Professione

Lauree abilitanti, al via l’iter per abolire l’esame di Stato

Lo prevede un Ddl presentato dal ministro Manfredi: i primi a beneficiarne delle lauree abilitanti saranno farmacisti, odontoiatri, veterinari e psicologi
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Lauree abilitanti, al via l’iter per abolire l’esame di Stato

E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri n.67 del 18 ottobre 2020 il Disegno di legge recante “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti”. A proporlo al vaglio di Palazzo Chigi il ministro dell’università e della ricerca, Gaetano Manfredi. Il progetto prevede l’abolizione dell’esame di Stato per la maggior parte delle professioni regolamentate.  L’obiettivo di Manfredi  punta alla piena operatività delle lauree abilitanti: è chiaro ed è ben esplicitato nella relazione che accompagna il Ddl, composto da 5 articoli. Innanzitutto, consentire una “più diretta, immediata ed efficace collocazione dei giovani nel mercato del lavoro”. Poi, “dare una risposta concreta alle esigenze sanitarie, culturali, economiche, produttive e sociali del Paese”. Presentiamo i punti salienti del nuovo Ddl e le peculiarità che lo compongono.

Le lauree magistrali e le lauree abilitanti

Il Ddl è la naturale prosecuzione dell’articolo 102 del decreto “Cura Italia” che ha reso immediatamente abilitante la laurea in Medicina. Lo si evince dall’articolo 1 del Ddl, che prende in esame le lauree magistrali. In particolare, si fa riferimento all’esame finale per il conseguimento delle seguenti lauree a ciclo unico:

  • Odontoiatria e protesi dentaria-classe Lm/46;
  • Farmacia e farmacia industriale classe LM/13,
  • Medicina veterinaria-classe LM/42.

Oltre alla laurea in Psicologia-classe LM/51. Ebbene, lo stesso esame abiliterà all’esercizio delle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo. A condizione che almeno 30 crediti formativi siano acquisiti con un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi di studio.

Le “professionalizzanti”

Altro step, le lauree professionalizzanti. In questo caso l’articolo 2 prende in considerazione le nuove classi di laurea istituite dal Miur con decreto del 12 agosto 2020, n. 446. Si tratta delle classi di laurea:

  • L-P01 Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio;
  • L-P02 Professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali;
  • L-P03 Professioni tecniche industriali e dell’informazione.

Tali percorsi formativi abiliteranno all’esercizio della professione nei rispettivi singoli corsi di studio. Vale a dire geometra laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato. “Le specifiche modalità di svolgimento, valutazione e certificazione del tirocinio obbligatorio che si dovrà svolgere durante gli studi sono previste nell’ambito della disciplina delle classi e dei regolamenti didattici delle singole università” spiega il Ddl.

Altri titoli universitari per i quali puntare alle lauree abilitanti

L’articolo 4 concerne, invece gli “Ulteriori titoli universitari abilitanti”. Si tratta di quelle discipline che ancora non rientrano in questo Ddl ma che potrebbero diventare “abilitanti” in un futuro prossimo. In questi casi, saranno i Consigli degli Ordini, i Collegi professionali e le relative federazioni nazionali a dover fornire indicazioni utili al Miur. E’ evidente che in questo ambito rientrino tutte le professioni regolamentate per cui è il Ministero dell’Università a indire gli esami. Tra queste, ricordiamo:

  • architetto,
  • assistente sociale;
  • biologo;
  • chimico;
  • geologo;
  • ingegnere;
  • dottore commercialista;
  • esperto contabile e revisore legale.

Sarà dunque a discrezioni degli enti di categoria attivarsi per eliminare l’esame di Stato.

L’esame di Stato: come cambia

L’articolo 3 specifica anche come saranno verificate le competenze acquisite. L’esame finale di laurea, in tutte le casistiche descritte, prevederà lo svolgimento di una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite con il tirocinio interno ai corsi di studio. A tal proposito, la commissione giudicatrice sarà integrata da professionisti di “comprovata esperienza” designati dagli Ordini, dai Collegi professionali o dalle federazioni nazionali. Con uno o più regolamenti, saranno stabilite le modalità di svolgimento e di valutazione delle prove pratiche valutative. Oltre alle composizioni delle commissioni giudicatrici.

Un processo ineluttabile

Da tempo, il ministro Manfredi ha in mento il progetto dell’abolizione dell’esame di Stato. In un recente meeting online, organizzato dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e esperti contabili, il titolare del Dicastero ha affermato che “Bisogna dare valore alle professioni, in quanto facilitarci dell’accesso al lavoro. Un aspetto che si inquadra in un discorso ben più ampio di una loro rivisitazione alla luce della necessità del Paese di essere sempre più competitivo nel campo dei servizi avanzati di cui i professionisti sono i principali operatori. In un mondo che cambia, la professione deve stare al passo delle nuove necessità, accompagnando le imprese nei percorsi di digitalizzazione e di conquista dei nuovi mercati”. E ha concluso: “Da anni ho posto il tema della laurea abilitante. Oggi si impone la necessità di questo grande cambiamento che arricchisce le competenze del laureato, dotandolo di maggiore esperienza sul campo”.

Articolo pubblicato il 16.10.2020 – aggiornato il 18.10.2020

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