Edilizia

L’Emilia-Romagna ha tagliato il 70% dell’espansione urbanistica

L'attuazione della legge regionale n. 24/2017 ha "salvato" oltre 15.274 ettari di suolo sui 21.922 destinati all'urbanizzazione dai Piani regolatori generali (Prg) e dai Piani strutturali comunali (Psc) previgenti
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L’Emilia-Romagna ha tagliato il 70% dell’espansione urbanistica

A cinque anni dall’entrata in vigore della legge regionale n. 24/2017 “Disciplina sulla tutela e l’uso del territorio”, l’Emilia-Romagna ha verificato lo stato di attuazione delle previsioni insediative entro il 31 dicembre 2021, il termine entro il quale i Comuni potevano avviare l’iter di approvazione degli insediamenti previsti al momento dell’entrata in vigore della legge. I dati sono stati diffusi nel corso del convegno “Consumo di suolo e rigenerazione urbana, un primo bilancio della legge n. 24/2017”.

La riduzione dell’espansione urbanistica

La ricognizione effettuata in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma, presenta un bilancio positivo: tagliato il 70% di espansione urbanistica programmata, vale a dire oltre 15.274 ettari di consumo di suolo sui 21.922 previsti nei Piano regolatori generali (Prg) e nei Piani strutturali comunali (Psc) previgenti, decaduti alla fine del 2022: il 70% in meno. Una superficie superiore, per estensione, all’intera città di Rimini.

A fine 2023, scade l’altro periodo transitorio fissato dalla legge, quello per approvare e convenzionare le previsioni insediative per il quale era già stato avviato l’iter: complessivamente 2.724 ettari – tra previsioni avviate (1.629 ettari) e approvate (1.095 ettari). E’ probabile che alcune di queste potrebbero decadere, con una ulteriore diminuzione dell’espansione urbanistica, a favore della rigenerazione urbana e del recupero e riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo che per le aree produttive dismesse.

Ha quindi funzionato lo strumento introdotto dalla legge n. 24/2017 per fermare interventi già previsti dai precedenti Piani urbanistici, cioè l’obbligo per i Comuni di predisporne e avviarne l’iter di approvazione non oltre la fine del 2021 e la stipula delle convenzioni non oltre il 31 dicembre 2023.

Il Presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e Barbara Lori, Assessora alla Programmazione territoriale e paesaggistica, edilizia e politiche abitative, hanno rilasciato il seguente comunicato:
“Siamo una delle poche Regioni che si è data una legge che disciplina il consumo di suolo. E ora siamo nelle condizioni di fare un bilancio oggettivo, mettendo da parte ogni posizione pregiudiziale. I dati ci dicono che la nostra legge sta funzionando, come confermano anche le analisi relative alle aree a rischio idrogeologico dove il taglio ha raggiunto in ettari, l’80% del totale.

Ma è evidente che siamo davanti a un problema che non può essere affrontato solo su scala regionale. Ed è per questo che oggi ribadiamo con forza la necessità di una legge nazionale che ponga i temi del recupero e della rigenerazione urbana al centro del dibattito perché veniamo da decenni in cui si è costruito troppo e male, in tutto il Paese. Allo stesso tempo, occorre spingere sulla definizione dei nuovi Piani urbanistici generali (Pug) e dei Piani territoriali di area vasta (Ptav) in modo diffuso sul territorio per poter utilizzare al meglio tutti gli strumenti che la legge regionale mette a disposizione. In questa direzione, ad esempio, gli accordi operativi potranno contribuire allo sviluppo di partnership pubblico-privato capaci di rigenerare le città rendendole sempre più a misura di cittadini e imprese.”

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