Rifiuti

L’Italia è sempre più “Rifiuti free”: sono 698 i Comuni virtuosi

Legambiente presenta i dati della XXXI edizione di “Comuni Ricicloni”: nel 2023 sono oltre 4 milioni i cittadini serviti da un efficiente servizio di gestione rifiuti
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L’Italia è sempre più “Rifiuti free”: sono 698 i Comuni virtuosi

In Italia i Comuni sono sempre più virtuosi nel riciclo dei rifiuti. Crescono in numero, visto che nel 2023 sono ben 698, l’11% in più rispetto all’anno precedente. A confermarlo, i dati della XXXI edizione di “Comuni Ricicloni”, il dossier di Legambiente che fotografa e premia l’impegno dei Comuni italiani nella raccolta differenziata per una corretta gestione dei rifiuti.

Il concorso premia le realtà migliori secondo categorie basate sulla dimensione demografica: Comuni sotto i 5000 abitanti, tra i 5000 e i 15000 abitanti, oltre i 15000 e i capoluoghi. Nella prima ritroviamo ben 450 Comuni, nella seconda 196, nella terza 48. Nella quarta, quella dedicata ai capoluoghi troviamo soprattutto realtà del Nord-Est dello Stivale. Per Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, è fondamentale “puntare sulle grandi città, dove stentano a diffondersi sistemi di raccolta come il porta a porta”.

Legambiente: la crescita del riciclo

In evidente crescita anche il numero dei cittadini serviti da un efficiente servizio di gestione dei rifiuti. Sono ben 4.058.542, con addirittura un +539.590 abitanti rispetto al 2022, a rappresentare il 6,9% del totale della popolazione (lo scorso anno il 6%).

Da un punto di vista geografico, degli italiani “Rifiuti Free” il 40% abita in Comuni con una popolazione compresa tra i 5.000 e i 15.000 abitanti, il 29% in realtà di oltre 15.000 abitanti, il 23% in piccoli Comuni. Il dato che fa ancora storcere il naso è che solo l’8% dei virtuosi vive nei capoluoghi.

I contributi più significativi arrivano dal Veneto (33,8% dei cittadini virtuosi complessivi), dalla Lombardia (15,5%), dalla Campania (8%) e dalla Toscana (7,3%). Da mettere in evidenza il 5,9% di contributo fornito dalla Regione Sicilia.

“Comuni Ricicloni”: il record del Nord Italia

A farla da padrone è il Nord Italia con 434 Comuni virtuosi, ma è inarrestabile la rimonta del Sud che registra 231 Comuni (+23,8% rispetto al 2022). Non cresce come dovrebbe il Centro, che da 30 passa a 33 Comuni. “Fuoriclasse” nella gestione dei rifiuti urbani si confermano i Comuni sotto i 5.000 abitanti: quelli “ricicloni” sono ben 450 sul totale; 196 Comuni tra i 5.000 e i 15.000 abitanti e i 48 quelli oltre i 15.000 e i capoluoghi, con in testa – anche in questa edizione – le città del Nord-Est: Treviso, Belluno, Trento e Pordenone.

A livello regionale, la medaglia d’oro va al Veneto con 173 Comuni virtuosi, seguito dalla Lombardia (101, +27 rispetto alla scorsa edizione) e la Campania (83, +22 rispetto alla scorsa edizione). Registrano una crescita anche la Sardegna (+18) e l’Abruzzo (+9). Arretrano invece il Trentino-Alto Adige (-9) e il Piemonte (-10).

Il valore dei consorzi

Sono 10.309.187 i cittadini il cui servizio di gestione dei rifiuti urbani è organizzato a livello consortile e a norma di legge, avendo raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. A riprova di un modello funzionale ed efficiente, nelle classifiche sono ben 13 i consorzi Rifiuti Free che hanno contenuto la produzione dei rifiuti avviati a smaltimento entro i 75 kg/ab/anno.

In Veneto sono 4: Consiglio di Bacino Priula, Consiglio di Bacino Sinistra Piave, Unione Montana Feltrina e Unione montana Agordina. Altri 3 in Trentino-Alto Adige (Amambiente, ASIA e Comunità Montana della Val di Non) e in Sardegna (Comunità montana del Gennargentu Mandrolisai, Unione dei Comuni del Guilcer e Unione dei Comuni del Barigadu), uno in Emilia-Romagna (Aimag), Friuli-Venezia Giulia (Ambiente Servizi) e Abruzzo (Unione dei Comuni del Sinello).

I Comuni Ricicloni e la rivoluzione circolare

Il commento finale è di Giorgio Zampetti, secondo cui bisogna rafforzare ulteriormente l’organizzazione a livello consortile per un’adeguata e capillare rete impiantistica per il riciclo e il trattamento dei rifiuti. “È necessario che tutti gli attori della filiera facciano la propria parte. Oltre ad un buon sistema di raccolta e una forte riduzione del secco residuo, infatti, occorre accelerare il raggiungimento dei principi cardine della gerarchia della gestione dei rifiuti (4R), di sviluppo di filiere e settori strategici nel panorama nazionale (dal tessile alle materie prime critiche, dai rifiuti speciali ai RAEE fino allo spreco alimentare)”.

Infine, Zampetti ricorda che è strategico accelerare nella “realizzazione degli impianti necessari alla rivoluzione circolare del Paese, guidando i territori nella scelta di nuovi impianti e nella riqualificazione di quelli esistenti”.

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