La pandemia, ha forzato una rivoluzione sotto vari fronti, l’esame di stato per l’accesso alla professione di ingegnere o architetto è uno di questi. Sono state cambiate (semplificate) le modalità, per ovvie necessità, e questo ha portato a superare quella “barriera mentale” e oggettiva che portava molti neolaureati ad evitare questa ulteriore fatica dopo un percorso di studi lungo e impegnativo. Ma scopriamo, dati alla mano, come sono cambiati i numeri.
Accesso alla professione: un boom di abilitazioni
A seguito dell’emergenza Covid il numero di abilitazioni professionali è raddoppiato. Infatti, le procedure semplificate, introdotte nel 2020 a seguito della pandemia, per lo svolgimento degli Esami di Stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere e architetto, hanno condotto a oltre 16mila abilitazioni nel 2020 contro le 8.500 dell’anno precedente.
A rilevarlo è il Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che evidenzia il trend con il grafico sottostante.
Per il CNI l’opportunità di poter svolgere gli Esami di Stato in modalità semplificata ha costituito un forte elemento di richiamo anche per gli Architetti e le altre figure attinenti alla ex facoltà di Architettura (Conservatore dei beni architettonici ed ambientali, Paesaggista e Pianificatore territoriale). Nel 2020, infatti, hanno sostenuto l’Esame di Stato oltre 10mila laureati, quasi il 70% in più rispetto all’anno precedente.
Il numero di abilitati è più che raddoppiato tra gli Architetti (6.713 contro i 3.251 del 2019) e addirittura quasi triplicato tra i Paesaggisti (110 abilitati a fronte dei 44 del 2019).
Un tema affrontato al Congresso Nazionale degli Ingegneri
Ad ottobre 2022 si è svolto il 66° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri dal titolo “Confini – Linguaggi, progetti e idee per un futuro sostenibile”. L’evento si è tenuto sulla nave da crociera MSC Poesia ed è stato la prima occasione, dopo il periodo della pandemia, che ha permesso lo svolgimento dell’incontro annuale in presenza. L’edizione 2022 è stata incentrata sulle soluzioni alla crisi energetica, ma, come sempre è anche l’occasione per fare un bilancio sull’andamento del settore ingegneria.
L’accesso al settore dell’ingegneria, segnato da sempre dall’esame di stato, stava subendo dagli anni 2000 un trend inesorabile verso il basso. La semplificazione delle prove per forza maggiore assieme all’introduzione delle lauree abilitanti hanno rappresentato la spinta verso una inversione di tendenza.
Il Congresso appena conclusosi è stato anche il momento del passaggio di consegne, infatti è stato appena proclamato il nuovo consiglio nazionale. Le elezioni, che si sono svolte a ottobre, hanno registrato la schiacciante vittoria della lista “Officina CNI” con 15 candidati eletti su 15.
Il tasso di superamento
Le procedure semplificate del 2020 prevedevano un’unica prova orale, a differenza delle classiche 3-4 prove spalmante su almeno 3 settimane. Questo ha certamente spinto più neolaureati, anche in settori dove l’esame di stato è meno necessario ad accedere al mondo del lavoro(settore industriale e dell’informazione), a cimentarsi nella prova. Tuttavia il tasso si superamento non è variato di molto anche con la prova “unica”. Si attesta attorno al 90% contro una media dell’85% degli anni precedenti. Alla luce di questi risultati, la prospettiva di introdurre percorsi di laurea magistrali abilitanti, diventati di recente una realtà anche per la professione di Ingegnere, con un periodo di tirocinio professionalizzante integrato nel corso di studi, assume una rilevanza strategica.
Più abilitati ma le iscrizioni all’albo non aumentano
Dall’analisi del centro studi del CNI si legge “A questo rinnovato interesse per l’acquisizione dell’abilitazione professionale corrisponde tuttavia solo in parte un incremento delle iscrizioni all’Ordine. Degli oltre 14mila abilitati alla professione di ingegnere del 2020, solo 6.600 circa risultano, ad oggi, iscritti all’albo, un numero sì superiore rispetto a quello registrato negli anni precedenti, ma non nelle dimensioni che ci si poteva attendere dato l’exploit rilevato per quanto concerne numero di abilitati.”
Un dato eclatante da rilevare è sicuramente che il numero più consistente di abilitati (circa la metà del totale) appartiene al settore industriale, laddove sembrava ormai consolidata la prassi che l’Esame di Stato fosse una prerogativa degli ingegneri del settore civile ed ambientale.
Se si considerano gli ultimi 10 anni, degli oltre 95mila laureati magistrali che hanno conseguito l’abilitazione alla professione di Ingegnere, ne risultano attualmente iscritti all’Albo meno della metà e mentre da una parte le iscrizioni aumentano dall’altra aumentano anche le cancellazioni, facendo si che il bilancio risulti pallidamente positivo (2000 iscritti in più). Probabilmente il fenomeno è da attribuire al fatto che molti neolaureati abbiano approfittato della modalità semplificata, affrontando l’esame di stato e ottenendo l’abilitazione, senza un vero obiettivo professionale ma ritenendola una opzione in più di carriera.
Esame di stato 2022 per l’accesso alla professione