Edifici dismessi da riqualificare, Milano aggiorna l’elenco
Il Comune di Milano ha aggiornato la lista degli edifici dismessi da riqualificare, immobili abbandonati da recuperare.
Si tratta di 115 edifici. Un aggiornamento fondamentale per individuare le strutture che potranno usufruire del benefit dell’aumento volumetrico per favorire la riqualificazione. Un percorso iniziato nel 2021, con la delibera comunale 108, che illustra le modalità per il recupero degli immobili abbandonati e dismessi.
In applicazione dell’art. 40 bis della Legge regionale 12/05, che regola la materia. Un elenco che l’Amministrazione meneghina aggiorna periodicamente: gli edifici degradati della tavola R.10 “Carta del consumo di suolo” sono stati rivisti con la determina dirigenziale n. 5376 del 5 luglio 2022. Dei 115 edifici, 65 derivano dal PGT vigente, altri 50 sono frutto di segnalazioni documentate. Le criticità segnalate concernono la sicurezza, l’incolumità pubblica, la salubrità o il disagio per il decoro e la qualità urbana.
Edifici dismessi da riqualificare Milano: il nuovo aggiornamento
In particolare, il Comune ha aggiornato l’elenco degli edifici che potranno usufruire del bonus del 10% di incremento dei diritti edificatori (il minimo consentito dalla Legge Regionale). Bonus volumetrici che avranno validità a patto che le proprietà riescano a ristrutturare e riqualificare le strutture in un tempo massimo di due anni. Pena, la demolizione a proprie spese. Tra gli edifici che hanno accesso al bonus vi è l’ex sede di Mondadori Electa in via Trentacoste 7, dismessa dal 2014. Ci sono gli edifici di via Lampedusa 11, abbandonati dal 2016, e quello all’incrocio tra via Socrate e via Pitagora, vuoto dal 2014. Infine, il comparto direzionale e artigianale di via Grazzini 15, dismesso nel 2020 ma già “in avanzato stato di degrado”. Con l’elenco aggiornato, sono 85 su 115 gli immobili che possono accedere al bonus volumetrico.
Tensione tra Comune e Regione
Dopo un lungo tira e molla tra Regione Lombardia e Comune di Milano, il capoluogo ha optato per un bonus del 10%. La Legge regionale prevede che le agevolazioni possano arrivare sino al 25%. I tecnici meneghini hanno quindi optato di scegliere la soglia più bassa contemplata dalla legge. Inoltre, Palazzo Marino ha individuato una serie di ambiti territoriali in cui questa possibilità non sarà concessa, per ragioni di particolare tutela paesaggistica, ambientale e architettonica. Le aree in questione sono il centro storico, il corso del Lambro, il parco Nord, il parco Sud e tutti gli ambiti contraddistinti da un disegno urbano riconoscibile. Gli edifici dismessi in queste zone (32 sul totale), quindi, dovranno essere recuperati con le volumetrie esistenti. Tutto questo per evitare speculazioni eccessive.
Edifici dismessi da riqualificare e fabbisogni pubblici da soddisfare
Gli interventi di recupero per edifici superiori ai 2 mila mq di superficie lorda (31 sui 115 in elenco) devono essere accompagnati da uno schema di convenzione con il Comune. Così facendo si potrà suddividere il valore prodotto dalla valorizzazione economica tra l’Amministrazione e la parte privata come contributo straordinario. Il tutto, vincolato alla realizzazione di opere pubbliche e servizi nel contesto urbanistico in cui l’intervento stesso ricade. Gli interventi che potranno beneficiare del bonus previsto dal Comune dovranno essere accompagnati da un’adeguata dotazione di aree per servizi e attrezzature pubbliche. Nel caso di immobili con una superficie lorda superiore ai 10 mila mq, bisognerà prevedere quote di edilizia residenziale sociale (convenzionata sia in vendita sia in affitto).
Segnalazioni patrimonio con criticità
Come specificato sul sito del Comune di Milano, il proprietario o l’avente titolo ha, in qualsiasi momento, la possibilità di inoltrare, tramite PEC, la segnalazione dell’immobile dismesso con criticità. I documenti necessari sono:
- perizia asseverata giurata che certifichi il non uso dell’immobile da almeno giugno 2020 e uno o più degli aspetti che causano criticità. Tra questi: salute, sicurezza idraulica, problemi strutturali che ne pregiudicano la sicurezza, inquinamento, degrado ambientale, urbanistico-edilizio e sociale. Il tutto, mediante prova documentale e anche fotografica;
- dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà a cura della proprietà o del legale rappresentante che riporti la data della completa dismissione dell’immobile.
Entro 60 giorni dal ricevimento della segnalazione, salve eventuali richieste di integrazione, sarà comunicato l’esito della verifica della sussistenza dei presupposti.

