Ddl Rigenerazione urbana, 500 milioni di euro per il restyling delle città
Un fondo di 500 milioni all’anno per finanziare gli interventi, una cabina di regia nazionale, concorsi per garantire una progettazione di qualità, incentivi e semplificazioni normative a livello locale. Sono questi i punti cardini del Ddl sulla rigenerazione urbana, il cui iter è entrato nel vivo.
Dopo mesi di stallo, il decreto è finalmente approdato in Commissione Ambiente ai primi di ottobre ed è iniziato il ciclo di audizioni informali, svolte in videoconferenza.
Cos’è la rigenerazione urbana?
Nella relazione che accompagna il testo si fa presente come i concetti di riqualificazione e rigenerazione urbana siano tutt’ora ampi e indefiniti. Ma vanno interpretati come un insieme di azioni volte a trasformare aree e complessi edilizi caratterizzati da uno stato di degrado ambientale o socio-economico. Puntando al “coinvolgimento degli abitanti e dei soggetti pubblici e privati interessati”.
Il ddl si compone di 20 articoli e parte dalle finalità della rigenerazione urbana, che sono molteplici e, fra tutti, prevedono:
- riuso edilizio di aree già urbanizzate e di aree produttive
- miglioramento del decoro urbano
- sostegno della biodiversità in ambiente urbano
- contenimento del consumo del suolo
- riduzione dei consumi idrici
- tutela dei centri storici caratterizzati da forte pressione turistica
- contrasto della desertificazione commerciale
- integrazione delle infrastrutture della mobilità con il tessuto urbano
- sostegno dell’edilizia residenziale o abitativa sociale (social housing)
Cabina di regia nazionale per la rigenerazione urbana
Anima pulsante del ddl è la creazione della Cabina di regia nazionale per la rigenerazione urbana, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. A cui prendono parte i rappresentanti del ministero dell’Ambiente, del ministero delle Infrastrutture e trasporti, del ministero per i Beni culturali, il ministero dell’Economia, delle Regioni e dei Comuni.
Gli obiettivi sono:
- favorire la realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale per la rigenerazione urbana e il coordinamento tra le varie amministrazioni e istituzioni coinvolte, tra la normativa nazionale e quella regionale e degli strumenti di intervento;
- utilizzare i fondi pubblici;
- favorire la partecipazione degli investitori nazionali ed esteri e dei cittadini;
- avviare l’attività di monitoraggio e valutazione degli interventi.
Piano nazionale per la rigenerazione urbana
Previsto infatti anche un Piano nazionale per la rigenerazione urbana, che dovrà entrare a far parte del Documento di economia e finanza (Def). Le finalità andranno dalla messa in sicurezza del patrimonio edilizio alla riduzione del consumo di suolo. Contemplando anche strategie per il verde, la mobilità sostenibile e l’innovazione digitale.
Fondo da 500 mln di euro e altri incentivi
Entrando nel merito delle risorse, il ddl prevede l’istituzione di un Fondo nazionale per la rigenerazione urbana. La dotazione prevista è di 500 milioni di euro a decorrere dall’anno 2020 e fino all’anno 2039. Le risorse saranno destinate al cofinanziamento dei bandi regionali per la rigenerazione urbana.
Per accelerare gli interventi è anche previsto che i Comuni possano ottenere un prestito dalla Cassa depositi e prestiti, dai fondi immobiliari privati, e la costituzione di fondi comuni di investimento. Oltre ad alcuni incentivi fiscali. Come, ad esempio, l’esclusione del pagamento di IMU, TASI e TARI per gli immobili oggetto di interventi di rigenerazione urbana. O la riduzione per i Comuni fino al 50% delle tasse per l’occupazione del suolo pubblico e la detrazione del 65% delle spese per ristrutturazione e riqualificazione energetica a carico del contribuente.
Con lo stesso scopo il ddl prevede infine una serie di semplificazioni per snellire la burocrazia.
Puntare (a tutti i costi) su una progettazione di qualità
Cuore del decreto è anche e soprattutto l’importanza che si vuole dare alla qualità della progettazione. L’articolo 16 prevede che la progettazione degli interventi ricompresi nel Piano comunale di rigenerazione urbana, qualora non possa essere redatta dall’amministrazione comunale interessata, si svolge mediante ricorso a procedure aperte e rispondenti ai princìpi di trasparenza, libera concorrenza e pari opportunità.
I concorsi sono organizzati su due livelli: il primo è finalizzato ad acquisire un’idea progettuale ed è sottoposto alla selezione di una giuria, il secondo è finalizzato ad acquisire un progetto di fattibilità tecnica ed economica. Il progetto vincitore è remunerato dalle stazioni appaltanti e ne acquisiscono conseguentemente la proprietà. I successivi livelli di progettazione, previo reperimento delle risorse, sono affidati al vincitore o ai vincitori del concorso.

