La ripresa economica delle piccole imprese si scontra con il
rialzo dei prezzi delle materie prime. L’amara considerazione arriva da
Confartigianato. L’analisi dei dati dell’ultimo Bollettino economico della Bce conferma il rincaro delle materie prime: ad aprile 2021 quelle non energetiche, valutate in euro, registrano
prezzi in salita del 33,4% rispetto ad un anno prima (era +24% a marzo). Quelle non alimentari crescono del 51,4%. Il confronto su base annua risente del crollo dei prezzi durante il lockdown di primavera del 2020. In ogni caso, l’aumento rimane elevato, attorno al +37% per le commodities non alimentari, anche se confrontato i livelli di sei mesi prima (ottobre 2020) o con quelli precedenti al periodo Covid di febbraio 2020. Con conseguenze dirompenti sui costi sopportati dalle
piccole imprese manifatturiere italiane per l’acquisto di beni necessari alla produzione.
Materie prime e impatto economico
L’impatto in termini economici, stando a Confartigianato, sarebbe davvero notevole. In denaro, il rincaro dei prezzi delle materie prime si tradurrebbe in
19,2 miliardi di euro in più in un anno a carico di 621.000 artigiani e piccole aziende. Nello specifico,
gli aumenti stanno colpendo il settore delle costruzioni e i manifatturieri di metallurgia, legno, gomma e materie plastiche, mobili, autoveicoli, prodotti in metallo e apparecchiature elettriche. Stiamo parlando di oltre 621.000 piccole imprese, con 1.893.000 addetti. La presenza dell’artigianato è elevata, con 435.000 imprese che danno lavoro a 1.047.000 addetti.
I rincari maggiori si registrano per i metalli di base con +65,7% tra marzo 2020 e marzo 2021.
I minerali di ferro valgono un aumento dell’88,1%. A ruota, ecco stagno (+77%), rame (+73,4%) cobalto (+68,4%) e zinco (+46,7%). Allarme anche sul fronte delle materie prime energetiche, i cui prezzi a marzo 2021 aumentano addirittura del 93,6% su base annua.
La crisi delle costruzioni
Le preoccupazioni di Confartigianato sono notevoli. “
La fiammata dei prezzi sta mettendo a dura prova gli artigiani e i piccoli imprenditori costretti a comprimere i margini di guadagno o addirittura a rinunciare a lavorare”, si legge in una nota della confederazione.
“I continui rincari nel periodo tra l’acquisizione delle commesse e la consegna del prodotto finito erodono il margine di profitto dell’imprenditore fino addirittura ad annullarlo”. Nel peggiore dei casi, si lavora anche in perdita. Tra i settori più penalizzati, quello delle costruzioni che rischia di
non cogliere le opportunità di rilancio stimolate dal Superbonus 110%. Ecco perché il presidente di Confartigianato Marco Granelli chiede l’intervento immediato del Governo. In una lettera inviata ieri al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, sollecita
“forte attenzione al fenomeno e la messa in campo degli strumenti che possano rimettere in equilibrio domanda e offerta”.
Appalti pubblici e privati
L’emergenza nel settore costruzioni è stigmatizzata dal Presidente di Anaepa Confartigianato
Arnaldo Redaelli:
“Il problema del caro prezzi sta diventando insostenibile. Si tratta di una dinamica di mercato ingiustificata e incontrollata che pesa negativamente in un contesto già in forte sofferenza nell’ultimo anno a causa dell’emergenza sanitaria. Sia i contratti pubblici che quelli privati rischiano di non risultare più economicamente sostenibili da parte delle imprese, nonostante gli enormi sforzi per far fronte agli impegni assunti”. E ancora:
“Negli appalti pubblici, andrebbe reintrodotto il meccanismo di compensazione alle imprese in caso di aumenti dei materiali superiori al 10% accertati dal direttore dei lavori, in base al DL n. 162/2008. Per quanto concerne invece i lavori privati è auspicabile una revisione rapida e univoca dei prezzari regionali, con un adeguamento che possa tutelare imprese e committenza già legate a preventivi e/o a contratti stipulati”.
Rincaro materie prime: crisi internazionale
Il rincaro dei prezzi delle materie prime sta avendo
effetti negativi anche a livello internazionale. Ad aprile 2021 i prezzi alla produzione in Cina salgono del 6,8% (+4,4% a marzo). Negli Usa il tasso di inflazione balza al +4,2% (+2,6% a marzo), in Germania supera il limite del 2% (+2,1%, era +2 a marzo). Una situazione di crisi generalizzata, dunque. Ma che colpisce soprattutto l’Italia, come ricorda Marco Granelli. Una crisi che
“oltre a provocare un incremento dei prezzi al consumo, rischia di compromettere la ripresa, comprimendo la creazione di valore aggiunto delle imprese manifatturiere. Settore dove l’Italia è al secondo posto nell’UE con un’alta dipendenza dall’estero di energia e materie prime”.
La proposta di Erica Mazzetti: un aiuto all’edilizia
Intanto c’è chi prova ad aprire un fronte politico sul rincaro delle materie prime che sta falcidiando tutto il mondo dell’edilizia. Si tratta della deputata di Forza Italia Erica Mazzetti, che in un’interpellanza urgente al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha richiesto, “l’
emanazione di appositi decreti ministeriali al fine di poter rilevare, su base trimestrale, le variazioni percentuali intervenute nel corso del 2021 rispetto ai prezzi medi del 2020, sia in aumento che in eventuale diminuzione, superiori ad una certa percentuale”. Un po’ come accaduto durante la crisi economica nel 2008 con l’articolo 1 del
decreto legge 162/2008.
La deputata toscana ha anche proposto, nella sua interpellanza, di “introdurre un
meccanismo di compensazione urgente e straordinario per i lavori eseguiti nel corso del 2021, attraverso il quale riconoscere alle imprese gli incrementi eccezionali intervenuti, da applicarsi, anche in deroga alle disposizioni vigenti, a tutti i lavori in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore della norma”.