Crisi idrica, dal Mit 19,8 milioni per fronteggiare la siccità
Per fronteggiare la crisi idrica, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha dato l’ok a 7 decreti per un finanziamento totale di 19.841.307,8 euro. Nello specifico, previsti 21 interventi di cui 4 di progettazione per il completamento o la nuova realizzazione di grandi dighe, 12 per gli interventi di interconnessione o di nuovi utilizzi da dighe esistenti. Si tratta di grandi opere di adduzione e trasporto dell’acqua. Ma non solo: è anche già finanziata la progettazione di opere a protezione dell’inclusione del cuneo salino alla foce del fiume Po. Si tratta del primo passo concreto del Governo in seguito al tavolo sulla crisi idrica convocato all’inizio di marzo, convocato dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Tra le decisioni prese a Palazzo Chigi, l’istituzione di una cabina di regia collegiale tra i Ministeri e enti coinvolti, proprio per stabilire le priorità di intervento e la loro programmazione.
Crisi idrica: gli interventi
Gli interventi sono i seguenti:
- VENETO: modifica scarichi diga del Corlo, galleria scolmatrice diga di Bastia, sistema integrato Veneto Orientale, barriere contro risalita cuneo salino Po di Pila.
- EMILIA-ROMAGNA: diga di Vetto in Val D’Enza.
- PIEMONTE: diga di Val di Lanzo sul fiume Stura.
- TOSCANA: diga di San Piero in Campo sul fiume Orcia; riutilizzo reflui civili depurati Pistoia.
- LIGURIA: diga sul torrente Argentina.
- UMBRIA: interconnessione diga del Chiascio e sistemi idrici regionali.
- MARCHE: alto corso del fiume Tronto – Schema di approvvigionamento straordinario – Condotta adduttrice di approvvigionamento.
- BASILICATA: adduttore diga di Camastra.
- PUGLIA: adduttore partitore di Marascione – diga del Locone.
- MOLISE: derivazione diga di Arcichiaro.
- SICILIA: adduttore Piazza Armerina-Gela. Interconnessione sistema dighe Garcia e Arancio con diga Trinità e dighe Rubino-Paceco
- SARDEGNA: utilizzo diga del Mulargia. Nuova condotta adduttrice NPRGA “Govossai”.
La cabina di regia
La riunione a Palazzo Chigi aveva portato alla richiesta della nomina di un Commissario straordinario con poteri esecutivi. Una sorta di “Supercommissario” in grado di agire in maniera veloce e urgente sulle decisioni prese. Tra le altre priorità individuate:
- istituire una Cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli Enti territoriali. L’obiettivo è individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie;
- lavorare ad un provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe. Il fine è accelerare i lavori essenziali per fronteggiare la siccità;
- avviare una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica.
I fondi del PNRR
Una crisi idrica che sta attanagliando da tempo gran parte del territorio nazionale. Con i fondi del PNRR, lo scorso gennaio il Governo – sponda Mit – ha deciso di investire 293 milioni di euro in progetti di riduzione delle perdite nelle reti degli acquedotti, digitalizzazione e monitoraggio delle infrastrutture. Si tratta di una seconda tranche di finanziamenti: in totale sono stati assegnati 900 milioni di euro per 33 interventi. Entro il 31 dicembre 2024 circa 45.500 chilometri di condotte ad uso potabile saranno attrezzate con strumentazioni e sistemi di controllo innovativi per la localizzazione e la riduzione delle perdite. Il progetto prevede che a marzo 2026 tali interventi siano estesi a circa 72.000 chilometri di condotte. Dei 33 progetti selezionati, 19 riguardano le regioni del Nord e del Centro (per complessivi 536 milioni di euro) e 14 quelle del Sud (per 364 milioni).

