Alla vigilia della Giornata mondiale delle città, istituita dall’Onu il 31 ottobre, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (
Asvis) ha messo in evidenza i dati sull’andamento del Paese verso l’
Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu, “Città e comunità sostenibili”. Ne esce un quadro poco rassicurante: la situazione delle città italiane è peggiorata. Lo rivela la fotografia scattata dal Rapporto Asvis 2020 “
L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, realizzato con il contributo di 600 esperti delle organizzazioni aderenti, che analizza l’andamento dell’Italia e dell’Europa verso i
17 SDGs (Sustainable Development Goals nell’acronimo inglese).
Secondo l’analisi, nel 2019, il progresso dell’Italia verso il Goal 11 è peggiorato a causa dell’aumento dell’
abusivismo edilizio e del
sovraffollamento delle abitazioni. Nel 2020 la
crisi pandemica ha ridotto gli spostamenti
migliorando la qualità dell’aria, ma è diminuita l’incidenza dell’uso dei mezzi pubblici.
Il report esamina anche i miglioramenti e le criticità su cui occorre intervenire per garantire uno sviluppo delle città che sia sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Per
invertire la tendenza negativa, secondo l’Asvis sono necessari interventi di riqualificazione energetica dell’edilizia, mobilità sostenibile, lotta alla povertà con interventi mirati nelle periferie, digitalizzazione e contrasto all’inquinamento e al consumo di suolo.
Cosa prevede l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030
L’Agenda 2030 dell’Onu comprende anche un
target al 2020. Per quanto riguarda il numero 11, per raggiungere il segnaposto intermedio sarebbe stato necessario aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l’inclusione, l’
efficienza delle risorse, la
mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la
resilienza ai disastri. Attualmente i Comuni italiani che hanno aderito al Covenant of mayors sono 4.895. Di questi, 989 si sono impegnati a presentare anche un Piano di adattamento: Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia 2015.
“Le città sono determinanti per l’attuazione dell’Agenda 2030, per portare il Paese verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale e vanno considerate come centrali nel disegno del Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dal Next Generation Eu”, ha commentato
Enrico Giovannini, Portavoce dell’Asvis.
“Il ruolo delle città è infatti fondamentale per la riduzione dell’inquinamento, la lotta contro povertà e disuguaglianze, la digitalizzazione, il consumo di suolo. La crisi pandemica le sta già trasformando se consideriamo gli effetti che lo smart working e la didattica a distanza esercitano sul tessuto economico e sociale. Per questo serviranno politiche di lungo periodo che accompagnino e orientino ad una maggiore sostenibilità il processo di cambiamento, rendendo le città più resilienti ai futuri shock, a partire da quelli dovuti alla crisi climatica”.
L’Obiettivo 11 in Italia
L’indicatore composito elaborato dall’Asvis sul
periodo 2010-2019 per misurare l’andamento del Paese verso l’Obiettivo 11 mostra un tendenziale
miglioramento dell’inquinamento da PM10 fino al 2018. Quello è stato l’anno in cui, per la prima volta, l’Italia ha rispettato il target europeo di numero di giorni in cui si è registrato un superamento dei limiti di PM10. Cioè 31,4 giorni rispetto a un obiettivo di 35. Tuttavia, però, nello stesso periodo di tempo, l’offerta del trasporto pubblico è diminuita dell’8,7%.
Per quanto riguarda nello specifico l’anno
2019, invece, si è verificata una flessione dell’indice composito. Questo declino è attribuito nel report all’aumento dell’abusivismo edilizio (+5,5% dal 2010 al 2019); al sovraffollamento delle abitazioni (+18,6%) e all’aumento dell’utilizzo dei mezzi privati per recarsi sul posto di lavoro. Risulta più difficile valutare quale sarà la direzione dell’indicatore relativo all’Obiettivo 11 nel
2020 a causa della
pandemia di Covid-19. Tra le conseguenze dell’emergenza sanitaria, infatti, sono annoverate sia la
riduzione degli spostamenti che la
diminuzione dell’utilizzo dei mezzi pubblici. Il primo fenomeno ha fatto sì che, per il momento, aumentasse considerevolmente la qualità dell’aria nelle città. Mentre è ancora presto per calcolare gli effetti del secondo fenomeno.
L’Obiettivo 11 in Europa
La situazione a livello europeo risulta molto eterogenea. Il Rapporto Asvis 2020, infatti, dipinge la
Romania come il Paese che presenta la
situazione peggiore, mentre l’
Irlanda è quella con la
miglior performance per quanto riguarda città e comunità sostenibili. Tra i due Paesi c’è un gap di 32 punti sul valore dell’indice composito. Tuttavia, in generale, la maggioranza dei Paesi ha fatto registrare un miglioramento del valore del composito rispetto al 2010. In particolare, l’
Estonia presenta un
netto aumento grazie alla diminuzione del tasso di sovraffollamento delle abitazioni.
L’
Italia, nonostante il miglioramento avuto tra il 2010 e il 2018, risulta ancora
al di sotto della media europea. La principale causa di questa performance è il
tasso di sovraffollamento delle abitazioni che si attesta al 27,8% rispetto ad una media europea del 15,5%. Inoltre, l’indicatore relativo alle persone che vivono in abitazioni sovraffollate ha la maggiore influenza sulle disparità territoriali registrate per l’indicatore composito all’interno dell’Unione europea.
Le proposte dell’Asvis
Riqualificazione energetica del patrimonio edilizio
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile spiega che, per raggiungere l’
obiettivo europeo della carbon neutrality al 2050, sono necessari interventi di riqualificazione energetica profonda del patrimonio edilizio, di sostituzione degli impianti di riscaldamento alimentati da combustibili fossili e di installazione di
impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli immobili, infatti, sono responsabili del 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione europea. Perciò risulta necessaria una strategia nazionale di valorizzazione urbana mirata al rinnovamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato ispirata a criteri innovativi e a sistemi di premialità coerenti con l’economia circolare.
Incentivi fiscali per il rinnovamento e la messa in sicurezza degli immobili
Nello specifico, Asvis propone di rendere strutturale l’incentivo fiscale del 65%, con lo sconto o la cessione del credito come con il
Superbonus. Prevedendo una riduzione minima del fabbisogno energetico di almeno il 50% o il raggiungimento della classe energetica B per aiutare le famiglie a risparmiare. Secondo l’Alleanza, anche il
Sismabonus va
reso strutturale, con un credito di imposta fino all’80% delle spese sostenute. Inoltre, è necessario coordinare il “Programma straordinario per le periferie” (Legge n. 208 del 2015) di 2,1 miliardi di euro e il “Programma rinascita urbana” di 854 milioni di euro dal 2020 al 2033 (Legge n. 160 del 2019), facendovi confluire tutte le risorse dedicate al tema e seguendo un meccanismo di finanziamento stabile e continuativo di un miliardo di euro l’anno per 10 anni.
Investire nella mobilità sostenibile
In merito ai
trasporti, secondo Asvis servono 33 miliardi di euro per le infrastrutture per il trasporto rapido di massa; 10,3 miliardi per il rinnovo e il miglioramento del parco veicolare dei trasporti pubblici; 9,2 miliardi per la mobilità elettrica; 7,6 miliardi per ciclabilità, pedonalità, sicurezza ed intermodalità; e 1,6 miliardi per gli incentivi per l’acquisto di biciclette e mezzi di micromobilità. Per un totale di 61,7 miliardi di euro in dieci anni, finanziabili nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Inoltre, le azioni volte a migliorare il sistema dei trasporti delle persone vanno collegate con il
Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile (Dpcm 17.04.2019), che prevede 3,7 miliardi di euro in 15 anni, e con il Fondo per le reti ciclabili urbane.
Lotta al cambiamento climatico
Per Asvis sono indispensabili anche azioni per la
tutela del territorio e per la
conservazione degli habitat naturali. Il Programma strategico nazionale per il
contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria deve integrarsi senza sovrapporsi con il
Pniec. Quest’ultimo poi è da rivedere in relazione ai nuovi obiettivi europei, e con la Strategia a lungo termine (2050) per lo sviluppo a
basse emissioni di gas a effetto serra in corso di elaborazione da parte del Ministero dell’Ambiente.