Edilizia

Dl Semplificazioni, conversione definitiva in legge

Ance e Legambiente scontente delle modifiche al testo del Dl Semplificazioni: "Visioni retrograde e conservatrici" sul fronte dell'edilizia nei centri urbani
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Dl Semplificazioni, conversione definitiva in legge
Il Dl Semplificazioni dopo aver ottenuto il via libera il 4 settembre con voto di fiducia al Senato con 157 voti favorevoli, 82 voti contrari e 1 astenuto, è passato in via definitiva alla Camera dei Deputati il 10 settembre. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, recante misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale è il nuovo titolo del provvedimento. La richiesta della questione di fiducia era scattata al Senato per il maxi emendamento che modificava di fatto l’articolo 1 del provvedimento, nel quale è stata inserita la proroga al 30 novembre 2020 del termine per la concessione dei contributi per i danni lievi riportati a causa del sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016, in scadenza al 20 settembre 2020.

La promulgazione di Mattarella con i rilievi sulle modifiche al Codice della Strada

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la conversione in legge del Decreto Semplificazioni ma ha anche messo in evidenza in una lettera inviata a i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati  e al premier Giuseppe Conte che ci sono delle disposizioni che non collimano con le necessità originarie del provvedimento. Il riferimento è alle modifiche del Codice della Strada. Questa la lettera di Mattarella. “Mi è stata sottoposta, in data odierna, per la promulgazione la legge di conversione del decreto legge 16 luglio 2020, n. 76, recante “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale. l provvedimento, originariamente composto da 65 articoli, per un totale di 305 commi, all’esito dell’esame parlamentare risulta composto da 109 articoli, per complessivi 472 commi. Come specificato nel preambolo, il decreto-legge intende corrispondere alla duplice esigenza di agevolare gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture attraverso una serie di semplificazioni procedurali, nonché di introdurre una serie di misure di semplificazione in materia di amministrazione digitale, responsabilità del personale delle amministrazioni, attività imprenditoriale, ambiente ed economia verde, al fine di fronteggiare le ricadute economiche conseguenti all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il testo a me presentato, con le modifiche apportate in sede parlamentare, contiene tuttavia diverse disposizioni, tra cui segnatamente quelle contenute all’articolo 49, recante la modifica di quindici articoli del Codice della strada, che non risultano riconducibili alle predette finalità e non attengono a materia originariamente disciplinata dal provvedimento. La legge n. 400 del 1988, legge ordinaria di natura ordinamentale volta anche all’attuazione dell’articolo 77 della Costituzione, annovera tra i requisiti dei decreti legge l’omogeneità di contenuto. La Corte Costituzionale ha in più occasioni richiamato al rispetto di tale requisito. Da ultimo, nella sentenza n. 247 del 2019, la Corte ha osservato che “La legge di conversione è fonte funzionalizzata alla stabilizzazione di un provvedimento avente forza di legge ed è caratterizzata da un procedimento di approvazione peculiare e semplificato rispetto a quello ordinario. Essa non può quindi aprirsi a qualsiasi contenuto, come del resto prescrive, in particolare, l’art. 96-bis del regolamento della Camera dei deputati. A pena di essere utilizzate per scopi estranei a quelli che giustificano l’atto con forza di legge, le disposizioni introdotte in sede di conversione devono potersi collegare al contenuto già disciplinato dal decreto-legge, ovvero, in caso di provvedimenti governativi a contenuto plurimo, «alla ratio dominante del provvedimento originario considerato nel suo complesso» (sentenza n. 32 del 2014)”. Nel caso in esame, attraverso un solo emendamento approvato dalla Commissione di merito al Senato in prima lettura, si è intervenuti in modo rilevante su una disciplina, la circolazione stradale, che, tra l’altro, ha immediati riflessi sulla vita quotidiana delle persone. L’emendamento è stato quindi trasfuso nel più ampio emendamento interamente sostitutivo dell’articolo unico del provvedimento, testo sul quale il Governo, sia al Senato che alla Camera, ha posto la questione di fiducia. Ho proceduto alla promulgazione soprattutto in considerazione della rilevanza del provvedimento nella difficile congiuntura economica e sociale. Invito tuttavia il Governo a vigilare affinché nel corso dell’esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all’oggetto e alle finalità dei provvedimenti d’urgenza. Rappresento altresì al Parlamento l’esigenza di operare in modo che l’attività emendativa si svolga in piena coerenza con i limiti di contenuto derivanti dal dettato costituzionale”.

Il malumore di Ance e Legambiente

All’unisono il Presidente Ance Gabriele Buia e il Vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini hanno definito preoccupanti le modifiche di conversione in legge apportate in Senato al Decreto Semplificazioni. “Invece di semplificare e avviare un grande piano di sostituzione edilizia e di rigenerazione di zone degradate dei nostri centri urbani si stanno riproponendo visioni retrograde e conservatrici che non tengono conto dei reali mutamenti e dei bisogni sociali ai quali occorre dare una risposta adeguata, nel   rispetto del patrimonio storico-artistico e dell’ambiente”. “Non possiamo accettare che la confusione e i veti politici mettano a rischio il futuro dei nostri centri urbani, uno dei motori principali della nostra forza economica e sociale”. Secondo Ance e Legambiente “in questo momento così difficile non ci si può affidare a una girandola di emendamenti  spesso contradditori. Occorre una visione, un progetto sul quale tutte le forze politiche devono  lavorare con spirito di unità nell’interesse del Paese, che deve tornare a crescere e svilupparsi in  un’ottica di sostenibilità e di innovazione. Spirito che ci dovrà guidare e che sarà essenziale  per  spendere  al meglio le risorse del Recovery fund”.

Prime novità della conversione in legge del Decreto Semplificazioni

Il ministro dell’Ambiente Costa ha chiesto ed ottenuto l’inserimento in fase di conversione in legge del decreto Semplificazioni dell’ampliamento da 30 a 45 giorni il tempo per i dibattiti pubblici collegati ai procedimenti di Via delle opere pubbliche. Immutato il prolungamento dal 31 luglio al 31 dicembre 2021 del termine del periodo per attivare le procedure veloci per le opere pubbliche. Resta l’obbligo di pubblicità anche per le procedure negoziate e l’accesso per le Ati alle procedure negoziate, la diminuzione da 150 a 75mila euro della soglia per gli affidamenti diretti dei servizi di progettazione. Ricostruzione più agile, almeno sulla carta, nelle zone terremotate e nelle aree soggette a vincolo. Gli interventi su edifici privati in parte o totalmente danneggiati, crollati o comunque soggetti ad ordinanza di demolizione, potranno essere in ogni caso realizzati senza obbligo di speciali autorizzazioni ma con Scia edilizia. Emendamento ad hoc anche per accelerare  gli interventi di ristrutturazione o rifacimento ex novo degli impianti sportivi italiani, superando alcune prescrizioni paesaggistiche e culturali che richiedono il via libera della sovrintendenza. L’idea è di adeguare gli impianti a “standard internazionali di sicurezza, salute e incolumità pubbliche”.

Strade digitali e reali

Con la conversione in legge del Decreto Semplificazioni si amplia la platea delle imprese obbligate a rendere accessibili ai disabili i propri siti internet. Inoltre il codice che disciplina le modalità di sviluppo dei progetti digitali delle amministrazioni pubbliche, dovrà rispettare “il principio di non discriminazione dei diritti e delle libertà fondamentali”. Sul fronte stradale nasce la strada urbana ciclabile con un limite tassativo di velocità a 30 km orari e priorità ai ciclisti nella circolazione. Non solo, vengono infatti introdotte le corsie ciclabili a doppio senso ciclabile nelle strade a senso unico con limite massimo pari 30 Km ed è prevista infine la realizzazione della casa avanzata, lo spazio riservato e dedicato esclusivamente alle biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli ai semafori o agli incroci, per garantire maggior sicurezza a chi è in sella alle due ruote.

Cosa non ci sarà

La norma che avrebbe dovuto accelerare e facilitare gli interventi di edilizia privata e di ricostruzione nelle città ha subito una battuta d’arresto. Un emendamento infatti, ne ha limitato la portata inserendo dei paletti che di fatto escludono non solo i centri storici in genere indicati dalle ‘zone A’ nei piani regolatori, ma anche in tutte quelle zone classificate come ‘omogenee A’. La Ragioneria Generale dello Stato ha bloccato l’emendamento ‘sblocca-consulenze’ che avrebbe consentito a professori e ricercatori anche universitari che favoriva l’attività di consulenza esterna di tipo privato. No anche alla partecipazione popolare alla Valutazione di impatto ambientale per gli elettrodotti marittimi. Articolo pubblicato il 5 settembre 2020 – aggiornato il 14 settembre 2020
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