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Cresce il prezzo di produzione degli edifici e delle strade

Il 2024 inizia invece con una leggera flessione per le infrastrutture. Il trend immobiliare è in crescita dal 2021 secondo l'Indice Istat
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Cresce il prezzo di produzione degli edifici e delle strade

Nel 2023 cresce il prezzo di produzione degli edifici (+1,4%) e delle strade (+2,1%). Leggera flessione, invece, nel mese di gennaio 2024 per le infrastrutture. E’ quanto emerge dalla pubblicazione da parte di ISTAT dei prezzi alla produzione per le costruzioni di gennaio. Vediamo dunque i dati. Per gli edifici residenziali e non residenziali restano invariati su base mensile, mentre calano dello 0,6% in relazione a tutto il 2023. I prezzi di strade e ferrovie registrano una diminuzione congiunturale dello 0,1% e tendenziale del 3%.

In generale, ISTAT rileva che l’anno scorso i prezzi hanno registrato un ulteriore aumento dell’1,4% per gli edifici. Un trend di crescita che segue quello del 2021 (3,7%) e del 2022, con addirittura un +8,2%.  Le infrastrutture, infine, hanno avuto un andamento differenziato.

ISTAT: l’andamento dei dati

Interessante analizzare gli indici registrati a cavallo fra la chiusura del 2023 e l’inizio del 2024. A cominciare dagli edifici residenziali e non residenziali. In questo caso, l’indice medio per il 2023 segna 109,7, con un incremento dell’1,4% sul 2022. I prezzi 2023 sono quindi ancora quasi dieci punti sopra il 2021. Un risultato certamente positivo, che quindi ha risentito solo in parte della pur marcata flessione del secondo semestre.

Un trend che ha portato l’indice di gennaio a 108,7, impattando sul valore tendenziale del 2024 a -0,6%. Per ISTAT, il risultato complessivo del 2023 è influenzato dai forti aumenti che ancora c’erano stati fino a luglio. Basti pensare che il dato congiunturale di gennaio 2023 era fissato a +0,3%; a luglio, si è arrivati ad un importante e significativo +1,1%.

La complessità delle infrastrutture

Per quanto concerne le infrastrutture, la situazione, come definita dall’Istituto Nazionale di Statistica, “è molto più articolata”. Il primo dato da prendere in considerazione è relativo agli indici medi annui 2023. Strade e ferrovie (che è l’indice complessivo) registrano un calo dello 0,6%.

I due sottoindici vanno però in direzioni opposte: strade e autostrade segnano ancora una crescita del 2,1%; ponti e gallerie di nuova costruzione un calo dello 0,9%. Il dato tendenziale di gennaio 2024 per strade e autostrade resta alto a +2,9% nonostante la flessione congiunturale a -0,3%, la quarta consecutiva, ma si partiva dal +4,7% tendenziale di settembre 2023. Negativi gli altri due valori tendenziali: -3% per l’indice generale strade e ferrovie e -3,6% per ponti e gallerie. In entrambi i casi, si tratta del decimo dato negativo consecutivo.

Non solo produzione degli edifici e delle strade: il prezzo dell’industria nel 2023

In generale, nel 2023 i prezzi alla produzione dell’industria hanno registrato una flessione del 5,7% (+34,4% nel 2022). Si tratta del calo più evidente dal 2000, da quando è disponibile la serie storica dell’indice per il mercato totale. In ogni caso, l’indice (140,9) resta su un livello elevato: nel 2020 era fermo a 100,4.

La flessione dei prezzi nel 2023 è spiegata dalle dinamiche rilevate sul mercato interno (-8,3%; +42,7% nel 2022), che riflettono soprattutto il “venire meno delle tensioni sui prezzi dei prodotti energetici (-24,4%; +104,3% nel 2022)”. Al netto di questi prodotti, i prezzi sul mercato interno crescono del 2,5% in media d’anno (+12,8% nel 2022). Per le costruzioni, la decisa attenuazione della crescita dei prezzi nel 2023 è essenzialmente figlia dei ribassi dei costi dei materiali.

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