Professione

Bonus maggio, per i professionisti nessuna certezza

L'approvazione del DL n.34/2020 aumenta il bonus maggio a 1000 euro. Per la categoria dei liberi professionisti, però, bisognerà attendere il decreto attuativo
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Bonus maggio, per i professionisti nessuna certezza

Il 16 luglio 2020 è finalmente arrivato il via libera definitivo del Senato alla conversione in legge del decreto Rilancio, già approvato dalla Camera lo scorso 9 luglio. Il Governo ha posto la questione di fiducia sul provvedimento, che ha avuto il parere favorevole di 159 senatori, mentre sono 121 i contrari. Il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, reca misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 e prevede interventi per 55 miliardi di euro, quasi il doppio di una normale Legge di Bilancio, per limitare l’impatto economico dell’emergenza sanitaria su lavoratori e famiglie.

Molte le misure contenute nel decreto: per saperne di più leggi ‘Il Decreto Rilancio è legge: sarà un’effettiva ripartenza?‘. Ma quali misure sono previste per i professionisti iscritti agli ordini e alle casse di previdenza obbligatoria?

Bonus maggio

I liberi professionisti iscritti agli ordini ed alle casse di previdenza obbligatoria hanno ottenuto, grazie all’art. 44 del decreto Cura Italia, che ha istituito il Fondo per il reddito di ultima istanza, un bonus di 600 euro a marzo e un bonus di 600 euro ad aprile. Inarcassa ha erogato le indennità per gli ingegneri e gli architetti.

Ora il Decreto Rilancio 2020, all’art. 78, ha modificato l’articolo 44 del Decreto Cura Italia in questo modo:

  • aumentando il fondo da 300 milioni a 1.150 milioni (di cui 650 per il 2020);
  • prevedendo la possibilità di fruire dell’indennità anche per maggio 2020;
  • definendo le nuove condizioni di accesso.

Per quanto riguarda quest’ultime, bisognerà, però, attendere il decreto attuativo che dettaglia i requisiti di accesso ma sono sicuramente esclusi, dal riconoscimento dell’indennità, coloro che sono:

  • titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
  • titolari di pensione.

L’attesa per il decreto attuativo

Se a maggio, come confermato anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, il contributo salirà a 1.000 euro, le risorse non saranno sufficienti. Il decreto interministeriale potrebbe intervenire per aumentare i fondi, ma rimane la possibilità di una riduzione della platea dei beneficiari con l’inserimento di clausole più restrittive. Per il bonus 1.000 euro di maggio solo l’atteso il decreto interministeriale (il terzo) potrà definire modalità e criteri di attribuzione. Inoltre, nel testo convertito del Rilancio c’è un’anomalia che non è stata quindi corretta.

All’articolo 86, infatti, emerge l’incompatibilità tra indennità di marzo, aprile e maggio per i professionisti iscritti alle casse private. E gli emendamenti presentati per correggere tale punto non hanno avuto riscontro. Non bisogna, però, perdere le speranze, infatti grazie al decreto attuativo del 29 maggio, tale anomalia è stata superata così da far accede al bonus 600 di aprile anche i professionisti ordinistici. L’auspicio è che, allo stesso modo, il decreto attuativo di prossima emanazione potrà modificare l’errore anche per il bonus 1000 euro di maggio.

Contributo a fondo perduto

Confermata l’esclusione agli iscritti degli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria e ai professionisti iscritti alla gestione separata Inps.

L’art. 25 del decreto Rilancio dà diritto ad un contributo a fondo perduto non tassabile che spetta solo a soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e ai titolari di reddito agrario e di partita IVA in genere con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto e che dimostrino una perdita di fatturato e di corrispettivi del mese di aprile 2020 sia superiore a 1/3 dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.

Chi non può avere il bonus

Non spetta, in ogni caso, ai soggetti la cui attività risulti cessata alla data di presentazione dell’istanza, agli enti pubblici, agli intermediari finanziari e alle società di partecipazione, nonché ai soggetti che hanno diritto alle indennità previste per i liberi professionisti e lavoratori dello spettacolo (600 euro per il mese di marzo) dagli artt. 27 e 38 del decreto Cura Italia, convertito nella legge 24 aprile 2020, n. 27, nonché ai dipendenti e professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria (quindi, tra gli altri, ingegneri e architetti).

La discriminazione dei professionisti nel riconoscimento di misure di sostegno economico alle imprese in difficoltà e altre importanti questioni sono il cuore del Manifesto congiunto per riavviare il Paese. Tale documento è stato consegnato al governo durante la manifestazione dei giovani professionisti svoltasi in piazza Montecitorio l’8 luglio.

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