Professione

No agli affidamenti diretti nel Semplificazioni bis da Confindustria e Oice

Affidamenti diretti fino a 139 mila euro, ecco perché non va bene. E Confindustria chiede la VIA fast track anche per i procedimenti in corso
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No agli affidamenti diretti nel Semplificazioni bis da Confindustria e Oice

L’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura, plaude alla posizione sugli affidamenti diretti per i servizi di ingegneria e architettura presa da Confindustria. Nell’audizione in relazione al decreto-legge n. 77/2021(c.d. Decreto Semplificazioni e Governance del PNRR), presso le Commissioni parlamentari riunite Affari Costituzionali e Ambiente è stata Francesca Mariotti, Direttore Generale di Confindustria a sottolineare che “è critico l’innalzamento delle soglie per l’affidamento diretto dei servizi di ingegneria e architettura, per i quali, infatti, sarebbe opportuno attestarsi a un tetto di 80 mila euro”.

Soglia degli affidamenti diretti più alta: i rischi

La norma (art. 51 del decreto 77/2021) prevede che, fino a 139.000 (e non più fino a 75.000 euro) si possa scegliere un affidatario di servizi di ingegneria e architettura, in via diretta, senza neanche consultare due o tre alternative e senza chiedere requisiti.

Sul punto il Presidente OICE Gabriele Scicolone, nel condividere l’intervento della Confederazione, ha sottolineato “i rischi derivanti dall’applicazione di una norma che non garantisce la professionalità e l’esperienza dell’affidatario, oltre a mettere a rischio la qualità dei progetti che dovranno essere posti in gara. Inoltre non va trascurato che se non sarà modificata, la disposizione innescherà meccanismi di suddivisione artificiosa di incarichi di dimensione maggiore per sottrarli alla concorrenza. Si tratta di una fascia che oggi riguarda il 70,2% del mercato ma in prospettiva potrebbe mettere “al buio” la quasi totalità del mercato senza alcuna garanzia che si scelga l’affidatario più competente ed esperto. Un pesante vulnus alla concorrenza che non può essere giustificato dall’esigenza di fare in fretta perché si deve fare anche bene e in qualità, non soltanto presto”.

PNRR e Decreto Semplificazioni: luci ed ombre secondo Confindustria

Durante l’audizione presso le commissioni parlamentari congiunte il Direttore Generale di Confindustria Francesca Mariotti ha posto l’accento su tre macrotemi del decreto semplificazioni bis, giudicando la governance efficiente e inclusiva, apprezzando il riconoscimento dato al “ruolo che il sistema produttivo è chiamato a svolgere per massimizzare i benefici del PNRR”.

“In materia di efficientamento energetico – sottolinea l’analisi di Confindustria – riteniamo poi essenziali, auspicando ve ne siano di ulteriori, gli interventi sulla disciplina del Superbonus 110% e, in particolare, la semplificazione delle attestazioni di regolarità urbanistica ed edilizia dell’immobile oggetto dell’agevolazione.

Quanto al pacchetto infrastrutture e contratti pubblici, Confindustria condivide la previsione di una procedura semplificata per la realizzazione delle 10 opere strategiche indicate in Allegato al decreto.

“Tuttavia, se consideriamo le opere non incluse in Allegato, uno dei principali colli di bottiglia continua a essere la fase antecedente alle gare. Occorre, dunque, semplificare le procedure di programmazione, eliminando duplicazioni e passaggi superflui”. Il riferimento è, tra gli altri, alle competenze del CIPESS (ex CIPE), da ricondurre alla funzione di programmazione e controllo, nonché a quelle del CSLLPP, da concentrare sui progetti di maggior valore (es., di importo superiore ai 200 milioni di euro), nonché da allineare, come nella procedura semplificata per le 10 opere strategiche, alle novità intervenute in materia di VIA e conferenza di servizi”.

Tempi, responsabilità e collaborazione: serve una nuova semplificazione

In tema di semplificazioni il Decreto Semplificazioni fa proprio un approccio che punta a rafforzare la capacità amministrativa, assicurare certezza dei tempi delle decisioni pubbliche e sfruttare la collaborazione tra soggetti pubblici e privati.

Il decreto-legge rafforza l’apporto “collaborativo” dei soggetti pubblici e privati coinvolti nei procedimenti – ha ricordato Francesca Mariotti per Confindustria -. In particolare, esso introduce l’interpello ambientale, cioè la possibilità per alcuni soggetti, tra cui le associazioni di categoria, di inoltrare al Ministero della transizione ecologica istanze di ordine generale sull’applicazione della normativa ambientale. Si tratta di una novità potenzialmente molto utile per chiarire l’impatto di regole di difficile interpretazione.

Oltre gli affidamenti diretti: servono semplificazioni settoriali

“Significativa è l’attribuzione della natura di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza a opere, impianti e infrastrutture necessari alla realizzazione dei progetti per la transizione energetica inclusi nel PNRR e al raggiungimento degli obiettivi PNIEC. Ugualmente condivise le misure volte a potenziare e accelerare la procedura di VIA “fast track”.

Per favorirne la più ampia operatività, Confindustria propone il ricorso alla fast track anche per i procedimenti di VIA pendenti, ferma restando la facoltà per il proponente di terminare la procedura secondo la disciplina ordinaria.

Inoltre, gli interventi funzionali al raggiungimento degli obiettivi PNIEC potrebbero essere rafforzati, prevedendo un meccanismo di burden sharing presidiato da un sistema di premialità per il raggiungimento dei sub-obiettivi regionali e dall’attivazione dei poteri sostitutivi in caso di inadempimento.

Molto apprezzata, in quanto ispirata a logiche di razionalizzazione e celerità, è anche la norma che assegna valore di autorizzazione paesaggistica al concerto del direttore generale del Ministero della cultura, laddove gli elaborati progettuali per la VIA siano sviluppati a un livello che consenta la compiuta redazione della relazione paesaggistica.

Quanto all’economia circolare, Confindustria accoglie con favore la semplificazione delle procedure autorizzative in tema di end of waste e di quella per la sostituzione del combustibile tradizionale fossile con il CSS-Combustibile che ha cessato di essere rifiuto, divenendo un prodotto.

Ma servirebbe più incisività nelle semplificazioni per le procedure di gestione dei rifiuti.

Inoltre, in fase di conversione in legge del DL, andrebbero previste semplificazioni per le attività di ricerca e sperimentazione nell’ambito dell’economia circolare secondo Confindustria, nonché per l’impiego sperimentale dei materiali ottenuti nel corso di dette attività.

Positive le misure in tema di bonifiche

Quanto alle procedure per le fonti rinnovabili, particolarmente apprezzato il metodo di intervento adottato dal DL, che fa leva sulla proporzionalità del regime amministrativo rispetto alla complessità dell’intervento. In ogni caso, per accompagnare la transizione energetica e facilitare gli operatori nello sviluppo degli investimenti, in tema di risorse green si segnala l’esigenza di una riforma organica delle procedure per gli impianti rinnovabili e di una semplificazione di quelle per la produzione di clean e low carbon fuels, tra cui, ad esempio, l’idrogeno, i biocarburanti e il biometano.

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