L’Università dopo il covid-19: cosa accade nel Mezzogiorno
Il lockdown non ha fermato l’istruzione universitaria, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. Per il rientro in aula definitivo bisognerà aspettare, però, febbraio 2021 e fino ad allora le lezioni saranno effettuate, per stranieri e fuori sede, a distanza. Ma c’è la volontà negli atenei italiani di riprendere a pieno regime le proprie attività. Accade nelle istituzioni universitarie del Nord Italia ma anche, come abbiamo visto in questi giorni, in quelle del Centro Italia. Ecco come si stanno muovendo alcuni atenei del Mezzogiorno.
Piani e progetti comuni per la fase 3
Da settembre a gennaio 2021, a meno di ulteriori prolungamenti della fase di emergenza, prende il via la fase 3 anche per gli atenei del Sud e isole. In questa fase le università dovranno consentire l’accesso agli studi, agli uffici ed ai laboratori da parte dei singoli, limitando quanto più possibile le attività collettive. Le lezioni si svolgeranno in presenza solo per alcuni, mentre per coloro che non potranno partecipare perché fuori sede o studenti internazionali sarà garantita la modalità blended (possibilità di seguire la lezione ed interagire da remoto. Le università si doteranno, su richiesta del Ministero, di una serie di piani per:
- didattica mista;
- accesso agli spazi ed un piano dei DPI;
- potenziamento delle infrastrutture digitale degli atenei, in termini di dotazione delle aule, di connettività della rete e di organizzazione interna;
- completa dematerializzazione dei procedimenti amministrativi, attraverso il potenziamento dei sistemi digitali in uso;
- formazione del personale tecnico-amministrativo, a supporto dei punti precedenti.
Scopriamo come le università del Mezzogiorno hanno recepito le indicazioni ministeriali adattandole alla realtà territoriali.
Azioni e investimenti delle Università
All’Università di Messina, gli esami si svolgeranno in modalità mista. Gli studenti potranno recarsi nelle aule universitarie per svolgere in sicurezza e col distanziamento opportuno gli esami in presenza, ma per motivi logistici (studenti fuorisede o pendolari), di salute o altre ragioni di necessità, gli studenti potranno svolgere l’esame in modalità telematica. Gli esami saranno svolti esclusivamente in modalità orale. Le lauree, invece, da luglio potranno svolgersi in presenza, controlli della temperatura in entrata ed un massimo di 5 accompagnatori. Le attività di tirocinio e di ricerca, infine, potranno svolgersi in presenza, concordando di volta in volta con il dipartimento tempi e modalità.
L’Università di Bari nell’anno accademico 2020-2021 tornerà in aula garantendo la massima sicurezza a tutti, questo ha deciso il senato accademico e in accordo con il consiglio di amministrazione. Per non privare i laureandi di un momento così simbolicamente importante, dichiara il rettore Stefano Bronzini, già da luglio le lauree saranno svolte in presenza, all’aperto, con un numero limitato di partecipanti. Inoltre a settembre è prevista la consegna dei diplomi agli studenti che si sono laureati nel periodo di lockdown. Per i laboratori, ora aperti anche ai tesisti, e biblioteche, è previsto un prolungamento dell’orario di apertura.
In Campania, la regione del sud più colpita dalla pandemia, la prudenza è massima. L’Università Federico II di Napoli, che non ha perso uno studente durante fa fase di didattica a distanza “Si sono tenuti 3.500 corsi, 40 mila esami e circa 3 mila lauree, numeri in linea con lo stesso periodo dell’anno scorso, in assenza di pandemia.” spiega il rettore Arturo De Vivo. Da aprile la Federico II sta lavorando a un piano di riorganizzazione e redistribuzione dei posti a sedere nelle aule e spera di poter utilizzare almeno la metà dei 45 mila posti a sedere di cui dispone nelle sue aule. Il primo ritorno alla normalità si vedrà con il test d’accesso a medicina che si volgerà in presenza su base provinciale.
In Calabria, le università hanno fatto rete per la fase 2. I rettori De Sarro (Magna Grecia), Leone (Unical) e Zimbone (Mediterranea) hanno garantito la sicurezza e la salute condiviso gli interventi promossi dal Ministro Manfredi, soprattutto per lo stanziamento di fondi importanti previsti nel decreto “Rilancio” varato dal Governo, che stanzierà fondi importanti in accoglimento delle richieste dagli atenei italiani. Adesso è il momento di passare alla fase 3, oltre alla ripresa del servizio sala per le mense, il decreto rettorale del 15 giugno dell’Unical, autorizza anche il ritorno negli alloggi. Gli esami continueranno a svolgersi via telematica.
Ma dal 1° luglio le sedute di laurea potranno essere organizzate in presenza. Le biblioteche sono aperte al pubblico solo per prestiti a studenti e laureandi.
Mantenere alta l’allerta sul Covid
Il sud e le isole, meno colpite dalla pandemia, affrontano le riaperture con maggiore tranquillità pur mantenendo alta l’allerta. Qui, più che al nord, le soluzioni digitali, seppur abbiano funzionato egregiamente, mettono in discussione l’idea stessa dell’istituzione universitaria come luogo di aggregazione, socializzazione e sviluppo culturale, in un continuo intrecciarsi di rapporti umani e crescita interpersonale.


