eventuali periodi di siccità e quindi di farne fronte.

L’Europa scoppia di caldo perché consuma troppa acqua

Gli esperti accusano anche un uso eccessivo delle risorse idriche. La quantità di acqua fornita è di gran lunga maggiore rispetto a quella che il sistema potrebbe generare in caso di scarsità.

Stando al report, il 7% delle acque superficiali (fiumi, torrenti, laghi, zone umide) è colpito da un’eccessiva astrazione e la percentuale arriva al 17% per quanto riguarda le falde acquifere. La riduzione dei consumi idrici dovrebbe riguardare soprattutto il settore agricolo, che assorbe circa il 40% dei consumi d’acqua in Europa.

Il 60% dei corsi d’acqua in Europa non è in buono stato

Sebbene numerosi studi dimostrino che le aree con ecosistemi di acqua dolce danneggiati sono maggiormente a rischio inondazioni e siccità, attualmente il 60% dei bacini idrici non soddisfa i requisiti di ‘buono stato’ secondo la legislazione europea in materia.

Quasi tutti i fiumi d’Europa, viene sottolineato nel report, sono deviati o bloccati da dighe, bacini artificiali e riserve, costruiti per aumentare le scorte d’acqua distribuibili. Le conseguenze di questo eccessivo sfruttamento possono essere drammatiche, come dimostra il lago di Urmia, in Iran, che rischia di scomparire.

Il lago di Urmia, in Iran visto dal satellite NASA

Dagli anni Settanta ad oggi la superficie del lago, a causa della siccità, si è infatti ridotta di oltre il 90%, come mostrano gli ultimi scatti fotografici della Nasa. E purtroppo la situazione è destinata a peggiorare.

Rimedi e strategie contro il caldo secondo il WWF

Cosa si può fare per affrontare, e possibilmente, risolvere il problema? Oltre a ridurre le emissioni nocive, che sono la prima causa del cambiamento climatico e dei suoi effetti, esistono diverse azioni di miglioramento della gestione delle risorse idriche che gli Stati europei potrebbero attuare.

Il wwf invita innanzitutto ad istituire dei Piani di gestione dei Bacini Idrografici (RBMP), previsti dalla Direttiva Quadro sulle Acque, grazie ai quali si potrebbero delineare i modi in cui ripristinare o mantenere in buono stato gli ecosistemi di acqua dolce.

In questo senso, le soluzioni naturali sono fondamentali, ma non bastano. Servono regolamenti e piani nazionali in materia di gestione idrica ma soprattutto un solido quadro europeo, come previsto dalla direttiva quadro sulle acque.

La questione idrica dovrebbe inoltre entrare nell’agenda politica nazionale ed europea di diversi settori. Dall’agricoltura al clima ed energia, passando per la salute.

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