Rifiuti

L’educazione alla logistica green e la digitalizzazione dei processi per le sostenibilità

Sostenibilità vuol dire anche gestione ottimale delle risorse: consumare meno, consumare meglio. I vantaggi legati alla logistica sostenibile anche nel waste management
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L’educazione alla logistica green e la digitalizzazione dei processi per le sostenibilità
La logistica sostenibile comprende tutte quelle pratiche che cercano di limitare l’impatto ambientale di cicli operativi come il trasporto o lo stoccaggio, ottimizzando anche i tempi e i costi. Costituisce un aspetto imprescindibile della circular economy, il modello di produzione, distribuzione e consumo volto a ridurre l’impatto ambientale delle attività umane, il più idoneo a salvaguardare le molteplici sostenibilità (ambientale, sociale ed economica). Questo articolo è offerto da Atlantide, il primo software per la gestione rifiuti. In un’ottica di digitalizzazione dei processi e degli adempimenti fiscali (FIR – REGISTRI C/S – MUD (D. Lgs. 152) R.E.N.T.Ri.), la gestione corretta del ciclo ambientale, il controllo totale dei processi, la tracciabilità completa dei flussi e l’Industria 4.0 applicata al settore dei rifiuti deve essere supportata da una soluzione con le migliori performance.

L’educazione alla logistica verde e i nuovi percorsi per la gestione dei rifiuti

“L’educazione alla logistica verde e la promozione dell’economia circolare sono di fondamentale importanza al giorno d’oggi”: sono le parole con le quali si aprono le conclusioni di un interessante articolo accademico di qualche anno fa e ancora molto attuale, dal titolo “Green logistics and circular economy” pubblicato sulla rivista Science Direct, nel quale le autrici Oksana Seroka-Stolka e Agnieszka Ociepa-Kubicka, partendo dall’analisi di un problema strutturale della nostra società (la gestione delle crescente quantità di rifiuti, in generale, e dei fanghi di depurazione, in particolare) ha affrontato il tema della «contemporary green logistics», vista come uno dei nuovi percorsi per la gestione (in senso lato) dei rifiuti nel percorso verso l’economia circolare. La riduzione dell’impatto ambientale è diventata una delle priorità delle imprese, specie dopo l’introduzione dei criteri ESG (Environmental, Social e Governance) nella governance aziendale: in questo scenario, la logistica sostenibile – che comprende tutte quelle pratiche che cercano di limitare l’impatto ambientale di cicli operativi come il trasporto o lo stoccaggio, ottimizzando anche i tempi e i costi – costituisce un aspetto imprescindibile per contribuire allo sviluppo della circular economy, un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo per le sostenibilità. Un tema – quello della logistica green – che tuttavia è ancora poco conosciuto, e che per questo motivo ha bisogno di un “percorso educativo”.

Cosa si intende per «logistica green»?

Quando si parla di green logistics si fa riferimento alla progettazione di un processo volto a minimizzare gli impatti sull’ambiente delle operazioni logistiche, che comprendono l’approvvigionamento, la gestione dell’inventario, lo stoccaggio, l’evasione degli ordini, il trasporto, la consegna e il riciclo di merci e prodotti nel rispetto dei principi delle sostenibilità.
La green logistics è un processo che coinvolge: ·       le logistiche del territorio e dell’ultimo miglio (differenziando il processo distributivo il più vicino possibile ai punti di consegna finali); ·       la reverse logistics (con la gestione dei resi, ottimizzando la logistica del prodotto e dei rifiuti) e l’uso efficace ed efficiente delle infrastrutture esistenti, privilegiando il trasporto su ferrovia e autostrade del mare rispetto al trasporto su strada; ·       l’intermodalità (infrastrutture operative e gestione del trasporto efficiente e sostenibile, per ridurre il traffico e il conseguente consumo energetico ed emissioni di gas serra) e la reingegnerizzazione dei prodotti e/o dei processi e riciclo. A far da collante, sullo sfondo, l’utilizzo delle tecnologie digitali.
La continua ricerca dell’equilibrio fra le sostenibilità è l’obiettivo ultimo della logistica verde, che si raggiunge attraverso:
  • il taglio degli sprechi e l’ottimizzazione dei consumi attraverso, ad esempio:
    • la pianificazione dei cicli operativi per assicurare un uso sostenibile delle risorse;
    • l’integrazione delle strategie come il trasporto intermodale o i camion elettrici nella pianificazione della logistica;
  • la promozione della logica del riuso;
  • la conoscenza e la quantificazione delle emissioni di anidride carbonica nelle diverse operazioni logistiche;
  • la misurazione dell’impatto ambientale della supply chain.
La green logistics – una catena efficiente e funzionale caratterizzata da un forte orientamento dal punto di vista dell’impatto ambientale – è fondata sulle cosiddette 3P (Persone, Pianeta e Profitto), associate a tre diverse responsabilità: sociale, ambientale, finanziaria.

I vantaggi della Green supply chain

Quando si parla di logistica sostenibile non si può non fare riferimento alla Green Supply Chain: la logistica verde, infatti, non è (e non può essere) efficiente se è presente solo in uno degli anelli della catena.
La sostenibilità deve essere presente in tutte le fasi: dalla progettazione del prodotto e distribuzione dei materiali fino alla consegna della merce al cliente finale.
La Green Supply Chain rappresenta un approccio gestionale volto a:
  • minimizzare l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita, attraverso l’analisi della qualità dell’operato dei diversi anelli che compongono l’intera Supply Chain;
  • generare, al contempo, valore e vantaggio competitivo, attraverso la costante ricerca dell’equilibrio fra sostenibilità e produttività nei diversi cicli operativi.
Il vantaggio competitivo rappresenta la punta dell’iceberg di tutta una lunga lista di benefici che l’implementazione di questo approccio gestionale comporta. Accanto ai classici vantaggi che ogni sistema di gestione comporta, progettare e implementare un processo di logistica green permette, infatti:
  • una migliore redditività a lungo termine;
  • nuove, o potenziate, partnership, grazie alla nuova attrattività che il green management consente;
  • una maggior fidelizzazione dei clienti, che non solo si aspettano consegne rapide e flessibilità nella gestione dei resi, ma sono sempre più attenti alla provenienza dei prodotti, alle modalità di approvvigionamento e di trasporto, alla tracciabilità in real time;
  • di migliorare la propria reputazione.
I classici vantaggi di un approccio gestionale (valgono anche per la green logistics): 1)      assicurarsi la business continuity; 2)      migliorare l’immagine aziendale e, soprattutto, la credibilità; 3)      avere appeal nei confronti di tutte le parti interessate; 4)      migliorare il controllo dei costi; 5)      gestire i rischi e i cambiamenti, e creare nuove opportunità di business; 6)      aumentare la qualità; 7)      aumentare la consapevolezza e la partecipazione dei dipendenti; 8)      permettere una rapida ed efficace gestione delle non conformità; 9)      favorire la trasparenza e il dialogo con le PP.AA.; 10)    favorire la conformità ai requisiti legali; 11)     guardare lontano, con una visione prospettica del futuro.

La sostenibilità “by design”

Abbiamo fatto un cenno alla «contemporary green logistics», vista come uno dei nuovi percorsi per la gestione (in senso lato) dei rifiuti nel percorso verso l’economia circolare: “la ricerca di nuovi percorsi per la gestione dei rifiuti”, infatti, prosegue l’articolo “Green logistics and circular economy”, “abbraccia tutti i processi di gestione associati ai flussi di rifiuti e informazioni dai luoghi in cui vengono generati alle rispettive destinazioni”. Rispetto al passato il legame fra le diverse componenti della Sostenibilità non può più essere affrontato con gli strumenti del crisis management (quando i problemi non gestiti vengono a galla…), ma con un approccio preventivo-proattivo, ripensando le logiche e le strategie a monte, sin dalla fase di progettazione, di modo che tutti possano contribuire a ricostruire un modello basato sulla trasformazione – e non sul mero consumo – delle risorse.
La «sostenibilità by design» è un approccio sistemico per integrare sicurezza, circolarità e funzionalità di prodotti e processi durante tutto il loro ciclo di vita, dalla progettazione al fine vita (considerando anche la possibilità di riciclarli, riutilizzarli). Si propone come un approccio alla ricerca e innovazione che porti valore economico, ambientale e sociale a beneficio della società e delle imprese.
È quella che viene chiamata “sostenibilità by design, che prevede il coinvolgimento di tutti gli attori (i consumatori, i canali di vendita, le imprese specializzate nel recupero dei materiali: un modello che rimette in gioco le risorse che hanno contribuito a far vivere quel prodotto per trasformarle in una nuova forma di valore), e che grazie al digitale permette di:
  • progettare prodotti prendendo in considerazione già nella fase di progettazione (e lungo tutto il ciclo di vita) tutti i fattori che ne determinano anche l’impatto ambientale, e
  • verificare e pianificare un processo di produzione e gestione delle risorse pensato in chiave sostenibile.

La logistica green e la sostenibilità digitale…

La ricerca e l’applicazione di soluzioni green per ridurre gli impatti ambientali rappresentano una sfida epocale per i processi logistici aziendali. Le soluzioni – e le loro combinazioni – sono molteplici, e ognuna risponde a logiche contestuali: le imprese, infatti, ognuna con le proprie caratteristiche, puntano soprattutto sulla riduzione dei consumi, sulla gestione ottimale dei processi, sulla tracciabilità, sulla collaborazione e sulla condivisione di informazioni. Collaborazione e condivisione di informazioni, ovvero la creazione di reti intelligenti fra aziende, ma anche con istituzioni ed enti locali: in questo scenario sono le soluzioni digitali a consentire la gestione integrata di tutte le fasi della supply chain, dall’acquisizione delle merci fino alla consegna. È quella che si chiama «sostenibilità digitale», che:
  • definisce le modalità con cui si dovrà sviluppare la tecnologia digitale affinché contribuisca alla creazione di un mondo migliore, sia rispetto alla sua natura, sia rispetto al suo ruolo strumentale verso ambiente, economia e società,
  • bilanciando al meglio le risorse (economiche, ambientali o sociali).
In questo contesto, la tecnologia – e oggi, in particolare, la tecnologia digitale – riveste un ruolo fondamentale.

…come avviene già per il “waste management”: tutto è connesso

Sostenibilità, in definitiva, vuol dire anche gestione ottimale delle risorse: consumare meno, consumare meglio. Ogni organizzazione deve acquisire piena consapevolezza della catena del valore (anche) dei propri rifiuti (di quelli prodotti, di quelli non prodotti, per non parlare di quelli recuperati) e di quelli prodotti (non prodotti, recuperati, …) dalla propria supply chain. Più semplice a dirsi che a farsi? No, ma occorre scegliere gli strumenti che il mondo digitale mette a disposizione, compatibili con la “taglia” e le esigenze della propria realtà. La digitalizzazione del waste management è fondamentale per:
  • acquisire consapevolezza di quanto avviene e come avviene nella propria impresa, aumentando la capacità di raccolta dati e di elaborazione degli stessi;
  • automatizzare i controlli ed i processi, risparmiando tempo e danaro;
  • monitorare e prevenire i rischi;
  • avere quello “sguardo d’insieme” sul proprio business, sulla supply chain, sui mercati di riferimento e sugli stakeholder, per individuare e cogliere tutte le opportunità offerte dal modello economico circolare, che considera il rifiuto prezioso tanto quanto il prodotto che lo ha generato;
  • scegliere il modello di rating più adeguato a misurare il livello di sostenibilità del proprio business.
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