Il Decreto Ambiente conferisce più poteri ai Presidenti di Regione per contrastare il dissesto idrogeologico
Il tema del dissesto idrogeologico è tornato tramite il Decreto Ambiente al centro dell’agenda politica del Governo, alla luce delle recenti calamità naturali che hanno colpito l’Italia, in particolare l’Emilia-Romagna. Le alluvioni che hanno devastato la Regione hanno evidenziato l’urgenza di un’azione concreta e strutturata per affrontare il problema.
A pochi giorni dalla celebrazione della Giornata internazionale per la Riduzione del Rischio dei Disastri Naturali, conosciuta in tutto il mondo come International Day for Disaster Risk Reduction, il Decreto-Legge Ambiente n. 153, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 ottobre, introduce nuove misure in materia di valutazioni ambientali, tutela delle acque, economia circolare, bonifiche e dissesto idrogeologico. Approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 ottobre, il provvedimento punta a semplificare le normative e rafforzare la sicurezza ambientale. Ora atteso all’esame parlamentare, rappresenta un passo significativo verso la protezione e la sostenibilità ambientale in Italia.
Dissesto idrogeologico nel Decreto Ambiente: un quadro normativo organico
Il provvedimento varato mira a rendere più efficace la programmazione e il monitoraggio degli interventi necessari per la tutela del suolo e per contrastare il dissesto idrogeologico. Le nuove norme sono state introdotte per garantire l’interoperabilità tra le banche dati, consentendo un accesso immediato alle informazioni e una maggiore efficienza nella realizzazione delle opere.
Il decreto prevede anche un meccanismo di revoca delle risorse per gli interventi che non abbiano raggiunto un livello sufficiente di progettualità, finanziati attraverso il fondo di progettazione. L’obiettivo finale è accelerare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di dissesto su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo diverse regioni.
Poteri straordinari per i Presidenti di Regione
Il decreto introduce novità significative riguardo ai poteri dei presidenti di Regione, che assumono un ruolo centrale nella gestione del dissesto idrogeologico. Come commissari straordinari, avranno la possibilità di nominare soggetti attuatori per accelerare la messa in opera degli interventi e acquisiranno funzioni di stazione appaltante.
Potranno inoltre procedere in deroga a ogni disposizione di legge, tranne quelle penali, per garantire tempi più rapidi nella realizzazione delle opere necessarie. Queste nuove disposizioni rappresentano un importante cambiamento, finalizzato a superare le lungaggini burocratiche e a garantire una maggiore operatività nelle aree colpite da emergenze.
Dissesto idrogeologico nel Decreto Ambiente: come affrontare le emergenze
Accanto al tema del dissesto idrogeologico, il decreto legge interviene su altre criticità ambientali. La Viceministra all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha sottolineato come “il provvedimento sia stato studiato per affrontare anche la siccità, una problematica che ha messo a dura prova molte aree del Paese“.
Le misure previste puntano a rafforzare la prevenzione dei danni provocati da alluvioni, accelerando le procedure per la progettazione e la realizzazione degli interventi.
Oltre 1 miliardo di Euro per il recupero dai disastri naturali
Il Parlamento Europeo, pochi giorni fa, ha approvato un pacchetto di oltre 1 miliardo di euro dal Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea (FSUE) per supportare gli interventi di recupero in seguito alle gravi inondazioni che hanno colpito cinque Paesi dell’Unione nel 2023.
Il fondo fornirà assistenza economica per coprire parte dei costi delle operazioni di emergenza e ripristino e sarà destinato principalmente:
- alla riparazione di infrastrutture pubbliche danneggiate;
- alla salvaguardia del patrimonio culturale;
- alle operazioni di bonifica nelle aree colpite.
Tra i Paesi beneficiari, l’Italia riceverà un’importante quota del finanziamento per le Regioni Emilia-Romagna e Toscana, gravemente danneggiate dalle alluvioni di maggio, ottobre e novembre 2023. Nel dettaglio, l’Italia riceverà un totale di 446,6 milioni di euro, di cui 378,8 milioni per l’Emilia-Romagna e 67,8 milioni per la Toscana.
Articolo pubblicato il 14 ottobre e aggiornato il 18 ottobre 2024

