Riforestazione metropolitana: cos’è e perché è così importante per il nostro futuro
Tutela del territorio
Riforestazione metropolitana: cos’è e perché è così importante per il nostro futuro
Il MiTE ha aperto un avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento di forestazione urbana, periurbana ed extraurbana nelle Città metropolitane
“La conservazione della biodiversità ha un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda 2030 perché fornisce un importante contributo al sequestro e all’immagazzinamento di carbonio e all’adattamento al cambiamento climatico che, per contro, è una delle cause della perdita di biodiversità, con un forte impatto negativo su molti servizi ecosistemici da cui dipendono la nostra sussistenza e il nostro benessere (tra essi depurazione delle acque, stoccaggio del carbonio, fertilizzazione del suolo, impollinazione, rifornimento di materie prime e di biomasse, protezione dal dissesto idrogeologico)”.
Fa il suo esordio con queste parole il “Piano di riforestazione urbana ed extraurbana”– presentato lo scorso novembre per realizzare una delle missioni del PNRR (v. tabella) – che richiama gli studi sintetizzati:
Missione 2: “Transizione ecologica e rivoluzione verde”
Componente 4: “Tutela del territorio e della risorsa idrica”
Linea di intervento 3: “Salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine”
Investimento 3.1: “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano
nel quinto report del Global Biodiversity Outlook delle Nazioni Unite del 2020;
nel Rapporto di valutazione sullo stato della Biodiversità globale dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) del 2019;
nel primo rapporto congiunto della IPBES e dell’IPPC.
La parola d’ordine è occuparsi “in modo sinergico di clima e di biodiversità”, ricercando e realizzando azioni per rafforzare la resilienza degli ecosistemi, ripristinare quelli degradati, proteggerli e promuovere soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions – NBS).
Le foreste, strumento per il mantenimento dei servizi ecosistemici e culturali
La Strategia nazionale per la biodiversità 2020-2030 dedica un Obiettivo specifico alla conservazione delle foreste, fondamentale non solo per assicurare la sopravvivenza di “piante, animali vertebrati e invertebrati, di funghi e altri microorganismi”, ma anche per il mantenimento di “servizi ecosistemici fondamentali” fra i quali – oltre alla produzione di biomassa, allo stoccaggio del carbonio, alla regolazione del ciclo dell’acqua e dei vari componenti bio-geochimici e alla protezione del suolo” – rientrano i “servizi culturali”.
La Strategia nazionale per la biodiversità 2020-2030 in pillole
“B.9 Ottenere foreste più connesse, più sane e più resilienti contribuendo attivamente all’obiettivo UE di piantare almeno 3 miliardi di alberi” declinato in azioni e sotto-azioni rivolte ad esempio ad aumentare la superficie forestale anche in aree forestali danneggiate da disturbi naturali e antropici promuovendo l’impiego di specie forestali autoctone; incrementare, tutelare e monitorare la biodiversità degli ecosistemi forestali a livello nazionale, regionale ed ecoregionale, migliorando le connessioni ecologiche, riducendo gli impatti negativi del cambiamento climatico e tutelando la salute e il benessere pubblico”.
Parte significativa del tema forestale è rappresentata dalla forestazione in ambito urbano, periurbano ed extraurbano, in particolare nelle aree vaste metropolitane.
Perché?
Perché insieme alle soluzioni basate sulla natura (infrastrutture e corridoi verdi, tetti e pareti verdi, fitodepurazioni, alberature, parchi e orti urbani, canali e fossi inerbiti di drenaggio) l’importanza delle foreste urbane “è riconosciuta come essenziale per consentire alle città di rafforzare la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, migliorando la qualità dell’aria, contrastando le ondate di calore e le alluvioni”.
Le foreste urbane: un sistema e una metodologia di integrazione
Ma che cosa si intende esattamente per foreste urbane?
Secondo il Piano di forestazione urbana, che richiama le “FAO Guidelines on urban e peri-urban forestry” del 2016, si possono definire le foreste urbane “come una rete o un sistema che include le foreste, i gruppi di alberi, le alberature stradali, i singoli alberi che si trovano in aree urbane e periurbane, in parchi e giardini ma anche nelle zone abbandonate”.
Le foreste urbane sono la «colonna vertebrale» delle infrastrutture verdi, collegamento per le aree rurali ed urbane che migliora l’impronta ambientale di una città.
Sulla base di queste premesse, il Piano di forestazione urbana ed extraurbana dovrebbe essere lo strumento che permette a tutti i soggetti attuatori a livello nazionale (Città metropolitane) di “seguire una metodologia comune basata su solidi riferimenti scientifici, al fine di individuare e mettere a dimora l’albero giusto al posto giusto”.
L’albero giusto al posto giusto: i riflessi sul mondo del lavoro
La tutela delle foreste e la messa a dimora di milioni di alberi e arbusti richiedono una straordinaria capacità di integrazione di competenze scientifiche e professionali diverse, a partire dai botanici, dai forestali, dagli agronomi, dagli ecologi e dai naturalisti, per finire con tutte quelle professioni green che hanno a che fare con:
la pianificazione delle sostenibilità;
l’implementazione dei principi green;
il monitoraggio delle performances ambientali e
la ricerca del miglioramento continuo,
di cui abbiamo parlato in un recente e-book, un “Vademecum per orientarsi nelle professioni del futuro (che è adesso)”.
Professioni che hanno un obiettivo comune (le sostenibilità) e alcune caratteristiche fondamentali, fra la quali la multidisciplinarietà.
Per questo – si evidenzia nel documento – “è necessario che le Città metropolitane mettano in campo un gruppo articolato di progettazione che, oltre alle competenze già evidenziate, sia sostenuto anche da esperti che si occupano di pianificazione ambientale e territoriale necessari per integrare le esigenze urbanistiche, paesaggistiche, sociali ed economiche con le finalità ecologiche e sanitarie di una foresta urbana.”
Gli obiettivi e la vision
È quasi impossibile elencare tutti i vantaggi di una forestazione urbana pianificata, e le modalità attraverso le quali rendere operativi i principi di sostenibilità: dipende dal contesto, dalla “caratterizzazione genetica ed ecologica”, dall’uso esclusivo (o meno) di piante autoctone locali, dallo stato di fatto, dagli obiettivi che di vota in volta si intendono raggiungere.
Quali che siano gli obiettivi, specifici e generali, una cosa è certa: la forestazione urbana delle grandi aree metropolitane è un “investimento strategico multisettoriale con finalità e funzioni multi-scalari (dal livello nazionale ecoregionale a quello locale) utile per supportare con azioni concrete la transizione ecologica del nostro Paese”.
La vision principale è legata alla esigenza di “riportare la natura in città” e nei sistemi agricoli intensivi, in considerazione della capacità delle foreste di costituire nel loro insieme una straordinaria “infrastruttura verde metropolitana”.
Una infrastruttura verde nazionale capace di rispondere in modo positivo alla Strategia europea e nazionale per la biodiversità con particolare riferimento alla sempre maggiore domanda di servizi ecosistemici, di applicazione della green economy e della sostenibilità, in quando intende:
favorire la riduzione delle diseguaglianze sociali ed economiche,
migliorare la salute e il benessere dei cittadini nelle aree metropolitane,
ridurre l’inquinamento atmosferico e rimuove il particolato,
riqualificare le periferie,
favorire la messa a dimora di milioni di alberi autoctoni,
recuperare il rapporto funzionale e strutturale con le aree rurali interne,
favorire l’adattamento e la mitigazione della crisi climatica,
contrastare il consumo di suolo,
tutelare la risorsa acqua,
conservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità, e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi.
Il calore urbano e la disuguaglianza sono correlati
Sul nostro portale abbiamo parlato della correlazione tra disuguaglianza sociale e calore urbano : “i quartieri e le comunità a basso reddito sono solitamente i più vulnerabili al caldo e sono proprio coloro che hanno meno probabilità di potersi permettere il comfort termico”.
Per questo occorre mettere in atto strategie combinate, più eque e sostenibili, per raffreddare le nostre città e renderle più vivibili per tutti.
Le basi culturali per il passaggio dalle parole ai fatti: la riforestazione del pensiero
Con questo Piano, attuativo del pertinente Investimento PNRR, si vuole in definitiva “passare dagli enunciati ad azioni concrete sostenute da solide basi culturali, tecniche e scientifiche finalizzate a ridurre il debito ecologico, favorire la transizione ecologica, rilanciare l’economia e l’occupazione in linea con la green economy e lo sviluppo sostenibile, tutelare la biodiversità e la funzionalità dei servizi ecosistemici.
Ma non solo.
Il Piano potrà – dovrà – rappresentare, attraverso le necessarie integrazioni, anche una “guida operativa molto utile per ogni successiva attività di forestazione da attuarsi in altri ambiti del territorio nazionale diversi da quelli metropolitani”.
Le parole chiave
Contestualizzazione: “mettere a dimora 6.600.000 alberi e arbusti secondo il principio di utilizzare «l’albero giusto al posto giusto»”
Conoscenza: la conoscenza delle Ecoregioni, degli Ecosistemi e della Vegetazione Naturale Potenziale d’Italia, integrata con la domanda di servizi ecosistemici permette di individuare per ciascuna area metropolitana gli alberi più idonei in termini ecologici, biogeografici e di risposta alle diverse esigenze locali.
Tutela e recupero dei paesaggi antropizzati valorizzando le aree interne in diretta relazione ecologica con le aree urbanizzate (corridoi ecologici, reti ecologiche territoriali).
Valorizzazione del sistema delle aree protette presenti nelle immediate vicinanze delle aree metropolitane in linea con i principi della nuova Strategia europea per la biodiversità
Coinvolgimento delle infrastrutture delle mobilità (in particolare autostrade, strade e ferrovie) per ridurre la frammentazione degli habitat a suo tempo determinata dalla loro stessa costruzione (passare da un ‘problema’ ad una ‘opportunità’) e quando possibile recuperare le linee ferroviarie dismesse.
Un nuovo modo di declinare le sostenibilità e per porre le basi per una crescita non solo in termini ambientali, sociali ed economici – i tre pilastri fondamentali della sostenibilità – ma anche culturali, al di là del contingente e dei bandi per questi specifici investimenti.
Affinché si possa cominciare di cose concrete, programmate, strutturali e strutturate, di futuro, e non solo di principi sterili: una riforestazione del pensiero.
Approvata con Decreto Direttoriale del 4 agosto 2025, prot. n. 0147097 la procedura MASE per valorizzare gli interventi nei servizi di distribuzione...