Ance: -7,4% degli investimenti in costruzioni, garantire pagamenti Pnrr a imprese
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha presentato l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2024, uno studio che analizza investimenti e tendenze economiche del settore, prendendo in esame quattro aspetti: i comparti, il mercato del credito, il mercato immobiliare e l’attuazione del Pnrr.
In un quadro generale di rallentamento dell’economia nazionale, per il 2023 Ance stima un ulteriore aumento del +5,0% in termini reali degli investimenti in costruzioni, sintesi di aumenti generalizzati in tutti i comparti, mentre, per quanto riguarda l’occupazione, nei primi 9 mesi del 2023 aumentano sia le ore lavorate (+0,9%) sia i lavoratori iscritti alle casse edili (+2,9%). L’andamento economico per il 2024 è invece valutato con cautela: la previsione dell’Ance è di una riduzione del -7,4% degli investimenti in costruzioni.
I comparti nel 2023
Per la nuova edilizia residenziale, la stima Ance per il 2023 è di un aumento del +1,3% in termini reali su base annua, stima legata all’andamento positivo dei permessi di costruire. Per gli investimenti in recupero abitativo, giunti a rappresentare ormai il 40% del totale settoriale, si registra un ulteriore lieve aumento del +0,5% in termini reali. Nel comparto non abitativo, gli investimenti privati in costruzioni non residenziali, segnano un aumento del +5,0%, mentre nel comparto delle costruzioni non residenziali pubbliche si evidenzia una crescita, pari al +18%.
I bonus edilizi. Nel 2023 gli incentivi per la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare si sono dimostrati decisivi driver di sviluppo per il settore delle costruzioni e per l’economia, per un ammontare di investimenti realizzati superiore ai 44 miliardi (dati Enea-MASE). I bonus ordinari (ristrutturazioni, sismabonus, barriere architettoniche ecc..), sulla base dai dati riferiti ai bonifici parlanti, hanno sviluppato, nei primi undici mesi del 2023, un giro di affari che ha superato i 38 miliardi, in lieve calo (-5%) rispetto agli eccezionali livelli dello stesso periodo del 2022.
Per il venir meno dello strumento della cessione del credito/sconto in fattura, Ance prevede per il 2024 una flessione tendenziale del -27% nel comparto della manutenzione straordinaria. Anche nel comparto della nuova edilizia abitativa e nel non residenziale privato, Ance stima un ridimensionamento dei livelli produttivi, pari, rispettivamente, a -4,7% e a -1% rispetto al 2023.
Gli investimenti in costruzioni e il mercato del credito
Tra gennaio e settembre 2023 i dati della Banca d’Italia mostrano una diminuzione del 5,1% dei finanziamenti complessivi per investimenti in costruzioni, determinata dalla contrazione dei mutui per investimenti residenziali (-15,1%). Il comparto non residenziale, invece, mostra un incremento delle erogazioni nello stesso periodo, determinato però da un incremento anomalo registrato solo nel secondo trimestre 2023.
Nel terzo trimestre del 2023, i valori sono negativi sia per il comparto residenziale (-24,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia per il comparto non residenziale (-7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Ulteriore frenata è stata osservata anche nella concessione di mutui alle famiglie per l’acquisto della casa: nei primi 9 mesi del 2023 la diminuzione è stata del 28,3% che va ad aggiungersi al -10,3% riscontrato nel 2022. Sono stati i nuovi contratti di mutuo a contrarsi fortemente, con una caduta che ha superato il 30%, mentre le surroghe e le sostituzioni di mutuo, invece, sono in aumento.
Il mercato immobiliare residenziale
Alla fine del 2022, il 5% delle famiglie italiane più abbienti deteneva il 46% della ricchezza netta totale, mentre il 50% più povero ne possedeva meno dell’8%. Complessivamente, metà della ricchezza delle famiglie italiane è rappresentata da abitazioni, ma le abitazioni raggiungono i tre quarti della ricchezza per le famiglie del primo gruppo (0-50).
Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate, nei primi 9 mesi del 2023 il numero di abitazioni compravendute è diminuito del -11,8% su base annua, sintesi di un inizio d’anno in calo del -8,3%, a cui seguono contrazioni più marcate nel secondo (-16,0%) e nel terzo trimestre (-10,4%).
Tuttavia, la domanda abitativa risulta ancora considerevole: da un’indagine multiscopo dell’Istat, emerge che nel 2022 sono oltre 2 milioni le famiglie che hanno manifestato la volontà di cambiare casa (il 9,1% del totale). Emergono nuove esigenze legate all’abitare, con una quota non irrisoria di famiglie che riscontrano delle criticità in merito alla dimensione dell’abitazione (circa 3 milioni, ovvero il 12%).
L’attuazione del Pnrr
L’andamento degli investimenti in opere pubbliche nel corso del 2023 ha registrato un incremento del 18% in termini reali, rispetto all’anno precedente. Gli investimenti in opere pubbliche del Pnrr hanno portato a una forte crescita della spesa in conto capitale dei Comuni italiani che, secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato, nel 2023 registra un incremento del 41%, passando da 13,2 miliardi nel 2022 a 18,6 miliardi nel 2023.
La spinta del Pnrr sugli investimenti in opere pubbliche nel corso del 2023 è comunque inferiore alle attese. Il Piano, infatti, secondo le ultime indicazioni governative, a fine 2023 avrebbe dovuto raggiungere una spesa pari a circa 60 miliardi di euro. Gli ultimi dati Regis, diffusi dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio segnano, a fine novembre 2023, una spesa di 28,1 miliardi, pari al 14,7% delle risorse europee. Secondo informazioni più recenti fornite dal Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, a fine 2023, la spesa conseguita supererebbe i 40 miliardi di euro.
La previsione Ance per il 2024 considera un’ulteriore e importante crescita negli investimenti in opere pubbliche (+20%). Con il nuovo Pnrr, approvato dal Consiglio Europeo l’8 dicembre 2023 dopo la revisione operata dal Governo, le risorse europee aumentano da 191,5 miliardi a 194,4 miliardi di euro. I 2,8 miliardi di euro aggiuntivi vanno a finanziare, insieme a 8,3 miliardi di fondi Pnrr rimodulati, la nuova Missione 7 dedicata al REPwerEU, il programma europeo finalizzato a rafforzare l’indipendenza, la sicurezza e la sostenibilità energetica dell’Unione europea.
Investimenti in costruzioni rimodulati e cancellati: l’appello Ance
Dalle informazioni disponibili al momento della redazione dello studio Ance, emerge che le modifiche apportate al Piano non coincidono pienamente con le proposte che il Governo italiano aveva presentato alla Commissione Europea ad agosto 2023. La revisione ha determinato rimodulazioni e cancellazioni di alcuni investimenti, oltre che l’introduzione di nuovi, con uno spostamento in avanti degli investimenti e di conseguenza delle rate previste per il versamento all’Italia dei fondi europei. Tale operazione determinerà una riduzione delle dotazioni di cassa dello Stato nel triennio 2024-2026 per circa 11 miliardi di euro, che rischia di incidere sulla realizzazione degli investimenti per le possibili conseguenze sui pagamenti alle imprese esecutrici dei lavori.
Per comprendere il reale destino del Piano – conclude lo studio Ance − sarà importante valutare, con estrema attenzione e tempestività, il concreto avvio delle attività realizzative. Per Ance è necessario che tutti le fasi antecedenti alle lavorazioni (progettazioni, finanziamenti, autorizzazioni) siano realmente compiute, per evitare ritardi che, successivamente, non potranno essere recuperati entro la scadenza del Pnrr.
Occorre, in particolare, superare qualsiasi tensione finanziaria, derivante dalle carenze di cassa conseguenti alla revisione del Pnrr, che possa determinare rallentamenti o interruzioni nelle lavorazioni. Garantire regolari pagamenti alle imprese, secondo gli standard europei, rappresenta infatti il presupposto indispensabile per la realizzazione degli investimenti.

