Professione

Lauree professionalizzanti, il nuovo decreto del Ministro dell’Università

A due anni dall'avvio delle lauree professionalizzanti c'è il provvedimento che mette fine alla sperimentazione e definisce le nuove classi di laurea
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Lauree professionalizzanti, il nuovo decreto del Ministro dell’Università

Nel 2017, con il decreto riordino, D.M. n. 987/2016 (come modificato dal D.M. n. 935/2017), il Miur, in collaborazione con alcuni Ordini professionali, avvia un nuovo progetto: la laurea professionalizzante. Nascono, così dei percorsi di alta formazione tecnica strutturati per un ingresso diretto nel mondo del lavoro, un ibrido tra una laurea triennale e gli ITS, istituti tecnici superiori. Molto discussi dal mondo accademico e ordinistico, dopo due anni di sperimentazione arriva un nuovo decreto per le lauree professionalizzanti, con l’obiettivo di semplificare e caratterizzare meglio questi percorsi di formazione universitaria. Scopriamo assieme di cosa si tratta.

I dati del primo biennio delle lauree professionalizzanti

Dall’a.s. 2018 sono stati attivati un totale di 31 corsi accreditati presso gli atenei in tutta Italia, 14 corsi nel 2018, 11 del 2019 e 6 erano previsti per il 2020. Un numero complessivo di 1.291 studenti iscritti con un incremento notevole, dai 381 iscritti per il 2018/19 ai 910 studenti per il 2019/20. Un trend in crescita dunque, +138,8%, ma anche se si tratta spesso di corsi a numero chiuso, attivabili al massimo in un ateneo, raramente sono riusciti a fare il pieno di immatricolazioni.

Per il 2020 erano previsti 6 nuovi corsi: Tecniche della protezione civile e sicurezza del territorio a L’Aquila, Tecnologie digitali per le costruzioni alla Federico II di Napoli, Costruzioni, infrastrutture e territorio a Parma, Sistemi industriali e dell’informazione alla Politecnica delle Marche, Tecnologie alimentari per le produzioni dolciarie all’università del Sannio e Produzione sementiera e vivaismo all’ateneo della Tuscia.

Tali corsi, però, avranno però vita breve, è, infatti, appena stato pubblicato dal ministero dell’Università il primo riordino. Dunque siamo giunti al termine della prima fase di sperimentazione per i titoli che danno accesso alle professioni di agrotecnico, geometra, perito agrario e perito industriale.

Il nuovo decreto per le lauree professionalizzanti

Con Decreto Ministeriale n. 446 del 12-08-2020 vengono definite delle nuove classi di Laurea ad orientamento professionale in professioni tecniche per:

  • l’edilizia e il territorio (LP-01)
  • agrarie, alimentari e forestali (LP-02)
  • industriali e dell’informazione (LP-03)

Accolte le sollecitazioni del Consiglio universitario nazionale (Cun) e le suggestioni del CNI di puntare ad una semplificazione, il Dm stabilisce che le classi L-7, L-8, L-9, L-23, L-25 e L-26, aventi contenuti e sbocchi occupazionali analoghi a quelli delle classi del decreto, sono disattivate entro un anno e non possono esserne attivate di nuove. Le università assicurano, comunque, agli studenti già iscritti la possibilità di concludere gli studi e di conseguire il relativo titolo.
Il provvedimento, a firma del ministro Gaetano Manfredi, oltre a mettere ordine al mondo delle lauree professionalizzanti (Lp) ne definisce alcuni degli aspetti caratterizzanti.

Rispetto alla bozza sono state apportante alcune modiche, accettata la richiesta di modificare l’articolo 55 del D.P.R. n. 328/2001 sull’accesso all’esame di Stato così da “assicurare il valore legale del titolo ai laureati delle classi professionali anche ai fini dell’accesso agli esami di stato per le relative professioni” ed è espressa la volontà di distinguere le Lp dagli ITS evitando sovrapposizioni nell’offerta formativa attraverso apposito monitoraggio.

I percorsi di laurea in breve

Il primo dei tre percorsi è denominato L-P01 professioni tecniche per l’edilizia e il territorio ed è pensato come la naturale prosecuzione di un diploma tecnico in Costruzione Ambiente e Territorio (ex Geometri) o perito industriale edile. Si pone come obiettivo quello di formare, tecnici qualificati polivalenti nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture civili e rurali. Le competenze riguardano, tra le altre cose, avere una adeguata preparazione nelle discipline applicative di riferimento e un consolidato bagaglio di conoscenze operative indispensabili per operare autonomamente in ambiti quali:

  • il rilevamento topografico, cartografico ed architettonico, e la successiva restituzione;
  • le attività basate sull’utilizzo di metodologie digitali di supporto alla pianificazione e progettazione urbanistico/architettonica;
  • l’attività di supporto al monitoraggio e alla diagnostica delle strutture, delle infrastrutture e del territorio nonché degli impianti accessori;
  • le attività correlate alla gestione e all’aggiornamento delle banche dati: catastali, demaniali e degli enti locali; le attività agronomiche e di sviluppo rurale;
  • le valutazioni estimative;
  • la contabilità dei lavori;
  • la sicurezza nella gestione dei cantieri e dei luoghi di lavoro, con redazione di pratiche per la progettazione ed esecuzione;
  • le attività di analisi e monitoraggio volte all’efficientamento energetico e certificazione energetica; la redazione di pratiche edilizie, di capitolati tecnici, di piani di manutenzione, di disegni tecnici e attività di consulenza tecnica forense;
  • la progettazione, direzione dei lavori e vigilanza degli aspetti strutturali, distributivi e impiantistici relativi a costruzioni modeste.

Le altri classi per le lauree professionalizzanti

Segue L-P02 professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali i cui corsi hanno come obiettivo quello di formare tecnici qualificati in grado di gestire specifiche attività tecnico/professionali inerenti ai sistemi agrari, alimentari o forestali.

In particolare, i laureati nei corsi della classe devono:

  • avere conoscenze dei sistemi agrari, alimentari o forestali;
  • essere in grado di valutare l’impatto in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza di piani ed opere del settore agrario, zootecnico, alimentare o forestale;
  • saper svolgere assistenza tecnica nei settori agrario, zootecnico, alimentare o forestale.

L’ultima classe è la L-P03 professioni tecniche industriali e dell’informazione. I tecnici laureati in questo indirizzo dovranno essere in grado di gestire attività quali la progettazione, la realizzazione, la gestione, l’analisi del rischio, la sicurezza sia nelle fasi di prevenzione sia in quelle di emergenza in diversi ambiti industriali e/o dell’informazione. I percorsi formativi dei corsi di laurea della classe dovranno privilegiare uno o più degli ambiti caratterizzanti in modo da meglio definire le professionalità che si intendono formare.

Infine, il decreto ribadisce come l’iscrizione a una laurea magistrale non costituisca uno sbocco naturale per laureati nei corsi a orientamento professionale; sono invece valorizzati e implementati tutti i tirocini formativi e/o stage presso aziende, industrie, studi professionali e/o amministrazioni pubbliche o private. L’obiettivo finale resta dunque chiaro, inserimento diretto nel mondo del lavoro di figure altamente qualificate grazie all’acquisizione di competenze operative sostenute da un’istruzione superiore.

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