Aiuti quater e Superbonus: scelte sbagliate secondo Ance e RPT
                                Ance, sul Superbonus cambiate le regole in 15 giorni
“Siamo consapevoli della necessità del Governo di tenere sotto controllo la spesa”, spiega la Presidente Ance Federica Brancaccio, “ma cambiare le regole del superbonus in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini che sono partiti per ultimi”.
Quelli cioè, spiega la Brancaccio, “delle periferie e delle fasce meno abbienti che per far partire i lavori hanno avuto bisogno di tempi più lunghi e della necessità di vedere interamente coperti finanziariamente gli interventi”.
“Per questo chiedevamo e continuiamo a chiedere un confronto con il Governo in modo serio e responsabile per evitare che a pagare siano i più deboli e le imprese regolari” continua la Presidente Ance.
Per quanto riguarda lo sblocco dei crediti incagliati, “apprezziamo l’attenzione del Governo e del Ministro Giorgetti in particolare, ma attendiamo di capire che soluzione si è studiata per evitare che tante imprese falliscano per mancanza di liquidità e questo sì con un costo sociale ed economico insostenibile per la collettività”. “Se il credito di imposta non sarà monetizzabile ancora una volta gli interventi potrà farli solo chi ha disponibilità economica e possibilità di compensare direttamente: dunque solo i più abbienti”.
Peraltro, come già sottolineato anche dalle organizzazioni sindacali “l’effetto combinato delle modifiche al superbonus e della mancata monetizzazione dei crediti fiscali acquisiti genererà un aumento della disoccupazione ed effetti depressivi sul Pil con ovvie ricadute anche sui conti dello Stato”.
RPT: così andiamo tutti in difficoltà, dai professionisti alle imprese
La Rete Professioni Tecniche esprime la sua forte preoccupazione per quanto emerso seguito delle annunciate nuove modifiche alla disciplina dei bonus edilizi che, secondo indiscrezioni, dovrebbero entrare in vigore in tempi stretti mettendo in grande difficoltà famiglie, professionisti e imprese. La RPT è costretta a constatare che, ancora una volta, vengono cambiate le regole in corso e con effetto immediato, nello stesso momento in cui ancora si attende una soluzione soddisfacente e definitiva al tema dei crediti bloccati. Si tratta di un combinato disposto che rischia di uccidere definitivamente un provvedimento di indiscusso successo come il Superbonus. Va anche sottolineato che certe scelte rischiano di avere gravi ripercussioni sia economiche, sia in termini di transizione ecologica, dato che senza un piano di riqualificazione energetica degli edifici appare impensabile centrare gli obiettivi di risparmio energetico e di lotta ai cambiamenti climatici. La RPT, in accordo con i rappresentanti delle aziende e i sindacati, chiede l’immediata istituzione di un tavolo di confronto per definire un quadro di regole chiaro e stabile che consenta all’Italia di non arretrare nel percorso di crescita e di raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che la maggioranza di Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire. Intanto il 16 novembre, la RPT, assieme alle altre associazioni aderenti all’iniziativa, presenterà una ricerca commissionata al Censis che proporrà una valutazione complessiva dei bonus edilizi in un’ottica di lungo periodo, confermandone, numeri alla mano, la piena sostenibilità.Federcostruzioni contro il decalage del Superbonus
“Le notizie riguardo le modifiche al Superbonus che il Governo sarebbe in procinto di approvare, con una accelerazione del decalage della percentuale di detrazione, provocano sconforto, soprattutto perché arrivano senza un confronto con le categorie produttive interessate e senza nel frattempo aver risolto il problema dello sblocco dei crediti”. È il commento della Presidente di Federcostruzioni, Paola Marone.
“Si tratterebbe tra l’altro di una modifica in corso, senza prevedere un regime transitorio, che getterebbe definitivamente il mercato nel caos con centinaia di famiglie e imprese gravemente danneggiate”. Un caos generato già dal blocco della cessione dei crediti, aggravato negli ultimi giorni dall’annuncio da parte di Poste Italiane della sospensione dell’attività di acquisto di bonus fiscali da committenti privati, con evidenti danni per tutti i soggetti coinvolti.
Federcostruzioni si è attivata da tempo per chiedere a Poste e Cdp la ripresa dell’attività per risolvere l’annosa questione dei crediti che giacciono nei cassetti fiscali di imprese e professionisti. “Non a caso abbiamo incontrato nei mesi scorsi Poste Italiane per sottolineare la gravosa situazione delle imprese che hanno ceduto il primo SAL a Poste e che adesso, non essendoci istituti bancari disposti ad acquistare i restanti crediti, hanno ricevuto la condanna a morte. Si tratta di migliaia di imprese la cui colpa è aver ceduto i primi SAL a Poste, non sapendo che poi sarebbe uscita dal mercato. Per questo è assolutamente necessario che Poste riprenda l’attività e completi queste cessioni” aggiunge Marone.
Tutto ciò si traduce in una grave situazione di forte crisi liquidità per le imprese che, in un periodo complesso dominato dalla crescita dell’inflazione, dal caro materiali ed energia, rischia di tagliare le gambe a tutta la filiera delle costruzioni con evidenti ricadute sulla crescita economica e sull’occupazione. “Serve certezza operativa, per questo è necessario prevedere quantomeno un regime transitorio sul Superbonus, e urgenti interventi risolutivi sulla cessione dei crediti altrimenti rischiamo di innescare una crisi economico-sociale con il fallimento di centinaia di imprese”, conclude la Presidente di Federcostruzioni.
                                    

