Con il disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale si aprono scenari inediti per l’edilizia
Con l’approvazione in prima lettura del disegno di legge che introduce disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale, si apre una fase decisiva anche per il comparto dell’edilizia.
Il testo, destinato a incidere su processi produttivi, responsabilità progettuali e digitalizzazione del settore, segna l’inizio di un percorso di regolazione nazionale che potrebbe anticipare o rafforzare il quadro europeo già delineato dall’AI Act.
Una legge-quadro per governare l’impatto dell’IA nei settori strategici
Il disegno di legge approvato il 20 marzo 2025 mira a fornire una prima disciplina organica nazionale sull’intelligenza artificiale, con un impianto normativo che combina disposizioni immediatamente precettive e una delega al Governo per l’adozione, entro 24 mesi, di decreti legislativi settoriali.
Tra i comparti “sensibili” vi sono l’edilizia, l’urbanistica e la gestione delle infrastrutture, ritenuti ambiti in cui l’adozione dell’IA comporta un impatto diretto sulla sicurezza, l’ambiente e la qualità della vita.
Il testo prevede che i futuri decreti tengano conto dei principi dell’etica digitale, della proporzionalità, della non discriminazione algoritmica e della responsabilità condivisa lungo tutta la filiera di progettazione, implementazione e utilizzo dei sistemi IA. In questo contesto, la filiera edile potrebbe essere chiamata a ripensare standard, ruoli e competenze, anche alla luce di sistemi che automatizzano attività cruciali come la modellazione strutturale, la valutazione dei rischi, l’ottimizzazione dei materiali e la pianificazione dei cantieri.
Intelligenza artificiale nell’edilizia: digitalizzazione, sicurezza e controllo di qualità
L’articolato apre anche a opportunità concrete per il comparto: il disegno di legge riconosce il potenziale dell’intelligenza artificiale come strumento per l’innovazione nella progettazione edilizia e nelle attività di cantiere, promuovendo l’adozione di sistemi intelligenti per il monitoraggio in tempo reale, la gestione predittiva delle manutenzioni, il controllo della qualità dei materiali e delle lavorazioni.
Una delle novità di maggior rilievo è la previsione di incentivi per progetti sperimentali e di centri di trasferimento tecnologico specializzati nei settori ad alto impatto, edilizia compresa.
Questo significa che studi tecnici, imprese e professionisti potrebbero accedere a finanziamenti e partnership pubbliche per integrare soluzioni IA nei processi di progettazione BIM, nella gestione energetica degli edifici e persino nella valutazione dell’impatto ambientale.
Tuttavia, la trasformazione non potrà prescindere da una revisione delle competenze tecniche: la norma prevede infatti un piano nazionale per la formazione e l’aggiornamento professionale, che potrebbe rendere obbligatori nuovi moduli formativi per progettisti, direttori dei lavori e tecnici abilitati che intendano utilizzare strumenti basati su IA nei processi decisionali o nei controlli di cantiere.
Profili di responsabilità, trasparenza e rischi di delega tecnologica
Se le opportunità sono evidenti, non mancano però le criticità e i nodi aperti, soprattutto sul fronte della responsabilità tecnica e professionale. Il disegno di legge chiarisce che l’intelligenza artificiale deve essere “affidabile, tracciabile e controllabile”, ma lascia ai futuri decreti il compito di specificare chi risponderà in caso di errore o malfunzionamento di un algoritmo impiegato, ad esempio, per il calcolo strutturale o per la gestione dei cronoprogrammi di cantiere.
Per il settore edilizio, ciò implica la necessità di evitare derive di delega cieca alla macchina, mantenendo il primato del controllo umano nei processi critici. Anche perché – come specifica l’articolo 5 del DDL – l’utilizzo di sistemi IA in ambiti ad “alto rischio” richiederà una valutazione d’impatto preventiva, la registrazione delle decisioni automatizzate e l’accessibilità del codice decisionale da parte delle autorità competenti.
Infine, un altro elemento di potenziale impatto è rappresentato dall’introduzione di registri nazionali delle applicazioni IA certificate, che potrebbero diventare requisito obbligatorio anche per software edilizi avanzati. Una misura che, se da un lato rafforza la trasparenza, dall’altro impone nuove procedure di conformità e oneri di certificazione per produttori e utenti finali dei sistemi.


