Classificazione dei rifiuti e attribuzione codice EER: quali sono gli errori più frequenti?

E’ il momento di parlare di rifiuti. Sì, perché il processo di classificazione e attribuzione codice EER ai rifiuti è un processo cardine per il rispetto della normativa, ma è anche qualcosa di articolato e non sempre ben compreso da parte delle aziende, in particolare poniamo l’attenzione sui soggetti produttori di rifiuti. Ciò comporta il rischio concreto di commettere delle violazioni, violazioni anche gravi se consideriamo le sanzioni correlate.
Ecco perché è il momento opportuno per approfondire questo tema, in un ciclo di tre puntate di questo podcast, in cui cercheremo di richiamare l’attenzione sui punti più critici, perché più spesso non correttamente gestiti.
Un punto di riferimento importante per la classificazione dei rifiuti e attribuzione codice EER sono le linee guida SNPA del 2019
In primo luogo è necessario inquadrare le linee guida SNPA del 2019, importante riferimento e soffermarsi su aspetti di carattere generale. In seconda istanza, porremo l’attenzione sulla valutazione di pericolosità dei rifiuti, e, infine, dedicheremo attenzione ad alcune particolari tipologie di rifiuti citate proprio nelle linee guida SNPA.
Partiamo quindi con il ricordare gli aspetti generali e fondamentali per impostare nel modo corretto l’attribuzione del codice EER ad un determinato rifiuto.
Come ci ricordano anche le linee guida SNPA del 2019, il documento cardine è l’allegato della decisione numero 532 del 2000, interamente sostituito nel 2014 (e ulteriormente modificato a maggio 2025): all’interno di tale documento troviamo in dettaglio i criteri che devono essere rispettati.