L’Equo compenso secondo Anac: il corrispettivo è stabilito dalle tabelle ministeriali
In base alla nuova disciplina dell’equo compenso (legge 49/2023) nei servizi di ingegneria e architettura non è possibile stabilire un corrispettivo al di sotto di quanto stabilito dalle tabelle ministeriali. Allo stesso tempo, niente da fare per le gare indette a prezzo fisso. L’OICE accoglie con moderata soddisfazione le risultanze della delibera n. 343 del 20 luglio 2023 dell’Anac, adottata in risposta ad un’istanza di precontenzioso presentata dalla stessa associazione lo scorso 7 giugno, per una gara stipulata con il vecchio codice appalti (decreto 50/2016). Secondo OICE, infatti, l’applicazione di una riduzione del 20% operata dalla stazione appaltante, avrebbe violato la legge sull’equo compenso. Stando alla legge, già con il vecchio codice (e a maggior ragione con il nuovo) le stazioni appaltanti sono obbligate ad applicare il tariffario, senza possibilità di sconti prima della gara. Un recap sull’equo compenso secondo Anac.
Anac ed equo compenso
Nella delibera, l’Anac sottolinea che con la nuova normativa “Le tariffe ministeriali assurgono a parametro vincolante e inderogabile per la determinazione dei corrispettivi negli appalti di servizi di ingegneria e architettura”. In tal senso, non hanno più valore i “criteri di aggiudicazione del prezzo più basso e dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Per Giorgio Lupoi, presidente di OICE “la delibera 343 dell’Anac è particolarmente apprezzabile”. I motivi sono presto spiegati. Innanzitutto, perché “ha dato ragione ad OICE ritenendo illegittimo l’operato della stazione appaltante che aveva decurtato la base d’asta”. Non potrebbe essere altrimenti, visto che “in base alla nuova legge i parametri sono diventati non ribassabili nella fase di definizione del compenso da parte della stazione appaltante”.
Il nuovo codice appalti
Altra questione concerne i rapporti con il codice appalti e le gare. La delibera pare lasciare un certo margine di discrezionalità. Il testo è chiaro: “Alla luce del nuovo quadro normativo sembra potersi ipotizzare che le procedure di gara aventi ad oggetto l’affidamento dei servizi tecnici dovrebbero essere costruite come gare a ‘prezzo fisso’, con competizione limitata alla componente qualitativa”. Per OICE si tratta di un deciso passo indietro. Anche perchè “ammettere scelte basate soltanto su elementi discrezionali significa di fatto annullare la concorrenza”. Nel concreto, troppi condizionali non vanno bene, portano a “non incentivare il mercato al miglioramento delle prestazioni e eludere il rapporto qualità prezzo che è alla base del diritto europeo e delle regole di contabilità pubblica”.
L’appello di OICE
In tal senso l’OICE fa notare che proprio l’Anac, negli stessi giorni in cui varava la delibera formulando una mera ipotesi, chiedeva lumi alla Cabina di regia PNRR segnalando la criticità. Gli elementi positivi in ogni caso non mancano. Come specifica Lupoi, “la maggioranza delle stazioni appaltati sta procedendo in modo usuale ricercando sul mercato operatori ‘economicamente più vantaggiosi’. Ciò detto, è comunque opportuno che si chiarisca tutto alla prima occasione, visto che ci risulta che molte stazioni appaltanti siano assai perplesse e stiano ritardando l’emissione di importanti bandi di gara. Arriverà un correttivo, forse si esprimerà l’Antitrust, il cui silenzio ci stupisce fin dai lavori parlamentari e sembra quasi paradossale che sia del tutto assente su questi temi. Certamente sarebbe opportuno che si esprimesse anche l’Unione europea, per dare certezza alle stazioni appaltanti”.


