Perché a Milano non c’è abbastanza spazio per gli alberi? 12 milioni di euro del Pnrr persi
Ha fatto notizia la scoperta che a Milano non c’è spazio sufficiente per piantare un numero sufficiente di alberi per formare un bosco; in realtà prima o poi doveva succedere, dato l’elevato tasso di consumo di suolo della metropoli lombarda: 49.944 ettari, pari al 31% della superficie dell’area metropolitana (Rapporto Ispra 2022). Così sono persi 12 milioni di euro di fondi europei già disponibili, che avrebbero finanziato, attraverso i programmi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la piantumazione di circa 140.000 nuove piante tra il 2022 e il 2023; una perdita certamente negativa, ma le ricadute della cementificazione e dell’inquinamento sulla salute di milioni di milanesi sono ben più gravi.
Milano, i nuovi boschi
Nel dettaglio, Milano deve rinunciare a sei milioni di euro e 138 ettari di nuovi boschi nel 2022, e ad altri sei milioni nel corso del 2023, fondi presenti nel capitolo “Forestazione urbana, periurbana ed extraurbana” del Pnrr, che avrebbero consentito di riforestare e creare nuovi boschi su una superficie di circa 276 ettari della città metropolitana. I requisiti richiesti nei bandi riguardano il tipo di alberi da piantare, che devono essere di specie autoctone e la disponibilità di aree minime di 3 ettari, per assicurare ai nuovi boschi una reale consistenza e unità interna e quindi un significativo impatto sull’ambiente.
Considerando tale ultimo parametro, nessun soggetto ha risposto all’avviso pubblico. Pare che Milano sia l’unica città metropolitana italiana in cui si è verificata una situazione del genere. L’altissima densità abitativa dell’area metropolitana milanese rende quasi impossibile il rimboschimento di una superficie di tali dimensioni. Per ogni metro quadro di boschi ce ne sono infatti tre di cemento.
Paradossalmente, Città metropolitana di Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano, ERSAF e Fondazione di Comunità Milano, sono i promotori del progetto Forestami, che prevede la messa a dimora di 3 milioni di alberi entro il 2030; secondo il sito del progetto, ad oggi sono stati piantati 427.475 alberi.
La Corte dei Conti aveva incaricato il comando provinciale milanese dei carabinieri di verificare la situazione, le conclusioni dell’indagine sono sconfortanti: Milano risulta la seconda città in Italia per zone classificate come “densamente popolate”: 48, inferiori solo alle 50 di Napoli (Bari è la terza con 4, tutte le altre ne hanno meno). Milano è anche la seconda provincia per aree “mediamente popolate”: 77, dopo Torino che ne ha 114. La percentuale complessiva di suolo urbanizzato (“consumato”) è del 31,7% (peggio solo Napoli, con il 34). La superficie già coperta da boschi a Milano è l’11%, peggio è messa (comprensibilmente) solo Venezia (4%), mentre Napoli ha il 30% della città metropolitana coperto da boschi.
Il Comune di Milano ha chiesto al ministero di modificare il bando per renderlo effettivamente fruibile ed evitare di perdere anche i progetti per il 2024, finanziabili con oltre 11 milioni, per piantare altri 260mila alberi. Il Pnrr prevede che nei prossimi tre anni siano distribuite 6,6 milioni di piante nelle 14 città metropolitane: Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Messina, Cagliari. C’è da sperare che le amministrazioni interessate si diano una mossa, come ha auspicato, più in generale, il Presidente Sergio Mattarella; finora, infatti, della piantumazione di 1.650.000 alberi prevista entro il 31 dicembre 2022, c’è solo la pianificazione. La quasi totalità delle città ha infatti piantato in vivaio semplici semi, invece di collocare piante già cresciute; tale scelta, per la Corte dei conti, non sembra soddisfacente per la corretta realizzazione del progetto.
I magistrati contabili hanno invitato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica a fare chiarezza sulla materia in sede europea e a vigilare sull’esecuzione dei lavori in ogni città interessata, per rispettare obiettivi e tempi definiti nei bandi.

