Professione

Aumentano gli ingegneri industriali, giù i civili: i dati del CNI

Come rileva il report del centro studi del CNI per l'annualità 2020, per la prima volta il numero di giovani laureati nel settore industriale supera quello civile e ambientale
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Aumentano gli ingegneri industriali, giù i civili: i dati del CNI

Sebbene la laurea in ingegneria sia ancora tra le prime scelte dei giovani, nel tempo il trend si è spostato dal settore civile, ambientale ed edile a quello industriale. E i numeri degli ingegneri industriali fanno molto riflettere nel consueto report del CNI: è un risultato che impone una riflessione sul mondo del lavoro attuale, su come questo sia mutato in questi anni anche in relazione all’istituzione degli ordini professionali.

L’albo degli ingegneri

Ricordiamo che l’Albo professionale degli ingegneri è suddiviso dal D.P.R. 328/2001 nelle seguenti sezioni:

La sezione A raggruppa gli ingegneri con lauree quinquennali vecchio ordinamento o una delle lauree Specialistiche di II livello di cui al D.M. 509/99 nonché una delle Lauree Magistrali di cui al D.M. 270/04.

La sezione B raggruppa gli ingegneri con diplomi universitari triennali vecchio ordinamento o una delle Lauree di primo livello di cui al D.M. 509/99 nonché una delle Lauree Triennali di cui al D.M. 270/04.

Vi è poi una ulteriore ripartizione nei seguenti Settori:

  • Ingegneria Civile e Ambientale;
  • Ingegneria Industriale;
  • Ingegneria dell’Informazione.

I dati

Da anni, oramai, i numeri maggiori di laureati triennali appartengono al settore industriale ma nel 2020 questo trend ha definitivamente preso piede andando ad includere anche laureati magistrali. Su 23mila laureati totali, nel 2020 gli industriali sono aumentati del 31,2%, mentre i laureati del settore civile ed ambientale scendono sotto la soglia del 30%. Andando nel dettaglio, il numero più elevato di laureati si rileva ancora una volta nella classe LM-33 Ingegneria Meccanica (3.475 laureati), seguita dalla LM-31 Ingegneria gestionale (3.182 laureati). Coerentemente con l’andamento degli ultimi anni il dato relativo alla LM-4 Architettura e ingegneria edile-architettura a ciclo unico è in calo, (nel 2020 2.810 laureati a fronte dei 3.239 del 2019), ciò nonostante si conferma la terza classe di laurea magistrale per numero di laureati. Al contrario i laureati di primo livello continuano ad aumentare, nel 2020 se ne contano 29mila, il 2% in più del 2019. Tra gli ingegneri triennali i più numerosi appartengono al settore dell’informazione, mentre il settore civile continua a perdere consensi anche a questo livello (solo il 15% del totale, nel 2010 era il 40%).

Il sorpasso del settore industriale riguarda anche l’esame di stato. Sempre nel 2020 il numero più consistente di abilitati (circa la metà del totale) appartiene al settore industriale, laddove sembrava ormai consolidata la prassi che l’Esame di Stato fosse una prerogativa degli ingegneri del settore civile ed ambientale. Ma a questi numeri non corrisponde un incremento di iscrizioni all’albo. Infatti, degli oltre 95mila laureati magistrali che hanno conseguito l’abilitazione alla professione di Ingegnere negli ultimi 10 anni, sono attualmente iscritti all’Albo meno della metà.

La presenza femminile è in costante aumento ma nei soliti settori, come la classe di laurea magistrale a ciclo unico in Architettura e Ingegneria edile-Architettura e in Ingegneria biomedica, dove arriva a costituire addirittura la maggioranza. Al contrario nei corsi in Ingegneria meccanica e Ingegneria elettrica le donne costituiscono appena il 10,4% dei laureati.

Per quanto riguarda, infine, i singoli atenei, anche nel 2020 le principali strutture formative per gli ingegneri si confermano il Politecnico di Milano e quello di Torino, quasi il 30% dei laureati totali.

Nuovi ingegneri industriali, il commento dei vertici CNI

Il neo-presidente CNI, Domenico Perrini commenta cosi il rapporto sui laureati in ingegneria del 2020: “L’andamento della tipologia dei laureati naturalmente tiene conto delle trasformazioni del mondo del lavoro. Tutto questo chiama in causa anche il nostro mondo ordinistico e, in particolare, il CNI. Se vogliamo che i laureati in ingegneria si indirizzino verso l’abilitazione alla professione e, quindi, all’iscrizione all’Albo, dobbiamo fare in modo che al termine di questo percorso possano trovare un Ordine in grado di comprendere le loro esigenze e li supporti nel miglior modo possibile. Per questo motivo riflettere su questi dati ci aiuterà a definire anche le strategie e gli indirizzi di questo nuovo Consiglio Nazionale appena insediato”.

“L’analisi dei dati – commenta Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI – introduce diversi elementi interessanti di valutazione. Ma è certamente il sorpasso dei laureati nel settore industriale rispetto a quello civile che pone un tema importante per la categoria e per il sistema ordinistico in particolare. Certamente occorrerà ripensare a fondo la struttura stessa della professione, che è rimasta formalmente immutata dall’anno della sua istituzione (1923), ancorché la sua evoluzione sia stata in questi anni progressiva e inarrestabile, come è insito nella sua stessa natura di materia scientifica e tecnologica in continuo divenire. Occorre che il nostro sistema diventi in qualche modo attraente per l’intero universo dell’ingegneria come farlo è la sfida che attende il nuovo Consiglio Nazionale”.

Ingegneria industriale VS ingegneria civile

Essendo le due macro categorie in evoluzione, o involuzione, del settore andiamo brevemente a capire quali sono le principali differenze e somiglianze tra i due indirizzi.

Somiglianze: entrambe sono carriere di ingegneria (quindi hanno molti esami in comune soprattutto i primi anni) ed entrambe le discipline implicano la risoluzione di problemi reali e complessi attraverso la produzione di prodotti o strutture edili che soddisfino delle esigenze. Una laurea in ingegneria civile o industriale consente di lavorare in una varietà di settori, come il settore privato, libera professione o settore pubblico.

Alcune delle differenze tra ingegneri civili e industriali riguardano le loro mansioni lavorative. Un civile si dedicherà alla progettazione di infrastrutture mentre gli ingegneri industriali sono specializzati nella realizzazione e attuazione di politiche sul posto di lavoro per la massima produttività.

Quale delle due carriere è più richiesta?

Nei prossimi 10 anni si prevende un aumento della richiesta di ingegneri civili del 6%. Il fenomeno è la naturale conseguenza del Superbonus ma un’ulteriore considerazione riguarda l’invecchiamento delle infrastrutture (ponti, strade, argini, dighe, aeroporti, edifici e strutture di ogni tipo) che avranno sempre necessità di essere messe in sicurezza, ricostruite o ammodernate. Per il settore industriale, anche le previsioni seguono il trend di iscrizioni all’università, infatti si prevede un incremento del 10%. Parlando di retribuzione bisogna fare una considerazione a monte e cioè che gli ingegneri industriali spesso sono dipendenti di aziende mentre i civili ambientali sono più spesso liberi professionisti ma in media un ingegnere industriale ha una retribuzione lorda di 2.084 €/ 3.154 € il mese contro l’ingegnere civile che si attesta tra i 1.486 €/ 2.795 € al mese. Dunque gli ingegneri industriali in Italia sono pagati di più, in controtendenza con quello che avviene nel resto del mondo.

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